Capitolo novantaquattro ~ Steve's pov

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Guardo il viso di Colin terrorizzato, in quel momento mi rendo conto, degli occhi di Chanel, sono chiusi, la sua mano non stringe più la mia, non  sento più il suo calore riscaldare il mio petto. Mi voglio alzare, urlare, cercare di tutto per farla svegliare, ma le mie gambe sono così molle che cado sopra il sedile, "non voglio credere a quello che i miei occhi stanno guardando! Non è possibile!" Sento il medico infuriarsi con Colin, la sua voce è preoccupata, ma allo stesso tempo alterata <<È in coma! Mi lasci lavorare!>> Quelle frasi entrano prepotenti nella mia testa, ora che ero riuscito a stringerla tra le mie braccia dopo tutto questo tempo, sentire il suo profumo mescolarsi con il mio, i nostri occhi si erano legati e riconosciuti un'altra volta, non mi poteva abbandonare di nuovo. Ma questa volta non era lei a decidere, ma la sua vita.

Appena arriviamo in ospedale, vedo i medici correre verso il suo lettino, gesticolano ed entrano dentro un ascensore. Arriva un infermiere che ci guarda con voce squillante ci dice <<Seguitemi!>> Lo seguiamo senza dire una parola, ci fa cenno di sedersi lì è una sala d'attesa al piano inferiore della sala operatoria.

Siamo rimasti seduti lì cinque ore, mentre sono arrivati i suoi genitori e le sue amiche. Io ho camminato per tutto questo tempo nel corridoio, per le volte che ho fatto avanti e indietro, il pavimento ha quasi impresso le mie impronte. Appena sento il rumore delle porte aprirsi, mi giro di scatto, guardo il dottore camminare verso dei genitori di Chanel, mentre io e Colin siamo in piedi amdando verso del dottore, lui non ci considera proprio cammina dritto verso la mamma di Chanel. Mi alzo per sentire che cosa deve dire il dottore, vedo le goccie di suduro sopra la sua fronte. Appena il dottore ha finito di parlare con Susan ed io sento quelle parole il mio cuore si frantuma in mille pezzi. Quelle parole sono così forti che distruggono i miei timpani.

È il mio turno, entro nella stanza intensiva, il mio respiro è affannato, non riesco a guardare nella sua direzione, vederla con quella mascherina sopra la bocca, mi fa male, sento un forte dolore nel petto perché mi sento in colpa nei suoi confronti. Se sarei rimasto a Manhattan tutto questo non sarebbe successo. Si forse ora l'avrei persa per sempre, però adesso sarebbe viva. Non era attaccata ad una macchina che tiene in vita il suo cuore.
Adesso correva, con i suoi capelli nero corvino che si muovevano su e giù sopra le sue spalle, i suoi occhi azzurri così cristallini che ridevano da soli, così chiari che puoi leggerla fin dentro la sua anima.

Mi avvicino, la guardo ed una lacrima scende sopra il mio viso, mi inginocchia vicino alla sua mano, la sfioro con la mia guancia, ho bisogno di sentire il suo contatto. Sfiorare anche solo le sue dita, dentro di me mi da i brividi che percorrono la mia schiena dandomi la forza per superare questo brutto momento.
La mia voce è strozzata dai singhiozzi <<Amore, lo sai non sono mai riuscito a dimenticarti. Ma il momento che la mia mente ha impresso nella mia memoria è la notte di Natale. Dopo tutto questo tempo i miei occhi e soprattutto il mio cuore ancora non sono riusciti a cancellare. Quando quella notte abbiamo fatto per la prima volta l'albero di Natale. La mia mente prepotente mi fa vedere ancora l'immagine del tuo viso, così ingenuo. Mi sembravi una piccola bambina che per la prima volta insieme ai suoi genitori mette quelle luccine colorate, quelle palline così brillanti. Mi ricordo quando ti ho preso in braccio per mettere la stella sopra l'albero, la vuoi sapere una cosa, nel momento in cui tu l'hai messa sopra, io ho espresso un desiderio, di vederti per tutta la vita con quel viso ingenuo, con quegli occhi che hanno quella luce speciale e  quel sorriso che ti sconvolge. Quando tu ridi nessuno non riesce a non ridere con te perché la tua risata è contagiosa, oltre che ti ridono le labbra tu riesci a far ridere anche tutto il tuo corpo. Forse ho sbagliato tutto con te, non dovevo andarmene, non ti dovevo lasciar sola e farti cadere tra le braccia di un altro. Anzi dovevo rimanere qui e combattere con le unghie per una donna come te! Se non mi vuoi più forse me lo merito, perché sono stato un gran coglione, ma ti posso dire che ti amerò per tutta la mia vita fin quando il mio cuore non cessa di battere. Perché ogni suo battito è tutto destinato a te, una donna come te non si può dimenticare. Tu entri nella testa e sei così prepotente che anche se fai l'impossibile per farti uscire, tu rientri di nuovo più forte di prima. Ti prego apri i tuoi occhi e ti giuro che uscirò dalla tua vita in punta di piedi che  non ti ricorderai mai di me, ma non posso vivere sapendo che il tuo cuore non batte più. La tua voglia di vivere è così grande quindi svegliati da questo sonno.>>

I giorni passarono, la mia vita si era bloccata a quel giorno del suo matrimonio e invece erano passati quasi due mesi e lei non aveva mai avuto una reazione.

Che Stupida Promessa! #SAGA《PRIMO VOLUME》 STORIA COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora