4-Progetto Ω

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"Guarda!" disse Amy sorridendo alla gemella.
"Silver ha cambiato le lensuola dei letti!"
Krista fece un sorrisino a labbra strette, giusto per non restare impassibile a ció che la gemella le aveva detto.
Le lensuola dei letti erano ora di un color lavanda tenue e c'erano raffigurati dei garofani rosso-porpora, dei fiori di lavanda e rametti di rosmarino.
"Mh..." Amy sorrise ancora, sfiorando col palmo della mano il lensuolo del letto.
"Guarda Kry...le piante sulla stampa dei letti!" indicó lei.
Krista, che stava prendendo dal suo armadio verde l'asciugamano per andare in bagno, si giró verso la sorella.
"Lavanda, garofano e rosmarino...le piante preferite di mamma!"
"Ah si?" chiese Krista.
"Secondo te perché ce ne sono cosí tante in giardino?"
"Ah..." si voltó Krista "di certo non vado a chiedere a mamma quale sono le sue piante preferite!"
"E il tuo secondo nome...!" proseguí Amy.
"Si questo é vero..." disse Krista "Lavanda"
Amy guardó fuori dalla finestra pensierosa, mentre la gemella si affrettava ad andare in bagno.
Nella stanza accanto, i ragazzi erano giá stati in bagno e Ruben si era messo giá il pijama.
"Perché?" chiese Xander.
"Cosa?"
Il ragazzo indicó il pijama scuotendo in avanti il capo.
"Bho...sto piú comodo!"
"Oook!"
La divisa rossa bordeaux con i soli bronzei di Ruben, quel kimono che Silver gli aveva dato prima di raggiungere Mykes, stava ripiegato sul suo comodino blu.
Xander si avvicinó alla finestra della camera, osservando il suo leggero riflesso sul vetro e incrociando i verdi occhi della sua immagine.
Si toccó la fronte.
"Chissá quando tutto finirá..." pensó malinconico.
Per i Gemini la sera e la notte erano sempre momenti importanti, in quanto potevano rielaborare tutte le informazioni acquisite durante il giorno e riflettere sulla totalitá degli eventi, cercando di ricongiungere eventuali tasselli e fare chiarezza sulle proprie idee.
"Già, quattro giorni..." disse Ruben, tuffandosi a pancia in giú sul letto dorato, le cui lensuola erano state cambiate prima dal folletto.
Xander sospiró.
La volta celeste si tinse di un blu tendente al nero, ingogliando la bianca luce delle due stelle a semiluna e accendendo quelle delle costellazioni.
Xander guardó la Vergine, che era appena visibile in cielo.
"Xander!"
Ruben si rigiró sopra al letto, accovacciandosi su di un fianco.
"Si...dimmi!"
"Tu non pensi che...che quella figura alata che ci ha salvati fosse...?"
Xander sospiró di nuovo, distogliendo lo sguardo e la mente dagli astri notturni.
"Virginia?" domandó Xander.
Ruben non proferì alcuna parola, quindi secondo la logica di Xander, aveva implicitamente risposto di si.
"Senti Ruben...!"
"Xander!" esclamó interrompendolo "Io ci sto male!"
Xander inarcó le sopracciglia.
"Ruben...la conoscevamo a malapena!"
"Lo so ma a me...lei piaceva!"
Gli occhi di Ruben si fecero lucidi.
"Io credo che tu stia esagerando! Torna in te Ruben. Da quando siamo quí abbiamo visto molta gente morta per mano della Nowherec...!"
"Ma senti una cosa Xander..." sopraggiunse Ruben "tu non sei mai stato innamorato...?"
Xander spalancó le labbra ed arrossí.
"Ruben stai esagerando!"
"Rispondimi!" gridó.
"Bhe insomma...io..."
Il ragazzo dal kimono blu distolse lo sguardo dal gemello e giró la testa da un lato.
"É ora di cena!"
Silver dalla cucina stava chiamando i ragazzi.
Ruben e Xander uscirono dalla porta senza neanche guardarsi; quest'ultimo ne approfittó per non rispondere all'interrogativo posto dal fratello.
Krista ed Amy erano giá sedute sul tavolo e Silver lo aveva appena imbandito con un grosso piatto contenente enormi funghi arrostiti.
Un altro piattino si trovava davanti a Krista, contente una piccola bistecca di carne. A lei non piacevano i funghi.
"Che succede voi due?" chiese questa, notando il comportamento dei ragazzi.
"Avranno litigato!" le sussurró la sorella.
"Buon appetito!" esclamó Silver.
Cenarono tranquillamente; poi si sitemarono sulle comode poltroncine vellutate del salotto, mentre Silver dopo aver sparecchiato assieme ad Amy, prese il vasetto contenente il Fiore Stellato, e gli cambió l'acqua.
"Ecco fatto!" disse.
"Sbaglio o la gemma é un po' piú grande?" chiese Amy, guardando il bocciolo bianco all'apice dello stelo dorato del fiore.
"Ho anch'io questa impressione!" la appoggió la sorella.
"A giudicare dalle foglie della piantina e dal suo piccolo bulbo..." dedusse Amy "il fiore che sboccerá sará un giglio, un giglio bianco!"
"Oh che bello!" esclamó Silver, poggiando sul tavolo della cucina il vaso.
"Sei un fenomeno Amy!" esclamó Xander.
"Ah grazie!" rise lei.
"Chissà che ci ha lasciato Virginia di tanto potente?!" disse Ruben, scorgendo il bagliore stellare da una finestrella tonda.
"Era una grande ninfa..." continuó Silver, guardando il fiore.
"Nonostante fosse stata incaricata dalla Nowhere-corp di ucciderci, si é ribellata ed é fuggita!"
I Gemini annuirono.
"Anche il Sagittarius..." intervenne Amy "prima che tornasse una statua, era diventato buono!"
"Se ci fate caso..." disse Xander "solo le creature umanoidi hanno riacquisito coscienza prima della morte!"
"Le altre creature affrontate" continuó "sembravano completamente annebbiate dalla malvagitá!"
Ruben sospiró. "Chissá...chi era Virginia, prima che morisse e le facessero la statua!?"
Ruben appena esclamato ció, si guardó intorno imbarazzato ed evitó di incrociare gli sguardi degli altri, in particolare del gemello: era consapevole che il sentir uscire la parola 'Virginia' ancora dalle sue labbra, avrebbe potuto turbarli.
Eppure lui sapeva nel profondo di nutrire qualcosa per la ragazza defunta, un legame particolare che gli faceva battere il cuore ogni qualvolta pensasse a lei.
Silver fece le spallucce.
"Una persona importante, suppongo!" disse Amy sorridente.
La notte non tardó ad arrivare, risucchiando ogni suono o luce come un buco nero.
I ragazzi, dopo essersi salutati, si addentrarono nelle rispettive camere, si tolsero di dosso i kimono colorati ed andarono a letto.
Silver invece uscí dalla casa.
"Che silenzio qui intorno..." pensó.
La cittá di Mykes era buia e deserta. In realtá gli abitanti c'erano eccome, solamente che erano distesi a terra privi di vita e dolcemente avvolti dall'oscuritá, come addormentati.
Silver alzó le braccia e una leggera brezza aleggió attorno alla casetta che adagiava su una nuvola fluttuante a dieci centimetri dal suolo coperto di funghi.
Inizió a soffiare, e produsse una fitta nebbia d'argento scintillante che vorticó attorno a lui e all'abitazione, formando una cupola.
Poi sibiló una strana formula e la nube scomparve, cosí come la casetta ed esso stesso.
Rientró.
"Spero che per questa notte almeno reggerá la barriera illusoria..." pensó a voce alta "almeno terró alla larga i 118"
Silver attraversó il corridoio dove c'erano le camere dei ragazzi e il bagno, ed aprí una porta di legno turchese sistemata in fondo accanto ad una rossa.
La cameretta del folletto era di forma tonda, le pareti erano turchesi, il pavimento era di vetro trasparente ed il soffitto blu scuro con delle stelline dorate.
Su metà parete c'era una grossa libreria piena e sull'altra, moltissime mensole dove c'erano dei vasetti con piante di Leaphantom ed una finestra tonda piú grande di tutte le altre della casa.
Tutta la stanza era illuminata da una abat-jour a forma di fiore bianco accanto al letto.
Silver fluttuó al centro della stanza e si accomodó sul suo letto rotondo dalle coperte e cuscino argentati.
"E se..." pensó "quella figura alata fosse...?!"
Poi guardó fuori dalla finestra.
"No...non puó essere."
Il folletto si infiló un pijama, si rimboccó le coperte e spense la lampadina senza toccarla.
Mentre i ragazzi ronfavano tranquilli, la natura notturna di Xander, si risveglió dopo molti giorni. Si alzó dal letto sonnambulo, ma ad occhi aperti, e camminó per il corridoio.
Accanto alla porta turchese del folletto, c'era un'altra porta rossa.
Xander, con gli occhi verdi aperti e i capelli spettinati, la aprí senza alcun indugio: la stanza completamente bianca con un forziere dorato al centro era quella da cui i Gemini avevano preso le divise la prima mattina e avevano posizionato il grande quadro di Pollux.
Era lí, sulla parete in fondo.
Xander zoppicó come uno zombie e raggiunse il quadro.
Era strano. La passione per le opere d'arte era una caratteristica che contraddistingueva Ruben da sempre; anche Xander era un tipo artistico, ma non aveva mai provato tanta attrazione per qualcosa che non avesse creato lui stesso.
Stava per sfiorarlo, quando una figura oscura gli si avvicinó alle spalle.
"Ahhhh!"
Il ragazzo urló e cadde a terra.
"Krista! Ma che ti é saltato in mente?!" gridó lui.
"Shhh! Siamo in piena notte!" rispose la ragazza in pijama.
Lei lo aiutó ad alzarsi.
"Che stai facendo in questa stanza Xander?" sussurró lei.
"Io...non lo so!"
"Stavi toccando il quadro!" disse lei a braccia conserte.
Lui si grattó incredulo la testa.
"Vabhe...lo sai che mi alzo di notte!"
"Che intenzioni avevi? Dì la veritá!"
Xander rispose, sbadigliando:
"Eddai Kry, falla finita!"
Lei roteó gli occhi, e lo afferró per un braccio.
I ragazzi tornarono nelle loro stanze mentre il quadro di Pollux che raffigurava la Gemma Geminorum nello spazio, restava solitario su quella parete, illuminato dalla luce notturna delle costellazioni.
Nel frattempo in un luogo remoto e sconosciuto, qualcosa di strano stava accadendo, e delle voci stavano complottando qualcosa di oscuro.
Il cielo era grigio e nebbioso. Le sfumature arcobaleno della volta diurna e le due grandi stelle di Posto erano assenti. Regnava il silenzio piú spettrale.
Un alone di tenebra ricopriva completamente l'orizzonte, impossibile alla vista.
C'era uno stretto fiume che, scorrendo lento, confluiva in un lago di piccole dimensioni completamente ghiacciato.
Ai lati delle acque, cosí come al grigio orizzonte, si contorcevano immobili migliaia di viticci erti e neri, completamente ricoperti di spine.
Solo una luce scarlatta si intravedeva in lontananza, velata dalla foschìa.
Al centro del laghetto di ghiaccio vi era una quercia, una grossa e vecchia quercia nera senza foglie, con i rami tutti bitorzoluti sulla cui corteccia era incisa una lettera: "Ω".
L'albero si ergeva in una sorta di isolotto di terriccio nero da cui spuntavano rovi spinosi.
Due figure incappucciate, una piú alta e magra, l'altra piú bassa e robusta, erano chine sul freddo ghiaccio del lago con la testa bassa, ad una ventina di metri dall'albero.
Decine di neri uccelli da un occhio rosso, gli Strix, si posarono sui rami della quercia; altri stormi demoniaci arrivarono facendosi largo tra la nebbia e si appollaiarono lungo il perimetro spinoso del laghetto di ghiaccio.
Un'atmosfera tombale.
Una voce poi parló rompendo il silenzio:
"Miei seguaci...il Progetto Omega sta procedendo secondo i piani.
Il Frutto sta per maturare...gli Strix stanno facendo un ottimo lavoro."
Era stato l'albero a parlare. La voce che aveva appena proferito quella frase aveva una natura doppia: sembrava la sovrapposizione di un timbro da uomo asciutto e corposo, ed una voce dal timbro oscuro e cavernoso.
Un essere umano avrebbe sicuramente tremato udendo quella voce parlare.
Le due figure incappucciate scossero la testa.
"Tuttavia..." continuó "Vega é stata uccisa!
Il compito del vostro trio si sta rivelando fallimentare..."
"Ma Maestro..." sopraggiunse una voce maschile calda e profonda, alzando il braccio.
"Altair!" disse l'albero lentamente "Quante volte ti ho detto di non interrompermi!?"
L'altra figura incappucciata, quella piú alta e magra, stava tremando come una foglia secca.
"Deneb!" si rivolse l'entitá a quest'ultimo.
"S-s-si Maestro?" balbettó con voce stridula e tremante.
"Sei stato bravo ad usare il Sagittarius! Ottima mossa! Tuttavia...hai sprecato la statua e i Gemini l'hanno purificata!"
"M-mi dispiace Maestro...m-ma, me ne rimangono alt-tre due..."
"Deneb!" esclamó l'altra figura incappucciata alla sua sinistra "Non possiamo continuamente sprecare i monumenti del cielo!"
"Altair!" lo riprese l'albero "Non rimproverare tuo fratello! I monumenti in un modo o nell'altro torneranno al cielo...non possiamo evitarlo!
Il potere oscuro che li avvolgeva, da quando la Gemma Geminorum é tornata nel nostro mondo, sta venendo meno...temo che a breve non sarete piú in grado di utilizzarli! Si purificheranno."
"Ma é terribile Maest..."
Altair diede a Deneb una pacca sul braccio e quello si interruppe bruscamente, per poi riformulare:
"Cioé...é gr-grandioso Maestro! Utilizzeremo le poche bestie rimaste a disposizione."
"In attesa che il Frutto maturi, voi due dovrete cercare di uccidere i Gemini! Nel frattempo gli Strix si occuperanno di spiare le loro mosse fino al raggiungimento della Place-corp e contemporaneamente raduneró altri membri della Nowhere-corp che sorveglieranno l'entrata del Tartaros nel caso i Gemini riuscissero a scoprire dove ci troviamo!"
I due uomini incappucciati annuirono.
"E se voi falliste...ci saranno loro quattro a rimpiazzarvi!"
Quattro figure oscure apparvero nella nebbia, fluttuando attorno alla grossa quercia.
"Ma Maestro!" esclamó la figura piú muscolosa "Sono delle ragazzine!"
Le figure ridacchiarono fastidiosamente.
Una di esse poi prese a parlare:
"Se il Maestro ha mandato in missione per primi proprio voi, é solamente perché siete i piú sacrificabili!"
"Acrux! Taci!" la rimproveró il Maestro.
"Mi scuso...Maestro!"
La ragazzina smorfiosa indietreggió offesa nell'oscuritá.
"Dunque...fatevi trovare sulle prossime tappe che i Gemini percorreranno, ed impedite loro di raggiungere il Blazar!"
Le due figure chine sul ghiaccio annuirono; poi Deneb, la creatura incappucciata piú magra domandó imbarazzato al fratello: "Che cos'é Altair, il Blazar?"
"Idiota!" esclamó lui silenziosamente "Il buco nero...!"
"Ok fratello...eheh lo sapevo giá comunque!" ridacchió.
"Quando li avrete uccisi, la vendetta di Ununoctio finalmente sará completa, ed io, dopo aver mangiato il Frutto, mi libereró finalmente da questo insulso Albero Omega, le catene in cui la Place-corp mi sigilló per porre fine alla mia sete di vendetta!"
"Capito Signore!" esclamarono in coro le sagome in cappuccio nero.
"Ora andate! I 118 concretizzeranno il Progetto Omega...
in men che non si dica!" disse convinto con duplice voce.
Le quattro ragazzine fluttuanti risero.
Le sagome incappucciate si voltarono e si incamminarono oltre il lago di ghiaccio, scomparendo nella grigia nebbia; gli Strix, appollaiati sui rami della quercia, spiegarono le ali e spiccarono il volo, pronti per andare a succhiare il sangue a tutti coloro che gli capitassero a tiro, mentre le quattro ragazze esplosero una ad una in uno scoppio di petali neri.
Ora nel luogo sconosciuto caló nuovamente il silenzio piú profondo. L'Albero Omega si ergeva spettrale al centro del lago di ghiaccio.
Il cielo era di un grigio scuro, penetrato da quella luce cremisi dalla forma allungata che a malapena si intravedeva: una colonna.

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