7-Isola dei Morti

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"Amy!" esclamó Krista, cercando di alzarsi.
Una fenice di fiamme voló verso le ceneri di Decrux e consumó la mandorla nera che era fuoriuscita.
Krista era troppo stanca per andare a soccorrere la sorella priva di sensi, ugualmente Ruben.
Xander, guardando i compagni stesi sul nero suolo dell'isola, capí che non poteva restare a combattere a quel modo contro Acrux. Doveva dare una svolta al combattimento; deviare con il suo potere il drago d'acqua che veniva in sua direzione, non era il modo migliore per sconfiggere l'avversaria.
"Che c'é?! Non sai fare altro?" lo provocó Acrux, bagnata dalla testa ai piedi.
"Sta' zitta!"
Acrux si adiró; il dragone si tramutó in ghiaccio e voló verso di Xander come un statua.
"Attento fratello!" gridó Ruben, mentre Krista gli disinfettava le ferite con l'olio di tarassaco.
Ancora una volta una fenice incandescente attraversó il drago di ghiaccio e questo si dissolse in una pioggia che cadde sulla testa di Xander.
"Perché l'hai fatto Rub...?"
"Zitto e combatti, stolto che non sei altro!
Volevi rimanere schiacciato?"
"Ah, ora litigate?" domandó Acrux.
"No io..." disse Xander rivolto al fratello "volevo poter contare sulle mie forze.
Volevo farcela da solo, come voi."
Acrux rise di gusto.
"Ma se in quattro non ne valete uno...!"
"Taci, strega!" urló Krista, dirigendosi verso la gemella priva di sensi.
"Avete ucciso le mie sorelle.
Non vi perdoneró per questo."
"Anche tu vuoi ucciderci. Siamo sulla stessa barca!" esclamó Xander, avvicinandosi piano piano al pugnale in terra.
"No...non siamo sulla stessa barca. Noi siamo esseri superiori...non siamo mica un Sacco di Carbone!"
"La finisci con questo carbone?!" strilló Krista.
"Allora, se siete superiori, non dovreste temere la morte!" sopraggiunse Ruben.
Acrux strinse il pugno.
"Zitto...zitto...
non possono parlare con delle bestiacce come voi.
Voi, che vi siete rifiutati di abbracciare la morte. Voi che non avete accettato di perire..."
"Noi non siamo quelli là!" intervenne Krista "Noi siamo i Gemini!"
"Giusto...siete solo meri contenitori con anime fasulle.
Anime che i sovrani avrebbero buttato via...anime nate per sbaglio, che avrebbero giá dovuto estinguersi."
"Non lo dire." disse Xander.
"Non dire una sola parola."
"Come osi...?"
"Alpha Quasar!"
Delle nubi bianche comparvero nell'aria, vorticarono attorno a Xander e si radunarono davanti al suo petto.
Una stella azzurrina di luce crebbe, e il ragazzo le diede un pugno energico, facendola partire in una brezza congelante.
"Non l'avrai vinta." affermó Acrux, facendo uscire dalla Coppa un serpente d'acqua.
La stella di luce azzurra trapassó il serpente, congelandolo; si appressó ad Acrux e la colpí in pieno, scolpendo un riccio di ghiaccio che inglobó la sua figura.
La nemica tuttavia non sembrava essere morta e il ghiaccio si stava sgretolando.
Xander finalmente afferró il pugnale per terra, corse piú veloce che mai e a due metri dalla statua di ghiaccio e saltó in aria.
Mentre il ragazzo era a mezz'aria il ghiaccio che lui stesso aveva creato si frantumó.
Una luce abbagliante accecó il ragazzo.
Cadde all'indietro, nell'immensitá di scintille e schegge di ghiaccio che schizzavano ovunque.
Il serpente congelato che era fuoriuscito dalla Coppa si frantumó e le schegge colpirono il ragazzo.
Lui si rialzó velocemente e scaió il pugnale sul viso della nemica.
Acrux, col pugnale conficcato sulla fronte, inizió a piangere lacrime di sangue scarlatto e si accasció a terra.
"Non vi ho potute...vendicare, sorelle mie...
non sono stata abbastanza forte."
Amy si sveglió, mentre Krista e Ruben guardavano con attenzione la scena.
Xander si alzó per raccogliere il pugnale, e lo estrasse dal capo della nemica, notando che l'arma, sulla punta della lama, aveva conficcato il Seme dell'Invidia.
"Le Quattro Regine sono state distrutte, ahimè!" sussurró Acrux, piangendo sangue.
Torse dolorante il capo verso il ragazzo; il suo corpo inizió pian piano ad incenerirsi a partire dai piedi.
"Che sciocchi. Avete perso la grande occasione di essere uccisi per mano delle Quattro Regine."
"Questa é la potenza dei Gemini." affermó Xander.
"Non credere sia finita quì." aggiunse Acrux, mentre le gambe si stavano tramutando in cenere nera.
"Se continuerete per questo oscuro sentiero, percorrerete una strada macchiata di dolore, odio, sangue, lacrime...e oblio."
La sua voce soffocata si spense e il suo viso insanguinato si incenerí, e voló nel vento.
Xander si lasció cadere sul terreno scuro, mentre Krista alzava lo sguardo per vedere lampeggiare una nuova costellazione, che poi scomparve: la Croce del Sud.
"Kry...é tutto finito?!" chiese Amy, con la testa sulle cosce della gemella.
"Si. Le abbiamo sconfitte." affermó lei, continuando a disinfettarle le ferite.
Ruben si avvicinó ad Amy, e mentre la ragazza si stava riprendendo, Krista raggiunse Xander ed inizió a disinfettargli le ferite.
"Le tue le hai curate?" domandó il ragazzo all'amica.
"Le mie non erano molte."
"Ah, perché te sei piú forte di noi." scherzó il ragazzo, maneggiando il pugnale intriso del sangue di Acrux.
"Che scemo...
piuttosto, che ha farfugliato la strega prima di crepare?"
"Ha detto: percorrerete una strada macchiata di dolore, odio, sangue, lacrime e oblio.
Chissá se é vero..."
"Che bell'augurio." disse Krista "Ma...la storia che te saresti il leader me la lego al dito eh!"
"Ah" rise il ragazzo "ma io dicevo tanto per dire.
Non ho mai...avuto la stoffa del capo. Non sono bravo a comandare."
"Xander stai bene?" domandó Amy alzandosi in piedi.
"Abbastanza dai...
E tu Ruben, che schiaffone che hai preso!"
"Eh, le donne sono fatte cosí!" esclamó il gemello.
Amy sorrise e poi si mise a guardare verso il basso.
"Che frana che sono." pensó a voce alta "Sono svenuta di nuovo."
"Ah, ma dai Amy." la consoló Ruben "Una donzella che si rispetti deve saper svenire sempre nel momento giusto.
E tu l'hai fatto."
"Grazie Ruby." ridacchió lei.
Xander e Krista si guardarono tra loro: a lei venne da ridere, e lui chiuse gli occhi, pensando se fosse piú stupido suo fratello, o Amy che lo assecondava sempre.
"Piuttosto, quella freccia di luce da dove l'hai presa?" domandó Ruben.
"Eh..." sorrise Amy "é un segreto."
"Sei una donna dalle mille risorse." scherzó Xander.
"Proprio una donna da sposare." continuó Ruben.
"Ma smettetela idioti." rise Krista.
"Le Quattro Regine sono morte ormai." affermó soddisfatto Ruben.
"Già" continuó il fratello, abbassando lo sguardo "ma in compenso sappiamo tutta la veritá su questo pugnale."
Se quello che Acrux e le sorelle avevano detto era vero, quel pugnale magico che sarebbe servito a Maya per uccidere Castor e spezzare la sua maledizione, era stato usato dalla ninfa Virginia per uccidere Euritione, e in seguito per togliersi la vita lei stessa.
"Era stata stregata dai 118." disse Xander, riponendo la lama argentata, disinfettata con l'olio di tarassaco, nel fodero blu a pesci dorati.
"Povero Euritione." mormoró Amy, immaginandosi in cielo la costellazione del Sagittario che splendeva fiera nel buio, e la sua voce calda e rassicurante che echeggiava nelle sue orecchie.
Alzó lo sguardo in alto, ma vide solamente la luce scarlatta del cielo, che, da quella piacevole e confortante di un tramonto, si era tramutata in una distesa di sangue che la opprimeva.
I fiumi che si rarefacevano nel suolo nero, irrobustivano al contempo la loro portata, tuffandosi gli uni dentro gli altri, trasformandosi in capienti corsi d'acqua che indicavano la via ai quattro ragazzi.
"Silver mi manca." disse Krista.
"Daiii! Che musi lunghi!" esplose Ruben "Siate positivi ed alzate la testa!
É questo che Propus avrebbe detto.
Tutti si aspettano grandi cose da noi, forse enormi, e noi non li deluderemo!"
"Hai ragione." condivise Krista.
"Allora proseguiamo e facciamoci forza, siamo i Gemini." sorrise Amy.
Si alzarono e ripartirono.
L'idea che erano riusciti a sconfiggere quelle quattro senza ferirsi gravemente confortava Krista, mentre Amy ripensava alla treccia di Decrux che le si avvinghiava attorno al collo.
Krista lanció un'occhiata fulminea al collo della sorella, che se lo stava massaggiando. Fu stranamente pervasa dal senso di colpa, in quanto proprio lei, la notta trascorsa nel Place-palace, aveva tentato di strangolare Amy, sotto effetto del veleno dello Scorpio.
"Quante ne passeremo ancora?" mormoró Amy.
"Dobbiamo tenere duro e basta." affermó Krista.
"Che senso ha combattere a questo modo?" continuó stanca la ragazza in rosa.
"É la nostra missione, no?!" esclamó la sorella.
Amy la guardó e le fece un sorriso compassionevole.
"Quanti progressi hai fatto sorellina..."
Krista sbarró gli occhi imbarazzata.
"Mi ricordo che prima non volevi far altro che tornare a casa.
Non te ne interessava niente di questo mondo."
"Sul serio?" irruppe Xander serio.
"Amy, ma che dici?" esclamó Krista.
"No. Io dico che sei migliorata, e che sei meglio cosí."
"Grazie Amy." rispose Krista, sollevata.
"Le donne...chi le capisce?" mormoró Xander, roteando gli occhi.
Ruben sbuffò al fratello, si voltó e si avvicinó alle due gemelle.
"Ne abbiamo passate tante e abbiamo vinto perché..." riprese lui sulla scia del discorso di Amy "siamo Starseed!"
"Ancora?!" rise Krista.
"Puoi ben dirlo. Siamo GLI Starseed. I veri Starseed."
Anche Amy rise.
"Quante arie Rub." disse Xander.
Sospiró e guardó in alto nel cielo scarlatto.
"Acrux, la Regina della Mente." pensó lui a voce alta "Forse ho veramente rischiato di perdere me stesso mentre combattevo con quea racchia.
In un certo senso é sempre stato quello di cui ho piú il terrore...perdere la ragione."
"Ti capisco." mormoró Krista.
"Ecco perché non ti sei mai ubriacato!" rise il fratello.
"Sta' zitto, guastafeste."
"Ma allora! Invece di ciarlare...ci affrettiamo?!" li sbloccó Ruben, gridando a squarciagola.
"Senz'altro!" urló euforica Amy.
Krista e Xander si guardarono e risero dei fratelli.
Ora la loro meta, ossia la regione piú scura esattamente al centro di quell'isola nera, era piú visibile.
Le nubi violacee che fino a prima erano state assenti nel cielo rosso, si andavano a contorcere perfettamente al Nadìr, cioé sopra quella zona oscura.
"Che cos'é?" disse Ruben, strizzandosi gli occhi.
La foschìa nera si levó, e tutti e quattro si resero conto della stessa cosa: i fiumiciattoli che si ingrandivano progressivamente nel suolo, andavano a convergere tutti in un punto, per dare origine ad un grosso fiume che procedeva in direzione del Nadìr.
"Quindi..." esclamó Xander "fino ad ora ci siamo trovati nella foce di un fiume!"
"Giá!" lo appoggió Amy, incantata.
"Si peró..." indicó Krista "é una foce al contrario."
"É vero." concluse Ruben "L'acqua scorre dall'oceano Ennosigeo attraverso i fiumiciattoli per andare in quel fiume.
Quindi questa é...sia la foce che la sorgente del fiume!"
Ruben aveva visto giusto: al contrario di un normale fiume, quello che si intravedeva scorreva esattamente secondo il senso di percorrenza dei Gemini.
"Ecco! Se nasce dal mare" scherzó Xander "ci manca che sfoci in una montagna..."
Man mano che camminavano la brezza si alzava e la temperatura scendeva; il cielo si tingeva di lilla e la foschìa aumentava.
Amy si ricordó dello spray donatogli da Titanio, quello che avrebbe allontanato il Ficus, pensando se lei stessa sarebbe riuscita in qualche modo a controllare la pianta demonica con i suoi poteri.
Chissá che tipo di pianta era, si domandava spesso la ragazza. Di solito le piante del genere Ficus, non possedevano spine come quelle.
Sarebbe bastato distruggerne la radice per eliminarlo del tutto?
Ai Gemini un'immagine apparve loro chiara davanti agli occhi: un alto recinto di cipressi contornava la zona sotto il Nadìr.
"Cipressi?! Siamo in un cimitero?" ironizzó Xander.
"Oh dannazione!" continuó lui "Io e te Ruben siamo allergici ai cipressi!"
"Cacchio é vero!"
Xander iniziava giá ad avvertire un lieve bruciore agli occhi, ma era sopportabile. Ruben invece non sentiva nulla: era grazie alle lenti a contatto magiche che da qualche giorno indossava.
Peggio di un cimitero: la zona circolare con le piante aguzze nascondeva un luogo silenzioso e tetro, dominato dal vorticare di nubi violette e una corrente d'aria potente.
Il grosso fiume che nasceva dai molti affluenti sul terreno nero, si apriva un varco nella zona scura, e passava in quella che ora sembrava un'apertura.
"Suppongo che dovremmo entrare lì!" suggerí perplessa Krista.
"Come facciamo?! E poi ne siamo sicuri?" ribatté Xander.
Mentre i quattro si avvicinavano alla lontana zona oscura, dietro ai cipressi si stagliarono imponenti delle mura antiche, simili a rovine.
Il fiume lento oltrepassava l'apertura tra gli scuri cipressi, per poi attraversare un ogivale, enorme arco di pietra.
"Cristo Santo!" esclamó Ruben strofinandosi gli occhi.
"Ma sembra...é proprio...!"
"Cosa Rub, cosa?" lo spronó Krista.
Il ragazzo indicó col dito tremolante lo scenario annebbiato.
"L'Isola dei Morti...di Boklin!"
"L'isola dei...?!" ripeté Xander.
"Si é proprio lei!"
"É un...quadro?" domandó Amy.
"Eccome se lo è!" rispose estasiato lui.
"Si, ma dal nome non promette tanto bene!" aggiunse Krista.
Una sagoma con una barca di legno sottile, si levó dalla foschìa.
"C'é qualcuno guardate." indicó sottovoce Xander.
Amy incroció gli avambracci.
"Altri nemici?" fece Krista.
"Ma non é possibile!" esclamó Ruben "Come fa a navigare tranquillamente controcorrente?!"
"É da quando sono su Posto che mi chiedo se quello che vediamo é possibile o no!" affermó Xander, sbuffando.
Ora si vedeva: una barchetta nera e aguzza, con un navigatore alto e magro in una veste nera, dal cui cappuccio fuoriuscivano una lunga barba argentata e due fiaccole rosse ardenti.
Questi impugnava un lungo e sottile remo con cui manovrava la barca, e veniva verso la foce del fiume, proprio a una ventina di metri davanti ai Gemini.
"É proprio come il quadro di Boklin..." balbettó Ruben ad occhi sgranati.
La barca nera si arrestó per magia.
"É la morte che ci é venuta a prende..." disse Xander, che venne interrotto da uno schiaffetto di Krista sulla testa.
"Ahia!"
"Avviciniamoci con cautela." suggerí Ruben.
I ragazzi approvarono e a piccoli passi si incamminarono verso la foce del fiume, in direzione della figura incappucciata.
I due occhi cremisi dell'uomo, come due fiaccole ardenti, fecero tornare in mente ai Gemini le due guardiane della Foresta degli Specchi.
Si appressarono ancora di piú alla foce del grigio fiume.
"Salute a voi, Gemini." disse l'uomo incappucciato.
La sua voce era estremamente bassa e cavernosa. Il suo timbro sembrava scuotere la terra sotto i piedi dei gemelli.
Le mani grigiastre e raggrinzite che impugnavano il remo lasciavano immaginare che la creatura aveva l'aspetto di un vecchio, celato sotto quel manto opaco.
I Gemini si arrestarono.

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