6-Anime Gemelle

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Tutti i dubbi dei ragazzi erano venuti meno, anche se lo shock ancora tormentava le loro menti.
Il tempo stava trascorrendo fugace, e il pianeta sottostante Mebsuta, stava per incontrare la sera.
"Il mio stomaco brontola!" disse Xander.
"Non abbiamo nemmeno pranzato...e dire che sarebbe ora di cena." lo appoggió il fratello.
"Fra poco, dopo che vi sarete sistemati nelle vostre stanze, vi porteremo da mangiare" esclamó Propus, che sorrideva ancora.
Krista era ancora in imbarazzo per ció che poco prima era accaduto, e si limitava a guarare in basso pensierosa. Solo il suo stomaco reclamava rumoroso.
Amy ripensava a ció che Propus, Nekoluna e Promezio avevano detto loro, e non si capacitava ancora del fatto che in una vita passata loro quattro, amici inseparabili fin dalla nascita, fossero stati fratelli, fratelli gemelli.
Propus accompagnó i cinque verso una porta blu scura, attraversando l'ampio e lucido atrio bianco.
"Quando...quando ci risveglieremo da questo strano sogno?!" disse a voce bassa Xander a Silver.
"Non so...forse quando finalmente ti convincerai che non é un sogno."
Il ragazzo sospiró.
"La pietra piú potente del cosmo..." rifletté Ruben "colei che ha generato Posto, si trova dentro di noi. Pazzesco!"
"Io...non sono Alhena." disse secca Krista alla gemella.
"Lo so Kry" rispose Amy "sei la sua reincarna..."
"Ma smettila!" la bloccó lei "Io non sono la reincarnazione di nessuno. Sono solo...Krista!"
"Si esatto" s'inserí Silver "lei é Krista. E tu sei Amy.
Ció che siete ora non dipende da ció che siete state in passato. Voi quattro siete unici perché siete voi, non perché siete la reincarnazione di qualcuno."
"Oh grazie Sil." esclamó Ruben, carezzandogli il cappellino azzurro e grigio.
Xander sorrise a Krista, che finalmente si decise ad alzare lo sguardo.
"Io invece ne sono fiero!" intervenne Xander.
"Sono fiero di essere la reincarnazione di Castor."
"Dai Xander non..." lo riprese Ruben.
"No Ruben! Dobbiamo farne il nostro punto di forza. Ma ci pensate? Eravamo quattro regnanti che comandavano su un intero Pianeta. E siamo rinati sulla Terra, affinché tornassimo nel passato e sconfiggessimo Onix!"
"Si esatto." lo appoggió Amy.
Giunsero davanti alla porta di legno blu oltremare, e Propus, che fino a prima aveva fatto finta di non udire i discorsi dei ragazzi, la aprí.
Un corridoio interamente blu con luci soffuse al neon azzurre, si mostró davanti ai ragazzi.
Un pipistrellino viola fece capolino.
"Kripto!" esclamó Krista.
"Io vi accompagneró alle vostre stanze!" affermò la bestiolina, tutta eccitata.
"Ragazzi. Io mi congedo!" disse Propus "Se mi cercate sono oltre la porta dorata. Buona pranzo...o cena, come volete, e buona notte."
L'uomo vestito di bianco con le ali piumate a mantello, si voltó e si avvicinó ad una porta d'oro dell'atrio.
"È lunatico...non fateci caso." continuò il pipistrello, a voce bassa.
Silver chiuse la porta blu scura, e i sei furono guidati da Kripto verso le loro camere.
Quel corridoio azzurro illuminato dalle luci al neon, procedeva con diverse porte ai lati: le camere da letto dei membri della Place-corp.
"Silver, hey Silver!"
Da una porticina a sinistra sbucó la figura di un piccolo folletto vestito di foglie con le ali da libellula.
"Oh Selenio!" esclamó Silver.
"Entra quí da me, c'é un posto nella mia stanza. Ti devo raccontare moltissime cose!"
"Mi piacerebbe." disse Silver "Hey Kri, posso...?"
"Ma io che...ah!" disse Krista, rendendosi conto che Silver si riferiva al pipistrello.
"Perché no!?!" rispose Kripto "Gli amici possono stare insieme!"
"Ciao ragazzi, scusate...bhe...ci vediamo dopo, o forse domattina."
"Ciao Silver!"
I ragazzi salutarono l'amico, che entró contento nella camera da letto di Selenio.
"Eccoci!" affermó la nottola violetta.
"A destra i ragazzi e a sinistra le ragazze!"
Sulla parete di destra c'era una porta color azzurro acceso, mentre a sinistra una violetta.
"Fra un po' vi porteremo da mangiare, intanto riposate, che domattina vi incamminerete per la Nowhere-corp!" disse Kripto.
I gemelli si fermarono ed andarono ognuno nella rispettiva stanza, guardandosi tra loro senza proferire parola.
Stava accadendo tutto talmente in fretta che i ragazzi non riuscirono nemmeno a salutare i compagni.
Xander e Ruben chiusero la porta azzurra, ritrovandosi in una camera spaziosa con due letti e numerosi armadi e comodini, tutto decorato con motivi marini e conchiglie.
"Bella" ammiró Xander.
In una delle pareti c'era un mosaico grande composto di tessere vitree colorate.
"É magnifico!" esclamó Ruben "Deve averlo fatto Pollux."
"Sbagliato ragazzo!" intervenne una voce maschile che sembrava rimbombare.
"Chi é stato?" fece Xander.
I gemelli si guardarono intorno.
"Hey sono quí!" li richiamó la voce.
Xander e Ruben si voltarono entrambi verso un comodino di legno celeste con delle conchiglie attaccate e videro una grossa boccia di vetro contenente dell'acqua.
"Ma é un pesce!" esclamó Ruben.
"Non proprio, guarda" lo corresse il fratello.
La piccola creatura che nuotava nella boccia aveva solamente la testa e l'addome da pesce azzurro, e due gambe umane al posto della coda.
"Aah ora mi ricordo Ruben! Abbiamo visto dei pesci come lui ad Oltremare!"
"Giá...é vero" fece il fratello.
"Io non sono un pesce" disse la creatura dalla voce rimbombante "il mio nome é Osmio, e sono il membro Omicron dell'organizzazione."
"Fai parte della Place-corp?" domandó incredulo Ruben.
"Ma certo, non si vede?"
"Oh si..." disse Xander.
Osmio si mise a fissare il volto di Xander.
"Non ci credo, sei proprio identico, a parte i colori"
"Di che parli?" domandó spaesato il ragazzo.
"Di Castor naturalmente!" rispose il pesciolino.
"Lo conoscevi?" continuó Xander.
"Ma certo! Ero il suo consigliere piú fidato.
Abitavo proprio nel suo acquario personale."
"Waw! E...che tipo era?"
"Bhe...era un brav'uomo, molto rigido e preciso, ed estremamente razionale.
A volte sapeva essere testardo e quando si impuntava su una cosa era difficile fargli cambiare idea."
Xander sorrise, rivedendosi in parte nella descrizione fornita dalla creaturina.
"Ascolta Osmio" sopraggiunse Ruben, guardando la bellissima opera d'arte sulla parete "ma se non lo ha fatto Pollux, chi lo ha fatto questo splendido mosaico?"
"Castor, mi pare ovvio!" rispose il pesciolino dalle gambe umane.
"Chi rappresenta, di preciso?" chiese Xander.
"La donna ritratta non é altro che Maya, la principessa di Oltremare!"
"Maya?" domandó Ruben.
Il mosaico rappresentava uno stagno azzurro-verdastro con delle ninfee rosate, al cui centro c'era uno scoglio che emergeva con una sirena dalla coda verde smeraldo, e i capelli lunghi e turchesi.
"É vero...é proprio lei!" disse incantato Xander.
"Aspetta, peró..." continuó incerto Ruben "Maya non ricordo avesse le pinne..."
Osmio sospiró, generando delle bolle.
"É una storia lunga." disse il pesce.
"Dai raccontaci!" lo incitó Ruben, balzando su uno dei due letti.
"Bhe...un tempo Maya era una sirena, una sirena bellissima dal canto fatato.
Quando conobbe il re del Nord, Castor, i due finirono per innamorarsi e..."
"Castor e Maya si amavano?" chiese Xander, diventando tutto rosso.
"Che lupo di mare che sei stato Xandy!" scherzó Ruben.
"Ma smettila scemo!" ribatté lui, sorridendo imbarazzato.
"Continua Osmio!" disse Ruben.
"Dunque...dato che il loro amore era molto forte, la principessa delle sirene desideró poter avere le gambe, per poter vivere per sempre al fianco del suo amato sulla terraferma. Ma..."
"Ma?" domandó Ruben.
"Si affidó ad un'entitá malvagia e oscura, che le scaglió una maledizione.
Maya ottenne le gambe, ma in cambio dovette patire una sofferenza atroce quando si trovava sulla terraferma."
"Di che si trattava?" chiese Xander.
"La sensazione che lei provava camminando sulla terraferma era paragonabile a quella di coltelli che le trafiggevano i piedi..."
"Non...non ci credo..." ansimó Xander, il cuore che gli pulsava velocissimo nel petto.
Il ragazzo ripensó al fatto che Maya, quando le avevano fatto visita ad Oltremare per ottenere l'aiuto della sua Sacra Ostrica, fosse incapace di camminare.
"Ecco perché non si alzava in piedi..." disse sottovoce.
"Fù proprio Castor a plasmare la Sacra Ostrica con l'ausilio della Gemma Geminorum.
Grazie a quella conchiglia la principessa Maya poteva spostarsi da un corso d'acqua all'altro, senza dover soffrire per camminare sulla terraferma, pur mantenendo le gambe.
Il maleficio era talmente potente che memmeno Castor con la Pietra riuscí a spezzarlo e restituire le pinne alla sua amata.
Inoltre...la presenza dell'Ostrica provvedeva a donare poteri curativi alle acque in cui era immersa.
In questo modo Maya poteva viaggiare senza l'ausilio della coda...e qualvolta decidesse di uscire dall'acqua, avrebbe alleviato il suo dolore toccando la Pozza dell'Angelo."
"Lo stagno dove si trovava l'Ostrica." continuó Ruben.
"Che bel gesto" disse Xander pensieroso, fissando il mosaico sulla parete.
"Il Caper...ti ricordi Ruben?"
"Giá...quella bestia si trovava proprio attorno all'Ostrica" disse Ruben.
"Il Caper dite?!" sopraggiunse Osmio "Era l'amato destriero di padron Castor. Non mi stupisce che abbia voluto dedicargli un Monumento."
"Osmio" intervenne Ruben "chi era l'entitá malvagia che ha fatto la maledizione su Maya?"
"Ah giusto...non vi ho detto ancora chi fosse.
La creatura che agiva sotto mentite spoglie si riveló essere proprio un seguace di Onix, il quale aveva deciso di colpire i quattro regnanti, tentando di distruggere ció a cui piú tenevano."
"Che creatura disgustosa!" esclamó rabbioso Ruben.
"Anche Pollux soffrí molto a causa di Onix." continuó Osmio.
"Perché?" chiese Ruben, ansioso di conoscere la risposta.
"Fù proprio il malvagio capo della Nowhere-corp a portare alla morte la ninfa Virginia!"
"Virginia?" intervenne Xander.
"Vir...Virginia cosa rappresentava per Pollux?!" domandó Ruben.
Xander aveva capito tutto; abbassó cosí lo sguardo.
"Tutti e quattro i sovrani ebbero delle storie d'amore. E l'anima gemella del re del Sud era proprio Virginia, nobile ninfa dai capelli dorati, nonchè Cherubim."
"Virginia e Pollux si...amavano?!" ripeté Ruben stupito.
Il ragazzo ingurgitó la saliva nella gola.
Xander gli lanció delle occhiate imbarazzato, come se fosse pentito.
"Scusa fratello. Non avrei dovuto..."
"Che dici Xander?!"
"No é che...ho sempre trovato ridicolo e sciocco ció che provassi nei confronti di Virginia, e..." si scusó il gemello.
"No. Non ti preoccupare!
Questo non significa niente. So di aver esagerato e mi dispiace.
Il fatto che in una vita passata io abbia amato quella donna non giustifica il mio comportamento."
"Invece si Ruben! É proprio per quello che tu, nei suoi confronti nutrivi..."
"Puó darsi." lo interruppe Ruben, sorridente "Ma io non sono Pollux.
Io sono...Ruben!"
Xander sorrise al fratello.
"Non so di cosa stiate parlando ma..." sopraggiunse la voce subacquea di Osmio "ma mi fa piacere vedere che ci siano buoni rapporti tra voi."
"In fondo..." disse Ruben, ancora sorridente "siamo fratelli no?! Siamo fratelli gemelli!"
"Eh si, non c'é dubbio. Se chiudo gli occhi mi sembra di star parlando con loro...Castor e Pollux." concluse Osmio.
Xander si stese sul letto e sospiró sollevato, come se si fosse tolto un peso dallo stomaco. Anche se Ruben instisteva del contrario, lui era convinto che l'attrazione nutrita dal fratello per quella donna non fosse casuale.
Dopotutto anche lui provava qualcosa di strano e di nostalgico nei confronti di Maya.
"Ah..." ridacchió Ruben "ecco da dove vengono i tuoi capelli bianchi Xandy!"
"Ma che dici Ruben?" domandó il fratello.
"Sui ritratti, Castor aveva i capelli bianchi, ecco perché tu..."
"Io li definirei argento...argento scintillanti!" rettificó il fratello scherzoso.
"Bhe...padron Castor giá all'etá di venti anni aveva i capelli tutti bian..."
Osmio si voltó di scatto verso Xander, che gli lanció delle occhiate congelanti.
"...eh cioé, argento scintillanti."
Xander annuí soddisfatto.
I tre si confrontarono ancora, mentre il tempo scorreva, e Kripto arrivó sulle camere dei ragazzi per portare loro da mangiare.
Nella stanza di fronte a quella dei ragazzi, Krista ed Amy erano coricate sui loro materassi, in un letto a castello tutto lilla.
Le pareti della camera erano viola tenue, e in una parete c'era un grosso ventaglio color porpora con un rametto di lavanda fiorita disegnato sopra.
In un comodino di legno si trovava un vaso di coccio, con un girasole chiuso dai petali bianchi.
"Lavanda..." disse Krista, guardando il soffito, sul materasso piú alto del letto.
"Lavanda?!" fece Amy.
"Si...Propus ha detto che odoro di lavanda."
"Giusto!" esclamó Amy.
"Il profumo che mi ha regalato mamma per il compleanno odora di lavanda." continuó Krista.
"E te lo si spruzzato stamattina?" chiese Amy.
"Si."
"Ah ecco perché."
Ci furono dei secondi di silenzio tombale.
"Senti Amy...a te manca la mamma?"
"Da morire, e a te? Scommetto di no." scherzó lei.
"Si invece! É petulante e noiosa a volte, ma é comunque mia madre.
Anche papá mi manca."
"Quando avremo finito torneremo a casa Kry, ricordatelo."
"Si..." sospiró la sorella.

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