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La musica che usciva dalle cuffiette ormai abbandonate sulle spalle. Il rumore delle sue scarpette da ciclista che ticchettavano sull'asfalto. Il sudore che le imperlava il viso, scendendo in piccole goccioline lungo il collo bianco e fin dentro la maglia. Dopo tre ore e mezzo di allenamento sulla bici, Rebecca sentiva le sue gambe a malapena. D'accordo, era abituata, ma quella volta il percorso pieno di salite era stato comunque sfiancante. E adesso faceva quasi fatica a trasportare la bicicletta e poggiarla di nuovo sul suo perno, nella piccola stanzina giù in giardino in cui teneva tutta la sua roba del ciclismo. Era quasi il suo laboratorio, il suo rifugio. Si sedette per un attimo sulla sedia di plastica e cercò di riprendere fiato. Era luglio e c'era veramente caldo. La borraccia era ormai vuota e sarebbe dovuta entrare in casa e raggiungere il frigo per poter risolvere il problema della sua bocca arida. Ma non ne aveva la forza. Afferrò il telefono che teneva dentro alla tasca posteriore della sua maglia blu da allenamento e guardò le notifiche. Non di WhatsApp ovviamente. Chi avrebbe dovuto cercarla, dopotutto? Rebecca non aveva amici con cui messaggiare. Era tanto che fosse nel gruppo della sua classe del liceo. A settembre avrebbe iniziato l'ultimo anno del classico e già non vedeva l'ora che quella tortura finisse. Beh, momentaneamente si sarebbe goduta l'estate. Godere? Che verbo era quello? Solo ad usarlo effettivamente le veniva da ridere. Aveva diciotto anni e non si era mai goduta la vita da adolescente. Rebecca viveva di sport, scuola e nel tempo libero... beh, il tempo libero era la notte e lei dormiva. O non sarebbe riuscita ad affrontare gli allenamenti e le gare alla fine della settimana.
Aprì Twitter, ma non era successo nulla di nuovo durante la sua assenza. E anche Instagram era abbastanza silenzioso, tralasciando una storia sul profilo di Niall, in cui aveva scritto semplicemente che non riusciva a dormire. Doveva essere a Los Angeles visto che da lei era mattina inoltrata. Rebecca sorrise divertita. Quel ragazzo li informava di ogni cosa e lei lo riteneva un gesto davvero carino.
Il suo sorriso divenne amaro e scomparve a poco a poco, mentre pensava che Niall era il suo sogno adolescenziale già da diversi anni.
Visto che la sua vita non aveva molto senso, molto svago e molta interazione sociale, si era sempre rifugiata nella musica. Niall aveva la voce più dolce che lei avesse mai sentito e da quello che mostrava davanti alle telecamere era anche il suo tipo. Se non aveva modo di riuscire con un ragazzo, tanto valeva immaginare, giusto? Certo, poteva essere doloroso, ma allo stesso tempo era consolatorio.
Cercò di non pensare a tutti gli aspetti negativi della sua vita. Se li ignorava era come se non ci fossero. Se fingeva che non ci fossero, soffriva meno.
Il problema era questo: Rebecca viveva per il suo sport. Sognava di arrivare in alto e fare i campionati maggiori, ma con il ciclismo femminile era tutto alquanto difficile. E dopo anni e anni di sacrifici e di sbattersi per quella singola causa, sembrava quasi che nulla valesse la pena. Se doveva essere sincera, quello non era affatto un bel periodo per lei.
Si alzò finalmente in piedi e decise di entrare in casa. Tutto era silenzioso. Sua madre lavorava praticamente sempre e la vedeva solo per cena. Era pure figlia unica, quindi effettivamente stava sempre sola. Cominciò a spogliarsi prima ancora di arrivare al bagno, con della musica in sottofondo, che adesso aleggiava nell'aria visto che aveva staccato le cuffie dal telefono. Era una delle cover di Niall: Dancing In The Moonlight. Si era praticamente fissata con quella canzone ultimamente e la sentiva ininterrottamente, a ripetizione.
Si muoveva a tempo di musica. Fece una sosta al frigo, fregandosene del fatto che fosse quasi nuda e bevve un paio di sorsi d'acqua rigeneranti. Poi si accorse del succo d'arancia e bevve un po' anche di quello. Prima che le venisse l'idea di mettersi a mangiare tutto quello che c'era nel frigo - la sua fame era sempre stata eccessiva, ma visto che non metteva su mai neanche un grammo, poteva palacarla con tutto ciò che voleva - decise di andare a farsi la doccia. Non ci mise molto, era sempre stata veloce a farla. Per abitudine, anche quando avrebbe potuto restare all'interno a rilassarsi, non ci metteva più di cinque minuti. Avere i capelli corti e scuri non oltre il mento era d'aiuto anche quando doveva fare lo shampoo, era più veloce. Aveva fatto benissimo a tagliarli qualche anno prima, nonostante le capitasse di essere scambiata per un ragazzo. Soprattutto quando stava in tenuta sportiva o sulla bici. Ma a lei non importava più, ci aveva fatto l'abitudine.
Si vestì comodamente e si gettò sul letto. Avrebbe potuto fare un pisolino prima di prepararsi il pranzo.
Stava per chiudere gli occhi e quasi per crollare, quando un trillo proveniente dal suo telefono la fece saltare in aria. Era una notifica di Instagram e pensò che magari si trattasse ancora di Niall che non dormiva e si annoiava. Ed effettivamente, era lui, ma non come Rebecca si aspettava.
E quando vide di cosa si trattava, i suoi occhi si spalancarono, ora completamente svegli, e il suo cuore iniziò a correre. Pensava che fosse un fake, ma continuava a cliccare sul nick del profilo che la rimandava lì, a quello con il verificato. A quel profilo che conosceva praticamente a memoria. Magari era stato uno sbaglio. Nel sonno aveva cliccato il pulsante sbagliato o l'aveva scambiata per qualcun altro. Sta di fatto, che non riusciva a crederci e fissava lo schermo con una faccia da ebete.
Su Instagram gli aveva mandato uno stupido direct solo in un momento di frustrazione l'anno prima e lui non lo aveva mai visualizzato. Su Twitter, invece, lo tartassava come se fosse un diario segreto in una chat che una buona anima le aveva passato. Ma anche lì non aveva mai visualizzato. E ci credeva, avrà avuto milioni di chat aperte.
E allora adesso...? @niallhoran ha iniziato a seguirti. Questo diceva la notifica sul suo profilo.
Aspettate... cosa?

Ride Together ●niallhoran●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora