Capitolo 36

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La mattina dopo mi sveglio per modo di dire, visto che ho passato la notte a maledermi, a darmi del coglione per poi cambiare idea di nuovo... non so come gestire una situazione del genere, non so come devo comportarmi con lei.

Bene, ha chiuso tutto, perfetto... è stata una scelta sua, se ne pentirà.

Posso benissimo fare a meno di lei.

Come posso fare a meno dei suoi occhioni da cerbiatta, del suo sorriso da capogiro, del suo profumo di vaniglia e... e cazzo, dei suoi completini intimi indecenti.

Almeno, credo.

Cazzo.

Lancio il telefono sul letto, neanche mi avesse ustionato... devo smetterla di guardare se mi ha mandato un maledetto messaggio, sembro una femminuccia del cazzo.

Anche se un po' ci speravo, magari un messaggio con su scritto ''scusami Jake per quello che ti ho detto... me ne frego di tutto, mi importa solo di avere le tue mani su di me'' e contornato anche da un bel ''sei fantastico e bellissimo'' magari.

Mi vesto mentre ad ogni indumento che indosso raggiungo la consapevolezza che non potrò più avere quell'intimità che ci eravamo creati e...e non sto parlando del far sesso, ma della semplice e pura complicità che avevamo... dal guardarla mangiare prendendola in giro, al darle fastidio a ridere insieme.

Sembra assurdo, ma è come se la conoscessi da tutta la vita e di colpo ora dovessi far a meno di lei.

Mi do uno sguardo allo specchio velocemente, per poi uscire di casa, diretto dall'ultima persona che immaginavo.

Spalanco la porta come se fossi Nat, ovvero quasi scardinandola e lui mi guarda sconcertato al di là della sua scrivania ''Jake?'' sì, mi rendo conto di apparire abbastanza inquietante ''devi aiutarmi'' ok, l'ho detto davvero.

''ma non avevamo un appuntamento, io ho...'' lo zittisco mettendomi a sedere ''ho bisogno di parlarti'' lo fisso, cercando di fargli capire quanto io realmente sia incasinato.

Lui annuisce e prende il telefono ''chi chiama?'' mi guarda ''informo la segretaria di spostare gli altri appuntamenti'' gli sorrido sincero, penso per la prima volta da quando lo conosco mentre lui comunica quello che mi ha appena detto.

Poi stacca e mi guarda ''ok, parla...ti ascolto'' annuisco provando a superare subito il blocco ''ho un problema con Isabel... un enorme problema'' vedo che fa un mezzo sorriso, come se non si aspettasse nulla di diverso.

Ma lascio perdere, forse sto dando i numeri.

Venti minuti dopo gli ho descritto alla perfezione la situazione e lui mi guarda ''mmmh... mi sembra normale quello che ti abbia chiesto, no?'' faccio una risata isterica ''normale? voglio dire... che le cambia? È abbastanza palese che continuerei a preferire lei in ogni caso'' scrolla la testa ''quindi, mi stai dicendo che se lei ti avesse detto di sì... le avresti permesso di frequentare e flirtare con altri ragazzi?'' sbatto più volte le palpebre, cercando di trovare una risposta diversa dal NO.

Ma il mio cervello urla solo quello in loop ''col cazzo, no.. no.. lei, lei non è come me... lei non ne ha bisogno'' mi sistemo sulla sedia cercando di rimanere calmo ''non è come te? Non ne ha bisogno?.... tu sì?'' ''sì, sì cazzo... è una vita che uso il sesso come valvola di sfogo, per isolarmi, per non ragionare... e... e il sesso non deve darmi altri pensieri'' ''il sesso non deve darti altri pensieri negativi, ma può benissimo darti dei pensieri positivi...hai paura di innamorarti Jake?'' mi gelo sul posto, mentre sembra che il pezzo mancante di un puzzle vada mettersi al suo posto... e... e scatta l'allarme nella mia testa.

E poi, sei arrivata tu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora