La mezz'ora successiva la trascorse su un jet express fatto della stessa consistenza dei sogni. La condusse in giro per il mondo, ed entusiasta, lanciò la fantasia al seguito di luoghi sconosciuti e paesi lontani, impiegando la stessa smania di una bambina al suo primo viaggio. Megan scoprì che la Sede non rappresentava l'unico baluardo in possesso dai Templari, altre, seppur più piccole fortezze, svettavano in diverse parti della terra. Parigi, Londra, Mosca e ancora New York, Sydney, e questo evincersi dei fatti possedeva un unico significato: il pianeta era appestato e colmo di quegli abomini chiamati Oscuri.
Nonostante ce la stesse mettendo tutta, di tanto in tanto i suoi occhi finivano per incastrati ai lineamenti perfetti del bel Templare seduto di fronte. Aveva scelto appositamente quel posto per mantenere il più possibile le distanze, ma solo in seguito capì quanto sconveniente e svantaggioso si apprestava essere la prospettiva. Con buone intenzioni, tentò di non fissarlo più del dovuto, ma la sfacciata condotta dell'altro rese vano ogni tentativo di passare inosservato.
Più volte colse lo sfuggevole sguardo da parte di Cristian, e malgrado tentasse di non ricambiare, non fu l'unica ad intercettare le indesiderate attenzioni. Jack, non avendo perso d'occhio neppure per un secondo il compagno di divisa, ribolliva di nera invidia ad ogni interferenza dell'altro. Così, allo stremo della follia, come se fossero soli nella sala, il biondo Templare si lasciò andare ad effusioni tutt'altro che consuete e caste.Baciò Megan con impeto e frustrazione e lei, malgrado il disagio, non poté far a meno che ricambiare il bacio seppur non gradendo; il malcelato disaccordo si manifestò coll'insufficiente partecipazione. Circospetta, si osservò attorno. Nessuno, per educazione o per pudore, li stava guardando, solo uno tra loro, fregandose del bon-ton, li fissava con insistenza. Gli occhi di Cristian, completamente inespressivi, continuarono a studiarli insistentemente anche quando la ninfa, sopraffatta dalla vergogna, deviò lo sguardo socchiudendo le palpebre.
<<Cosa possono vedere i miei occhietti questa sera!>> una voce squillante si fece prepotentemente spazio tra la folla, riuscendo ad ottenere il giusto silenzio. L'intero gruppo si ammutolì.
<<Non ci posso credere! Ed ecco che dopo tre mesi salti fuori.>>
Una bellissima bionda raggiunse il tavolo. Megan, attonita, contemplò la giovane dai lunghi capelli biondi; quei fili d'oro incorniciavano un viso dalle strabilianti fattezze di una dea. Avvicinandosi sempre più, il corpo si mosse sinuoso sotto il morbido tessuto di seta, disegnando, sulla stoffa leggera, le morbide curve femminili dell'impeccabile silhouette. Dopo una breve pausa ricca di suspence, nella quale la giovane studiò con fissità i presenti, la profondità di brillanti zaffiri allungati si posò definitivamente sul capo di Cristian, il quale infastidito, le rispose senza neppure degnarsi di voltarsi per controllare chi fosse: <<che ci fai qui Vanessa?>>"Vanessa... la ragazza delle chiamate" ricordò Megan accusando un pesante colpo al cuore, questa volta di pura angoscia.
Non ricevendo la risposta desiderata, ma solo un lascivo tocco sulla spalla, domandò ancora con sufficienza: <<dunque, cosa vuoi?>>, senza staccare gli occhi dal tozzo bicchiere, continuò a giocherellare con un cubetto di ghiaccio; la fredda figura vorticò velocemente sciogliendosi alla medesima rapidità.
<<Amico stai scherzando vero?>> chiese sorpreso Michele, <<e tu ad una così chiedi cosa vuole? Dolcezza domanda pure a me, sarò lieto di soddisfare ogni tuo capriccio all'istante!>>
La giovane lo esaminò divertita per poi strizzargli l'occhio, tuttavia l'attenzione venne nuovamente incentrata sui lisci capelli nero corvino. <<Tesoro, mi hai abbandonata sommergendomi di promesse e dicendomi che ti saresti fatto sentire al più presto. Non ti sembra eccessiva un'attesa lunga più di novanta giorni? Pensi che io starò qui ad attenderti in eterno?>>Il Templare lasciò andare un sospiro prolungato, per poi riservare una rapida espressione a Megan che, ancora in subbuglio, continuò a tenere in una morsa ferrea ed impietrita il bicchiere mezzo pieno.
<<Andiamo da un'altra parte a parlare...>>, afferrando l'esile polso di Vanessa, la trascinò senza molta grazia. La ragazza, indispettita dall'inusuale trattamento, corrugò la fronte colma di risentimento, ma si lasciò comunque condurre senza opporre resistenza.
<<Avete capito il nostro capitano?!>>, esordì nuovamente Michele, ancora stregato dalle movenze delle lunghe gambe. <<Altro che auto sportiva... avete visto che curve da sballo quella fuoristrada?! Ma possibile che tutte a lui capitino le fortune?>>
Un'altra poderosa gomitata arrivò in tempo per zittirlo.<<Jessy! Ma allora lo fai apposta!>>
<<Devi mantenere quella spregevole lingua al suo posto,>> lo intimò la rossa al culmine della pazzia.
Se avesse potuto li avrebbe seguiti e commesso un massacro, ma stette ben attenta a mantenere ben saldo il fondoschiena sulla propria seduta. Per fortuna al suo fianco si trovava la giusta valvola di sfogo, quindi non ci mise molto ad esternare tutta la sua frustrazione.
<<Ma allora dillo che sei gelosa>> la canzonò Michele esibendosi in una patetica espressione da uomo virtuoso. Ci pensò Melita a servirgli una piccante risposta: <<ah, di te non sicuro!>> e, come al solito, il giovane finì per demoralizzarsi ingobbendosi sulla schiena. <<Comunque, quella chi era?>> domandò ancora la piccola Templare. Strizzò gli occhi tentando di seguire la coppia che si perse tra la folla.
<<Mai vista prima d'ora. Sono sicuro che me ne ricorderei altrimenti,>> osò proferire Giacomo, ricevendo in cambio un'occhiata decisamente più dolorosa di una gomitata. <<Ehi piccola, stavo scherzando. E poi sai che a me non piacciono le bionde spilungone.>>
<<Ti sei salvato in extremis, amico!>> Concluse Adrian, accompagnato da una risata collettiva.Nonostante la spensieratezza fosse nuovamente tornata al tavolo, questa non sfiorò minimamente la ninfa, che nervosamente si tormentò per la restante mezz'ora, scrutando senza successo la porta che aveva visto sparire i due tempo addietro.
Finora aveva condotto una piacevole serata al fianco di Jack. Malgrado l'altra presenza, questo non era riuscito a rovinare il benessere interiore appena ritrovato; convinzione che l'aveva vista dirigersi con eccessiva beatitudine alla speranza del ritrovato equilibrio.Tutto vero fino all'arrivo di quella donna, quando si era sentita travolgere dall'impeto della gelosia. Mai provata una tale angoscia prima d'ora, si trovò spiazzata di fronte al nuovo e devastante sentimento. Da qualche mese ormai aveva assistito impotente alla perdita completa del controllo su se stessa; il proprio raziocinio, ospite indesiderato di un corpo alieno, era stato soppresso ed imprigionato oltre le sbarre del catastrofico mutamento. Assurda verità per una come lei, abituata ad avere sempre tutto sotto controllo, in primis i propri desideri. Inutile mettere un freno ai turpi pensieri, l'imprevedibilità della vita serbava nuovi capovolgimenti, prima del sorgere del sole avrebbe capito quanta poca convinzione dimorasse nella logica del suo credo.
<<Meg? Non ti senti bene per caso?>> Jack, preoccupato, le parlò all'orecchio. Evidentemente, i tentativi attuati per celare alla bell'e meglio il proprio stato d'animo erano falliti penosamente.
<<In realtà non molto... sai non ho mangiato questa sera e ho paura che il cocktail mi stia facendo uno strano effetto. Se non ti dispiace, vado un attimo in bagno.>>
<<Ti accompagno...>>
<<No Jack,>> lo bloccò riportandolo a sedere, <<è giusto dietro a quel muro, ti prego fammi andare sola, proprio come una ragazza normale. Pensi che se dovessi urlare e chiedere aiuto voi non mi sentireste?>>
Senza aspettare una risposta, si avviò lungo il breve tratto.Giunta a destinazione, ad attenderla fu tutt'altro che una rilassante distrazione. Avvinghiati come il polipo al suo scoglio, scoprì un Cristian ed una Vanessa concedersi in atteggiamenti ben poco puritani. Il sangue le si raggelò nelle vene pietrificandola sul posto. E come se lo sgomento avesse urlato al mondo intero il suo shock e la sua presenza, i due si scostarono accorgendosi di lei.
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FantasyPrimo libro de la saga: L'IMPERATRICE DEI TRE MONDI Megan Viola crede che il mondo sia un posto sicuro. Malgrado la tragica parentesi che ha già visto travolgere la sua giovane esistenza, non cambierebbe nulla della sua monotona routine. Ama le dor...