Capitolo cinquatacinque ~ Che gran dolore...

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Ogni preghiera è una promessa a Dio
che non ho mai dimenticato,
ogni preghiera non raggiunse poi
o almeno ancora la strada che avrei sperato,
perdonare presuppone odiarti
e se dicessi che non so il perché dovrei mentirti
e tu lo sai che io con le bugie,
mi manchi veramente troppo troppo troppo ancora...

Ho passato tutto il giorno a ricordarti,
nella canzone che però non ascoltasti,
tanto lo so che con nessuno
avrai più riso e piano come con me
e lo so io ma anche te,
la vita senza avvisare poi ci piovve addosso,
ridigli in faccia al tempo quando passa,
per favore ricordiamoglielo al mondo
chi eravamo e che potremmo ritornare!

Solo
una strada, la stessa
scelgo sempre la più lunga, la più complessa,
quindi perché mi scanso invece di scontrarti,
e tu perché mi guardi se puoi reclamarmi,
io e te all’odio non sappiamo crederci.

Musica più forte,
che sfidi la morte
accarezza questa mia ferita,
che sfido la vita...

I giorni passarono, ormai era passato quasi un mese da quando avevo scelto  di lasciare Steve. Il mio cervello si era convinto da solo che era proprio finita sul serio con Steve, ma perché invece il mio cuore lo reclamava sempre di più? Mi mancava tutto di lui, il suo profumo, la sua risata che rimbombava per tutta la casa, il profumo della sua cucina, le sue mani sopra il mio corpo che mi facevano sentire protetta, i suoi baci così caldi e passionali, il suo amore così grande per me, che mi faceva sentire bambina e donna allo stesso tempo.
Avrei voluto chiamarlo, ma non lo chiamai mai, non potevo e non volevo fare il primo passa io, alla fine chi era stato a sbagliare? Lui, quindi perché dovevo essere io la debole? Perché dovevo togliere io l'orgoglio? Non era giusto!
Grazie al suo comportamento capii tante cose, dove era andato a finire tutto il suo grande amore visto che non ci fu un minimo di cedimento da parte sua! Io non l'avevo cercato, ma anche lui si comportò ugualmente, non mi chiamo mai, fu un dolore così grande.

Mi trovo in caserma, ho dato i ragazzi una scheda per verificare, il loro livello di studio, per aiutarli all'esame che dovranno svolgere tra qualche mese. Guardo la finestra, quando sobbalzo appena sento la sua presenza dietro di me  <<Chanel, perché sei così assente? Che cosa ti è successo?>> Continuo a guardare fuori alla finestra <<Assente?! Ma cge dici Col! Non è successo niente!>> Colin mi prende per le spalle, gurandomi verso di lui  <<Non mi dire balle! Non sei più la stessa! Si legge dentro i tuoi occhi che stai soffrendo!>> Scoppio a ridere per sdrammatizzare  <<Come sei filosofo questa mattina!>> Continuo a camminare nella stanza, per controllare i ragazzi, quando la figuardi di Colin mi blocca il cammino <<Mi vuoi dire che cosa hai?>> Sbuffo <<Oh Col! Mi hai stufato niente! Sto benissimo!>> Mi prende per la spalla <<Non è così come dici!>> Veniamo interrotti da un allievo  <<Capitano, mi scusi può venire qui un attimo, non ho capito bene cosa devo fare.>> Mi giro e vado verso il ragazzo, rimango li per un po, per poi rimanere alla fine della stanza, appoggiata al muro, Colin si siede sulla sedia davanti la scrivania, con le braccia al petto e gli occhi fissi sopra di me.
Gli allievi avevano finito, lasciando i fogli sopra la scrivania, mentre l'ultimo ragazzo stava appoggiando il foglio sopra di essa, io prendo esco dalla stanza, ma Colin è più furbo di me, prende e chiude la porta, le sue mani si mettono sopra le mie spalle, mi appoggia al muro bloccandomi <<Tu adesso parli!>> Abbasso lo sguardo, non vorrei proprio toccare questo argomento, mi fa proprio male. Le lacrime arrivano repentine, gli occhi mi pizzicano, continuo a tenere lo sgaurdo basso, non voglio farle uscire, le trattengo fino all'ultimo, la saliva sale su e giù nel mio collo, il groppo in gola la sta quasi chiudendo. Tentenno nel parlare <<Colin lasciami in pace ok?!>> Lui continua ad avvicinarsi con il suo corpo al mio <<No! Non ti posso vedere così ok!>> Abbasso lo sguardo i miei occhi iniziano a luccicare, le lacrime scendono calde sopra il mio viso, Colin si accorge di tutto, la sua mano si mette sopra il mio mento e mi alza il viso e continua  <<Chanel, mi parli?>> Scuoto la testa, sento il calore del suo corpo sopra il mio, è come se mi volesse fare da scudo, proteggermi da qualcosa o forse da me stessa. Colin continuo dando un pugno sul muro <<Cazzo! Dimmi cosa hai?>> Sobbalzo ed urlo <<HO LASCIATO STEVE!>> I suoi occhi si spalancano increduli, ancora non riesce a capire quello che gli ho detto, ha un tentennamento  <<Cosa? Hai lasciato Steve?! Ho capito bene!>> Annuisco con la testa, la sua mano si avvicina alla mia testa e con delicazza l'appoggia sopra al suo petto, non parliamo più rimaniamo in silenzio, ora sono io che lui non deve oltrepassare i miei spazi e infatti lo capisce subito, resta li fermo dandomi tutto il calore di cui ho bisogno.

Che Stupida Promessa! #SAGA《PRIMO VOLUME》 STORIA COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora