Una senzazione familiare attraversó i corpi dei gemelli.
Una strana freschezza li pervase, e i quattro piacevolmente toccarono terra, mentre le ali bianche sulle loro schiene svanivano.
Si guardarono intorno; lo sciabordare del mare era cessato, e al posto della barriera trasparente, alle loro spalle vi era come un muro di roccia nera che perimetrava l'isola.
"É questo...il Tartaros?" fece Amy, guardandosi intorno spaesata.
"No..." disse la sorella "dobbiamo attraversare il Blazar per andare nel Tartaros."
"Non vi nascondo che ho una paura tremenda..." affermó Xander.
Era strano: il paesaggio non era una distesa di terriccio nero, bensí una grande regione rocciosa, solcata da parecchi corsi d'acqua di piccolissima portata, come dei fossi.
Questi entravano da fessure sulla parete nera che cintava quel posto oscuro.
Apparentemente l'isola era molto piú grande di quello che si poteva pensare vista dall'esterno, ma il dettaglio piú bizzarro era che il cielo aveva una colorazione rosso caldo, con sfumature arancioni e rosate.
"Sembra il cielo al tramonto!" indicó Ruben.
"Le stelle non ci sono." aggiunse Krista.
Non solo non c'erano le stelle, ma il cielo sembrava come quello di un tramonto sanguigno. Lo stesso colore dell'ultimo tramonto che videro i ragazzi prima dell'avvento su Posto. Sette giorni prima. Nel sentiero che iniziava dalla loro amata Cerqua.
Il Sole tuttavia non c'era.
"Io sono sempre pronta a far scattare la barriera" disse Amy.
"Io proporrei di volare." esclamó Ruben.
"Giá. Abbiamo queso potere per mezz'ora!" condivise il fratello.
"Allora andiamo!" concluse Krista.
I Gemelli si concentrarono, e le pietre splendettero sulle loro fronti; delle alette bianche gli si spiegarono sopra le scapole e spiccarono il volo.
Ormai erano diventati piú che bravi a volare.
Vedevano sotto i piedi la roccia scura che ricopriva quell'isola bizzarra, e all'orizzonte sembrava non finire mai; solo degli scintillii arancio si intravedevano.
Erano i piccoli corsi d'acqua che riflettevano la luce di quel falso crepuscolo.
"La nostra meta?!" intervenne Krista, la frangia marrone che le sventolava sopra la fronte illuminata di lilla.
"Il centro dell'isola...no?!" rispose un po' titubante Xander.
"Al Nadìr." specificó Amy, autoconvincendosi che fosse la rotta giusta.
"Andiamo dritti e qualcosa troveremo." suggerí Ruben, scrollando le spalle.
Le rocce nere sembravano muoversi sotto i quattro gemelli, fluttuanti a due metri, come onde scure. Sembrava di stare ancora sopra Ennosigeo.
Nessun essere animale o vegetale era presente in quel remoto luogo.
"E se fosse come la Foresta degli Specchi?!" incalzó Krista.
"Può darsi. Uno spazio intermedio alle dimensioni dove il tempo scorre diversamente." avanzó Xander.
"Mha..." fece dubbioso Ruben.
Amy sospiró. L'idea che dovevano viaggiare sospesi per aria per quasi trenta minuti un po' la disturbava.
Il sacchetto verde con le Leablades le penzolava a tracolla accanto alla vita, ugualmente quello di Krista con l'olio di tarassaco.
Xander teneva in mano il pugnale con il fodero blu e oro, pronto ad usarlo, seppur non sapeva miniamente come.
Ruben invece si chiedeva come avrebbe fatto ad evocare il Magnetar, e si pentiva di non aver chiesto a Promezio come utilizzarlo. Ma le condizioni psicologiche in cui prima si trovava non glielo avevano permesso.
Erano tesi, preoccupati e ansiosi; non sapevano veramente se ce l'avrebbero fatta.
E se dovessero rimetterci la vita? Pensava Krista.
"Sta' tranquilla Kry!" la confortó la gemella. "Siamo tutti insieme. Cosa mai ci potrebbe accadere?"
"Si, ma..."
Tutti e quattro speravano che qualcuno li avrebbe aiutati in quel momento. Che avrebbero sentito un'altra voce rimbombante che avrebbe detto loro come e dove proseguire; che li avrebbe protetti.
Si sentivano soli.
Mentre tutto si faceva buio e cieco, ai ragazzi tornó in mente Silver, la cui sola immagine nella mente li faceva sentire al sicuro.
Anche le parole di Propus, prima del loro congedo, infondevano loro sicurezza. Dovevano camminare nella luce ed essere accompagnati dalle virtù cardinali.
Solo allora il pugnale di Xander sarebbe diventato una spada.
"Ah, quasi dimenticavo!" sopraggiunse Ruben, eccitato.
"Siamo degli Starseed ora! Ci pensate?!"
I compagni erano confusi.
"E cosa cambia? A dirsi si. A farsi...!" esclamó Xander.
"Non é quello il punto Xander." lo bloccó il gemello.
"Starseed..." rifletté Amy.
"Non avete mai sentito o letto degli Starseed?"
"Mh...forse li ho sentiti nominare." fece Krista.
"Gli Starseed, o Semi Stellari, sono quelle persone che si dice siano l'incarnazione umana di esseri provenienti da altri corpi celesti."
"Waw!" ammiró Amy.
"Si, ma noi siamo sempre stati della Terra...o di Posto, ma é la stessa cosa." affermó Xander.
"Fa lo stesso!" sbottó Ruben, irrequieto "É comunque una cosa bella.
Il compito di ogni Starseed, se non sbaglio, é di incanalare l'energia e la luce dell'Universo e riemetterla sulla Terra...per compiere buone azioni e migliorare l'umanitá."
"Sicuri che siamo noi quattro?" rispose scettica Krista.
"Che strano..." disse Amy pensierosa "stiamo scoprendo piú cose su di noi in questi sette giorni che in quindici anni di vita."
"Sempre se non é un sogno." continuó Xander.
Krista intervenne.
"In effetti sono troppo strane queste cose.
Da quando siamo su Posto non fanno altro che dirci chi siamo, e che abbiamo una missione.
Ci hanno costretti a viaggiare quì. Ci hanno costretti a vestire abiti da combattenti.
Ci hanno rivelato chi siamo e cosa eravamo.
Forse...se non avessimo saputo queste cose, la nostra vita sarebbe diversa, magari più...facile?!"
"Ora peró sappiamo veramente chi siamo e cosa dobbiamo fare!" esclamó convinto Ruben.
"Ho accettato di essere la reincarnazione di Pollux. Ed ora sono pronto a continuare ció che non sono riuscito a portare a termine nella mia vita precedente."
"Che spirito Ruby." scherzó Amy.
"Forse hai ragione Rub." lo appoggió il gemello.
"Ok. Allora sbrighiamoci a compiere questa benedetta missione.
Che voglio tornare a farmi sgridare da mamma." affermó ironica Krista.
Il tempo in quel luogo scorreva lentamentente, al contrario della Foresta degli Specchi.
D'altronde quello era il polo opposto a quello del Westerlund: se prima il giorno si tramutava in notte, e il tempo scorreva piú velocemente, quà il buio si tramutava in tramonto e il tempo scorreva lentamente; se allo Zenit dovettero attraversare una foresta, al Nadìr si ritrovarono in una distesa senza vita, con ruscelli al posto di specchi.
L'ombra della Rosa dei Venti era senza dubbio il Blazar, che avrebbe fatto scendere i Gemini nel Tartaros.
Ora i corsi d'acqua e i ruscelli si fecero piú capienti, riflettendo quella luce arancio che quel cielo caldo produceva.
I ragazzi si fermarono, poggiarono i piedi per terra, e decisero di mangiare un po', utilizzando quelle sferette blu che le tre teste di drago avevano dato loro.
Gettarono energicamente le biglie a terra, e da un vapore biancastro sorse un tondo tavolo d'argento con tre rotelle su cui erano adagiati i cibi preferiti dai ragazzi: misto di cozze e vongole per Xander, pizza al salame piccante per Ruben, bistecca di maiale al sangue per Krista, e pasta all'uovo e pancetta per Amy.
"Almeno quì non ti dicono cosa mangiare e cosa no." ironizzó Xander, notando che ad ogni cozza che mangiava, ne ricresceva un'altra sotto.
I ragazzi riempirono bene la pancia, scambiandosi anche parte delle pietanze tra loro.
Si sedettero a riposare per cinque minuti, e spiccarono il volo, sperando che l'incantesimo non si sarebbe spezzato da un momento all'altro.
Il cielo vermiglio era macchiato di nuvole lilla sottili ed allungate, che sembravano descrivere un largo vortice in lontananza.
"Siamo veramente degni di possedere la Gemma?" si domandava Amy tra se e se, pensando a tutto ció che aveva vissuto in quella strana settimana. I sette giorni piú bizzarri e magici di tutta la sua vita.
Proprio ora iniziavano a nutrire dei seri dubbi sul loro avvento in quel Pianeta. Erano veramente loro i Prescelti della Profezia? Erano veramente loro le reincarnazioni dei quattro sovrani gemelli morti cento anni prima?
Si. Non c'era alcun dubbio ormai: erano proprio loro.
Le loro ali piumate li facevano galleggiare a mezz'aria, comandati solo dalla loro volontá. Qualcosa diceva ai ragazzi che stavano andando nella direzione giusta; proprio al di sotto del Nadìr.
L'isola sembrava immensa; era veramente infinita o era solo un'illusione?
"Guardate" indicó Xander con il dito.
"I ruscelli si raggruppano tutti in un punto."
Corsi d'acqua di tutte le dimensioni prendevano man mano la stessa direzione, confluendo in torrenti di maggiori dimensioni.
Piú i Gemini volavano, piú si accorgevano che i fiumi si tuffavano in altri fiumi piú grandi.
Ora l'isola era ricoperta di torrenti che gorgogliavano frenetici tra le rocce nere.
Le parole di Propus e dei membri della Place-corp ancora risuonavano nei cervelli dei quattro adolescenti.
"P-perché non possiamo estrarre i frammenti dai nostri corpi?" chiese Krista, di punto in bianco.
"Non lo sappiamo." rispose Amy,
"Solo noi ne siamo in grado, a quanto pare." continuó Xander.
"Giá...e ci hanno proibito di farlo." aggiunse Ruben "Come se sapessimo come si fa...!"
"Evidentemente ci succederá qualcosa di spiacevole, chi lo sa." suggerí Amy.
"Vi ricordate il litigio tra Propus e Promezio nella stiva?" intervenne Xander.
Amy annui, perplessa.
"Io sono certa che parlavano di noi..." rispose Krista, quasi seccata.
I ragazzi rifletterono, cercando di trovare delle risposte, mentre fluttuavano sopra quella ragnatela d'acqua scintillante che ricopriva il suolo.
Notarono un particolare riguardante le loro ali: man mano che il tempo passava, qualche penna bianca si staccava, volteggiando in aria.
Il tempo a disposizione per volare stava scadendo, quindi, anche se avessero voluto tornare indietro, non avrebbero potuto volare fino al vascello. Ad ogni modo dovevano proseguire.
Xander afferró il pugnale, legato a tracolla tramite un cordino dorato.
"Che cosa avrá di speciale...?!" pensó lui a voce alta.
Non sapeva minimamente come utilizzare quell'arnese affilato, e la sola idea di doverlo sfoderare per ferire o uccidere qualcuno, un po' lo inquietava.
Il ragazzo poi fece mente locale, e qualcosa tra la soddisfazione e l'orrore gli si infiló in gola.
"Forse...era QUEL pugnale..."
"Mh?" fece Krista.
"...il pugnale con cui Maya avrebbe dovuto uccidere Castor."
I ragazzi erano stato messi al corrente da Xander stesso della storia di Maya e Castor, e anche di quel pugnale con cui la ninfa avrebbe dovuto uccidere l'amato per liberarsi dalla maledizione di Onix.
"Non ci credo..." esclamó Amy sgranando gli occhi.
"Potrebbe essere, ma non ne sei sicuro." disse Krista.
Ruben alzó le spalle.
Amy teneva ben stretto con una mano il suo sacchetto verde a tracolla, pronta ad estrarre le lame alla prima occasione.
La gemella lanció un'occhiata rapida al collo di Amy, notando che era rimasto un lieve segno rosso. Si sentí estremamente in colpa poiché era stata proprio lei a strozzare la sorella mentre dormiva la notte precedente.
Si promise che avrebbe utilizzato al meglio il dono di Silver, ovvero l'olio di tarassaco, e che avrebbe fatto ció che avrebbe fatto Amy al suo posto.
Mentre Ruben ripensava agli Starseed, alzó lo sguardo al cielo rosso, e qualcosa catturó la sua attenzione: un piccolo stormo nero voló rapidissimo, parecchi metri sopra le loro teste.
"Guardate! Stanno andando dove andiamo noi."
"Maledetti!" strilló Krista.
"Ancora Strix..." mormoró Amy "chissà se hanno finito di raccogliere sangue?!"
Il piccolo gruppo di corvi con un solo occhio sanguigno si spostavano nell'aria proprio nella stessa direzione dei ragazzi, cosí a Krista venne un'idea.
"Perché non li seguiamo?!
Sicuramente ci porteranno dove si trova il Blazar!"
"Hai ragione Kry." acconsentí Xander.
"Si infatti. Vediamo dove vanno." esclamó Ruben.
I Gemelli continuarono per la loro strada, seguendo con lo sguardo lo stormo demoniaco.
Piú avanzavano e piú le ali candide si consumavano, piuma dopo piuma, abbassando progressivamente di quota i gemelli.
Toccarono terra.
"Ecco. É giá passata mezz'ora." disse Amy.
"Che barba. Ora dovremo andare a piedi." proseguí Ruben, seccato.
Se prima la terra nera era solcata da fiumiciattoli che riflettevano la luce rossastra del cielo, ora i corsi d'acqua si facevano piú radi, ma di maggiore portata.
Procedevano ondulati tra rocce nere e lucide, e convergevano tutti verso la stessa direzione, oltre gli occhi dei Gemini.
"Non c'é nessuno, a quanto pare." affermó Xander, torcendo il collo in tutte le direzioni.
"Speriamo..." disse Amy.
"Gli Strix non si vedono piú!" indicó in alto Ruben.
"Si peró...se ci fate caso la direzione degli uccellacci e di questi fiumi é la stessa!" osservó Krista.
"Si, é cosi." confermó la sorella.
Mentre camminavano, scorsero qualcosa che faceva capolino da lontano, qualcosa di più scuro avvolto da una foschia che l'annebbiava.
"E se questi corsi d'acqua si gettano su un fiume...o magari un lago?!" ipotizzó Xander.
"Nella peggiore delle ipotesi adremo a nuoto...!" scherzó il gemello.
"Ma che ti salta in mente sciocco!" esclamó Amy.
"Eh scherzavo dai."
Le supposizioni di Xander non sembravano tanto lontane dalla veritá, poiché piú avanti avrebbero trovato un oscuro e largo fiume.
"Facciamo sempre lo stesso gioco...? Quello delle lettere iniziali?!" intervenne Xander.
"Non mi pare il caso Xander." disse Krista.
I gemelli si guardarono tra loro e rotearono gli occhi.
"Dunque...che modo ci sará per alleggerire la situazione...?!" parlottó Ruben, portandosi la mano al mento.
"ALLEGGERIRE LA SITUAZIONE?"
I Gemini si guardrono velocemente tra loro; poi tutt'intorno.
Non erano stati loro a rispondere; una voce femminile e rimbombante li aveva allarmati.
Amy incroció gli avambracci, Xander afferró il pugnale e Krista e Ruben si prepararono per attaccare, spalla a spalla coi fratelli.
"Chi ha parlato?" gridó Amy, con tono intimidatorio.
"ARRIVIAMOOO!" squamazzó un coro di giovani voci femminili.
Dall'alto del cielo aranciato, piovvero quattro figure che si tenevano per mano, a formare una croce che roteava in aria, come quattro paracadutisti che si tuffano nel vuoto.
Le quattro ragazzine, vestite in kimono, formarono una fila, sempre mano nella mano, e restarono sospese a un metro da terra, fisse davanti ai Gemini.
Questi indietreggiarono in guardia.
"Siete nemici?" esclamó Krista.
Le quattro, che sembravano quattro sorelle dell'etá dei gemelli, si guardarono tra loro perplesse, e scoppiarono in una rumorosa risata.
Tutte e quattro avevano un kimono che terminava in una gonna, la pelle bianchissima e le orecchie appuntite.
Somigliavano a Vega, solo in versione adolescenziale.
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Gemini
Fantasy♊️Quattro ragazzi; quattro personalitá. Xander, Ruben, Krista ed Amy, due coppie di gemelli, si ritrovano magicamente in un mondo misterioso costretti a fronteggiare le forze del male. Per quale motivo proprio loro quattro sono stati scelti dalla...