78. CHI CI SEGUE?

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Il percorso del ritorno procedette in un imbarazzante silenzio. Megan avrebbe preferito che quella falsa pace proseguisse fino al raggiungimento della casa, ma Cristian evidentemente non condivideva lo stesso pensiero.

<<Quindi sei contenta dell'uscita a quattro di domani sera?>> chiese con irritante scetticismo.
La ninfa sbuffò e, roteando gli occhi al cielo, tacque.
<<Non mi sembravi molto entusiasta all'inizio. Non penso ti stia molto simpatica Giorgia.>>
<<Giulia! Si chiama Giulia! Per l'amor di Dio, Cristian, abbiamo capito che ti eccita e che vuoi portartela solo a letto senza complicazioni, ma abbi almeno la decenza di imparare i nomi delle ragazze prima di spezzargli il cuore>> gli inveì contro. Quel suo modo superficiale di trattare l'intero genere femminile la disgustava profondamente.
<<E comunque non è lei che mi sta antipatica, anzi poverina, mi fa pena. Quando scoprirà che essere subdolo e squallido sei, sarà ormai troppo tardi. Vedi di non approfittarti di lei come fai con tutte, è molto sensibile, e penso che tu le piaccia seriamente. Fai l'uomo almeno una volta e lasciala in pace.>>

<<Stai forse tentando di fare un gioco psicologico con me, dolcezza? Tenti di risvegliare i miei sensi di colpa per giungere ai tuoi scopi? Dillo che sei gelosa, ho notato la rabbia attraversare i tuoi occhi quando ci hai sorpresi abbracciati sul divano.>>
Le sfiorò la coscia e Megan trasalì. Quel contatto inaspettato e mal desiderato servì solo ad accentuare la già crescente ira.
<<Non mi toccare bastardo! Tieni a freno quelle manacce sudice! Non sono una delle tante, Cristian. Con me non funzionano i tuoi giochetti, mi ribrezza la tua sfacciata ostentazione da qualunquista. Io ho un ragazzo, si chiama Jack, te lo ripeto per l'ennesima volta. Non sono gelosa di te, non me ne frega nulla di chi ti scopi. Continua pure a comportarti in questo modo e sarò ben felice di ridere io, quando perderai la testa per una ragazza e questa ti farà soffrire e provare dispiacere, tanta sofferenza quanta ti sei divertito a dispensare in tutti questi anni. Anzi, non vedo l'ora!>> il fuoco nei suoi occhi divampò come un falò nella notte. Era accecata dalla rabbia. Si era lasciata andare ad un eccessivo sfogo, una dimostrazione che rendeva chiaro quanto tutto ciò che avesse detto fosse in realtà una menzogna.

<<Eppure ti scaldi parecchio fiorellino,>> sogghignò lui, tentando di celare il divertimento voltando la testa. <<Non ti sembra una dimostrazione d'ira eccessiva per una alla quale non dovrebbe interessare nulla?>>
<<Pensala come vuoi, Cristian. Io sono sicura di ciò che provo. Ho passato una serata stressante e ti chiederei gentilmente di non influire maggiormente nell'incrementare il mio malumore>> aggiunse stremata. Si accasciò sfinita sul sedile puntando lo sguardo oltre il buio dei campi sterrati.

<<Mi dispiace Meg>>, confessò sinceramente, e sommessamente aggiunse: <<hai ragione, a volte esagero. Sono uno stronzo. Dovrei migliorare questo lato del carattere, ma se sono così non è solo colpa mia. Negli anni ho dovuto affilare le unghie ed escogitare modi per non essere preso di mira. Se pensi che io sia esente dai dispiaceri ti sbagli di grosso. Ho sofferto tanto in gioventù, ed ora scusa, ma non voglio più farlo. Non mi dispiacerebbe innamorarmi, ma dubito fortemente che una ragazza riuscirebbe a farmi soffrire. Non sono solo orfano di padre e madre, sono anche orfano di sentimenti, dolcezza; non mi lascio scalfire facilmente da un candido sorriso o un bel culetto.>>

Si stupì di sentire quelle parole. Ma malgrado l'omissione di colpe, il Templare volgeva sempre a suo favore ogni discorso, cosa che lei poco apprezzò di tanta ostentata sincerità.
<<Tuttavia l'appuntamento è stato fissato e sarebbe scortese da parte tua rifiutare. Ma se proprio non ne hai voglia non farti alcun problema, mi inventerò io una scusa per te. Giulia, comunque, non penso ci rimarrebbe troppo male, tanto il suo obiettivo è quello di uscire con me. Come vedi non sono l'unico che finge per ottenere un giovamento, se poi il traguardo è lo stesso, che male c'è se per raggiungerlo utilizziamo differenti percorsi?>>
<<Per me va bene>>, sentenziò decisa, <<io e Jack usciremo con voi domani sera, gli ho appena mandato un messaggio e lui mi ha dato il consenso. Certo non ha fatto salti di gioia ma... ci saremo.>>

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