Capitolo 43

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La mattina dopo mi sveglio e dopo aver cercato Isabel con la mano accanto a me, mi rendo conto che non c'è e al suo posto trovo un biglietto... cerco di metterlo a fuoco ancora mezzo addormentato ''Vado all'università. Se vuoi fare colazione c'è del burro d'arachidi nascosto dietro i bicchieri, nella credenza. Mangialo pure.. ma non finirlo tutto. Potremmo utilizzarlo meglio insieme;)'' scoppio a ridere scuotendo la testa... mi piace decisamente come idea.

Prendo il telefono e trovo una chiamata persa da mio padre... impreco, già con l'umore che peggiora ma decido di resistere e per qualche strano motivo di chiamarlo.

Risponde al primo squillo ''Jake?'' è sorpreso, cazzo...lo sono anche io.

''papà?'' ''non credevo tu mi richiamassi... ora sono in ufficio e ...'' ''se vuoi puoi staccare, mi puoi richiamare quando es..'' mi interrompe schiarendosi la voce ''no, no...figurati. Ti avevo chiamato per dirti che martedì prossimo tuo fratello avrà la sua prima partita di football. Sono sicuro che gli farebbe molto piacere che tu ci fossi'' dice con voce incerta ''non fa altro che ripetere se verrò vero?'' gli chiedo divertito e lui scoppia a ridere ''realmente...sì. quindi, se non hai niente da fare e anche se tu avessi qualcosa da fare beh...prova a venire lo stesso, lo faresti molto felice'' ''certo, farò in modo di esserci'' ''stavi dormendo?'' mi schiarisco la voce ''sì, sono a casa di Isabel e..'' merda ''Isabel?'' chiede lui tra il sopreso e l'interessato ''io... è un'amica..'' mi ha preso in contropiede e la mia voce non esce molto sicura ''un'amica con cui dormite nello stesso letto?'' cerco di non ridere della domanda mentre mi alzo per andare a lezione ''devo proprio rispondere?'' lo sento ridere ''ti è andata bene che non sono tua madre. Altrimenti era già lì a ficcare il naso... torno a lavorare, mi raccomando ricordati di venire martedì'' ''ok, ci sarò'' ''e non fare cazzate'' cerco di non ridere ''non ne farò''.

Stacco la chiamata mentre inizio a vestirmi, rendendomi conto che per la prima volta dopo mesi, se non anni ho avuto la prima conversazione civile e quasi spensierata con mio padre.

La cosa mi lascia oltre che sorpreso, anche felice perché cazzo, voglio dire... mio padre è un grande ed io sono un gran coglione... a volte mi manca il rapporto che avevamo, ma come tutto ciò che viene prima della morte di Victoria, lo cancello e non ci penso.

Dopo essermi lavato i denti con lo spazzolino di Isa, cosa che mi è venuta in automatico e a cui sto cercando di non dar peso, torno in camera a prendere il suo biglietto per poi infilarlo dentro il portafoglio... mi dirigo in cucina e cerco il barattolo di burro d'arachidi per poi lanciare un waffle nel forno a microonde.. chiamo Dean che risponde subito ''ciao Jake'' ''ciao Dean...sei in palestra?'' posso sentire il caos nel sottofondo ''sì, sono qua con Cole'' ''ok, immaginavo. Potresti passare da casa prima di venire a lezione e portarmi il foglio plastificato sopra la mia scrivania... quello con disegnato il prototipo del motore?'' ''certo, secchione che non sei altro...ci vediamo dopo, ciao''.

Mando un messaggio ad Isabel, giusto per farle capire quanto abbia apprezzato la sua idea del burro d'arachidi... quella ragazza mi farà impazzire e posso dire che è già sulla buona strada.

Finite le lezioni, dico agli altri che li raggiungerò in mensa più tardi... ho deciso di fare una deviazione e passare per il polo di medicina, sperando di non incontrare qualche ragazza con del rancore verso di me per ovvi motivi... il che sarebbe particolarmente divertente per gli altri, ma non per me.

Appena mi ritrovo nell'immenso corridoio, cerco di non far caso alle occhiate che mi rivolgono e ad evitare accuratamente qualsiasi tipo di approccio o saluto... devo trovare la piccoletta e devo dire che in tutto questo caos non sarà semplice.

Poi, come se il mio corpo avesse una specie di radar collegato con il suo, la vedo, intenta a scrivere al cellulare mentre viene nella mia stessa direzione... mi piace com'è vestita oggi e quasi mi viene da ridere nel vederla così composta e precisa in mezzo alla gente.

E poi, sei arrivata tu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora