Capitolo 14

39.3K 1.1K 39
                                    


Nei giorni seguenti regna come al solito la monotonia... sesso, alcool, incubi, incazzature, odio verso ogni maledetto essere vivente che mi si parava davanti... e, per completare il tutto.. mia madre che cerca di farmi sentire in colpa.

Ma non ci riesce, non mi riesce.

Questo è quanto.

Accendo la moto già smanioso di sentire l'adrenalina invadermi le vene, come ogni volta che guido la mia ragazza... cazzo, se ci penso bene riesce a farmi provare più emozioni un oggetto inanimato che le ragazze con cui vado a letto.

Subito mi si palesa in testa un nome ma, prontamente lo cancello.

Basta.

Stop.

Non devo minimamente far viaggiare i pensieri... pensare a lei.

È sbagliato.

Dannatamente sbagliato.

Mi sistemo il casco e un attimo dopo sto sfrecciando per le curve di Berkeley, fregandomene dei limiti di velocità... amo il brivido, amo sapere che sto rischiando, amo sapere di spingere al massimo il motore e sentirlo vibrare sotto di me... a volte ci penso, dovrei iniziare di nuovo a fare qualche corsa di auto...potrebbe essere divertente, magari potrebbe essere un nuovo hobby.

C'è chi gioca a football, chi va a cavallo e chi fa le trecce alle bambole.

Ognuno ha le sue passioni.

Parcheggio fuori dal locale di Frank ed entro sentendomi subito a casa... è sempre pieno di gente e la cosa ovviamente non mi va a genio... ma, sono comunque contento per lui.

Ci ha tolto un sacco di volte dalla merda, fino a qualche anno fa... anzi, diciamo fino all'anno scorso... praticamente tornava da Berkeley a Sacramento solo perché qualcuno di noi si era infilato in qualche guaio. Diciamo che è stato il nostro angelo protettore e, a dirla tutta, lo è tutt'ora... l'ultima cosa che si può dire quando lo si guarda è che assomigli ad un angelo con tutti quei tatuaggi e quella barba... però, conosce le persone giuste.

E si sa, chi conosce le persone giuste, vive meglio.

Mi siedo nel mio solito posto mentre la musica tipica degli anni settanta invade il locale... osservo Frank che sta ridendo mentre impasta una pizza... è veramente fuori di testa.

Però lo invidio, lo invidio da morire... mi piacerebbe fare una vita come la sua.. a quell'età ancora è pieno di donne che gli ronzano intorno, non ha problemi, non ha rotture, non ha figli...non ha cause giudiziarie che gli pesano sulla schiena.

Sospiro e mi ricordo all'istante che devo chiamare mio padre per comunicargli che non sarò presente all'incontro con l'avvocato...che mi mettano pure dentro, almeno eviterò di ucciderlo davvero quel figlio di puttana.

Lo avrei fatto, se non mi avessero fermato.

Lo avrei ucciso a mani nude, senza rimpianti.

Tutt'oggi lo voglio morto.

Il mio maledetto flusso di pensieri, che inizio ad odiare ogni giorno di più, viene interrotto da un canovaccio sporco che mi arriva in piena faccia... ma che cazzo di problemi ha? Guardo Frank e vedo che sta sghignazzando ''potresti evitare di lanciarmi cose sporche di chissà quali liquidi in faccia?'' gli domando e lui scoppia a ridere ancora più forte, mentre si accende una sigaretta.

Realmente il locale sarebbe tappezzato da insegne con scritto vietato fumare... ma per lui, non credo valga ''in quello straccio il massimo che ci puoi trovare è pomodoro... ritieniti fortunato'' lo guardo schifato e lui scuote la testa ''che vuoi da bere?'' ''la solita birra'' annuisce e mezzo minuto dopo mi porge la mia birra preferita, fresca di frigo... la faccio tintinnare con la sua, prima di berne un goccio ''che vita di merda'' sbotto, mentre mi sorreggo la testa con la mano.

E poi, sei arrivata tu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora