Capitolo 56

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Visto che il pomeriggio successivo Marco e Andrea sono scaricati a casa nostra, decido per la mia sanità mentale di andarmene a correre e poi in palestra.

È due giorni che chiedo alla bambolina di venire a casa mia e alla fine mi ci ritrovo il suo ex.

È ovvio che qualcuno si stia divertendo a prendermi per il culo.

''voi vi mettete davvero la camicia?'' chiedo guardandomi con la solita t shirt nera già addosso... Dean mi guarda sistemandosi il colletto ''Nathalie e Isabel ce l'hanno chiesto per favore visto il ristorante dove andremo a mangiare''.

Non ho neanche una cazzo di camicia, figuriamoci se esco a comprarla.

Torno in camera ma prima mi affaccio nella stanza di Jace che si sta guardando allo specchio incerto, con addosso anche lui una camicia.

''ma perché avete tutti una camicia nell'armadio?'' chiedo basito e lui scoppia a ridere ''cene di famiglia e occasioni varie... comunque visto che ci hanno obbligato a metterla e prima di fare incazzare Nathalie, guarda nel mio armadio... ce ne dovrebbe essere un'altra'' ''non mi metterò una camicia'' sbotto uscendo di camera, poi però penso a quell'idiota di Marco che probabilmente la indosserà e non so per quale accidenti di motivo, torno indietro e spalanco le ante dell'armadio ''se ridi, ti prendo a cazzotti''.

Dieci minuti dopo sono davanti allo specchio con una camicia bianca, di cui sto tirando all'inverosimile le maniche su per l'avambraccio e un paio di jeans aderenti.

Sembro un perfetto cretino, anche se sempre figo.

La sera arrivo in ritardo a casa delle ragazze.. prenotare su quel ristorante secondo me è stata una pessima idea. è davvero troppo elegante e preciso per dei tipi come noi.

Apro la porta di casa e cerco subito Isabel con lo sguardo che però non vedo ''ciao ragazze è..'' Nat mi fa segno verso la cucina ''è in cucina'' non aspetto mezzo secondo di più e la raggiungo, ricordandomi di chiederle uno straccio per pulirmi la cenere di sigaretta con cui quell'idiota di Trevis mi ha sporcato i jeans senza poi farmelo notare.

Entro in cucina, sperando che rispetto a ieri si sia calmata ''Isabel mi serve...porca puttana''.... cazzo, ditemi che non sto sognando.

Isabel si volta verso di me con addosso un tubino ai limiti della decenza "pensavo non venissi" piccola... lo farò sicuramente nei pantaloni se continuo a guardarti.

Ovviamente mi va in pappa il cervello e continuo a fissarla facendo su e giù lungo il suo corpo...io... io ancora non riesco a credere che tutto questo ben di dio voglia me... perché cazzo, sono pur sempre Jake Holders ma dio, non avrei mai creduto di riuscire ad aspirare a tanto.

Eppure, questo concentrato di sensualità sta guardando me con occhi divertiti.

Capisco che la sto guardando con sguardo da maniaco quando la vedo arrossire... Isabel con dei tacchi chilometrici addosso rientra all'istante nelle cose più arrapanti della mia lista.

Impreco... lo faccio di nuovo e continuo a farlo per i successivi trenta secondi.

Non voglio andare a cena, voglio spogliarla e prenderla sopra il bancone della cucina con addosso quelle maledette scarpe.

È...è bellissima... la cosa più bella su cui io abbia mai messo gli occhi.

La osservo e più la guardo, più sento caldo alle guance... no, ti prego.

Ditemi che non sto arrossendo davvero.

Come cazzo mi ha ridotto.

Viene verso di me e dio, è una visione... il vestito è molto corto e anche la scollatura è molto...mmm...accentuata. Dio, le sue tette.

E poi, sei arrivata tu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora