Un sospiro stanco. Rebecca che si mordeva il labbro, prima di spostare il telefono da una mano all'altra. «Niall.»
Un altro sospiro e la preoccupazione della ragazza che aumentava sempre di più. «Piccolo, cosa c'è?»
«Niente, sono stanco.»
«Perché non ti metti a dormire?» Rebecca aveva l'immensa voglia di abbracciare Niall, coccolarlo e rassicurarlo. Non sapeva neanche perché avesse quell'umore.
«Non voglio.»
«Ma piccolo...»
«Voglio parlare con te. Mi manchi. Mi manchi da morire.»
Sentirlo abbattuto in quel modo la stava devastando. Di solito era Rebecca quella depressa e Niall che le risollevava il morale. Ma adesso le posizioni si erano stranamente ribaltate.
«Cucciolo, sei sicuro che non sia successo qualcosa?»
Quella piccola pausa mise Rebecca in agitazione.
Diglielo. Nella testa di Niall continuava a rimbombare quella semplice parola. Diglielo.
«Sì. No, non è successo nulla.» a Niall pesava mentire in quel modo.
Diglielo. «Mi manchi, Rebs. Voglio un tuo abbraccio.»
«Ni, mi stai spaventando.»
Niall emise una risata, che si trasformò quasi in un singhiozzo. Aveva affondato il viso nel cuscino per non farlo sentire alla ragazza dietro al telefono. Ma Rebecca lo aveva notato comunque.
«Niall, tesoro, hey... cosa c'è? Che ti succede stasera, amore mio?»
«Scusa, scusa, scusa. Forse devo solo andare a dormire.»
«Per cosa ti stai scusando, bimbo mio?»
«Perché sono un idiota.»
«Ma io amo da morire questo idiota.»
«Sei peggio di me quando vuoi consolarmi.»
«Vorrei riempirti di baci, farti un massaggio per farti rilassare... ma dietro al telefono non posso. E se canto ti farei vomitare piuttosto...»
Niall ridacchiò, passandosi una mano tra i capelli.
«E se ti leggessi tutti i tuoi messaggi che ho stellinato nella nostra chat? Come favola della buonanotte.»
«Mi piace come idea.» sussurrò Niall mettendosi comodo.
«Il primo è: "ti preferisco quasi alla pizza, piccola Rebs".»
E Niall scoppiò a ridere, seguito dalla mora. «Ti preferisco decisamente alla pizza, Rebs.»
«Grazie, piccolo.»
E Rebecca continuò a leggere quei messaggi fino a quando Niall non si era addormentato. Non è che quel sonno fosse durato molto in realtà. Erano le due di notte quando si era svegliato di soprassalto dopo un incubo. Era da due giorni che non riusciva proprio a dormire.
La conversazione che aveva avuto con i suoi cugini continuava a rimbombargli nella testa. E poi c'era Loris, che continuava a mandargli messaggi a cui lui non rispondeva nemmeno.
«Dammi tempo. Dammi tempo per capire che cosa devo fare.» le aveva detto per liquidarla, prima di esplodere quando era rimasto solo. Tutto quello era un grandissimo casino. I pensieri gli frullavano nella testa ed era un bene che avesse potuto sfogarsi con i suoi cugini, visto che aveva deciso di escludere Rebecca. Deo non era per nulla d'accordo, ma Niall non sapeva che altro fare.
Sospirò e si portò le ginocchia al petto, abituatosi ormai alla penombra della stanza. Niall aveva iniziato a dormire con le tapparelle aperte da quando stava con Rebecca. Durante le vacanze di Natale soprattutto aveva capito che lei aveva paura del troppo buio - proprio come dormiva di solito Niall - e il ragazzo aveva cercato di adattarsi subito a quel particolare, pensando ad un futuro insieme.
Guardò la cornice che aveva davanti a sé sul muro. Rappresentava proprio lui e Rebecca abbracciati. Se l'era fatta ingrandire apposta per poterla appendere. Non aveva mai tappezzato casa in quel modo con il viso di una ragazza, ma evidentemente ci teneva fin troppo. Era completamente innamorato. Allora perché la stava escludendo? Beh, lui aveva buone motivazioni, dopotutto...
Niall si morse il labbro, ripensando a tutto ciò su cui aveva discusso con i suoi cugini.
Beh, dopo che erano riusciti a farlo riprendere dall'attacco di panico e lui aveva urlato: «Loris è incinta! E dice che è mio, cazzo!»
«Porca puttana.»
Beh sì, non potevano commentare meglio.
Niall si era messo le mani in testa e aveva cercato di ragionare. «Non è mio. Non può essere mio.»
«Perché ne sei sicuro o perché non lo vuoi?»
«Merda, è impossibile!» Niall si era messo ad urlare. «Sapete quanti cazzo di preservativi ho usato con lei? Okay, scopavamo e basta, ma non ho sgarrato una volta, ve lo giuro.»
«Ni... spesso eravate ubriachi.»
Fanculo a Deo. Fanculo a Willie. Fu proprio quest'ultimo che Niall si ritrovò a guardare con occhi luccicanti di lacrime. «Ti ringrazio per avermela fatta conoscere.»
Deo sbuffò. «Non prendertela con lui, adesso. La colpa non è sua.»
Niall sospirò stancamente. «Okay, d'accordo. Mi dispiace, ma... quel bambino non può essere mio. Non lo abbiamo mai fatto da così ubriachi... a tal punto che io non ricordassi niente. Anche un me brillo non vuole un fottuto bambino adesso! Si tratta di istinto di conservazione e io ho agito bene... perché devono farmi questo?» si era morso il labbro con forza, cercando di non far cadere quelle stupide lacrime.
«A che mese è?» chiese Deo, cominciando a camminare avanti e indietro per il salotto del cantante.
«Quarto, quasi quinto...» la voce tremante aveva già fatto capire tutto.
E il rapido calcolo mentale che aveva fatto Deo era servito solo a confermare il tutto. «I tempi tornano perfettamente.»
«Sì, ma... lei potrebbe essere stata con chiunque altro dopo di me... o durante, anche se lei dice il contrario. Lo sapete com'è quella rossa. Andiamo, ragazzi!»
«Perché dovrebbe dirti una stronzata simile? Andiamo, quale donna ti spaccerebbe un figlio non tuo per tuo? Neanche una stupida come lei.»
«Lo sai quanti fottuti zeri ha il mio conto in banca, porca puttana, Willie!»
«Rilassa lo spirito, Niall.»
E il cantante era schizzato in piedi. «Come cazzo faccio a calmarmi? Io... io non lo voglio un figlio! Non uno non mio...»
«Non puoi saperlo.»
«Non posso aspettare altri cinque mesi per fare un test di paternità, io... io non ce la posso fare. Oh mio dio... no, non adesso. Non adesso che devo andare in tour tra pochi giorni... non adesso che sono in un rapporto stabile. Merda santa... Rebecca... lei... la mia Rebecca. Oh cazzo.»
«Devi dirglielo.» aveva detto Deo deciso, incrociando le braccia al petto.
Niall era scoppiato a ridere. Sembrava uno psicopatico. «No. Rebecca non deve sapere niente di tutto questo, chiaro?»
I due fratelli si erano guardati sconvolti. «Non fare la testa di cazzo più di quanto tu sia già, Niall! Devi dirglielo eccome.»
«Io non posso! Lei è lontana da me e non posso neanche raggiungerla. Io la conosco e la conosci pure tu. Sai come reagirebbe. Non posso permetterlo. È meglio che stia all'oscuro.»
«Combini solo un ulteriore casino se lo fai, Niall. Invece devi dirglielo e affrontare la questione con lei.»
«Senti, questi sono affari miei. Lascia perdere Rebecca. Anzi, no. Dovete promettermi che non le direte nulla. Dovete giurarmelo qui.»
Deo lo fulminò con lo sguardo.
«Ti manderei anche a fanculo, ma qui l'unico che deve dirglielo sei tu. Quindi io non le dirò proprio nulla. Anche se siamo tutti d'accordo che sia una stronzata.» si intromise Willie.
Niall guardò l'altro cugino. «Deo?»
Sospiro profondo dal più grande. «Te lo giuro, ma sei una testa di cazzo.»
E Niall aveva annuito. Il cantante era fin troppo convinto del fatto che Rebecca non avrebbe mai accettato una cosa simile. Non voleva farla soffrire. Rebecca aveva sofferto abbastanza. Non poteva farle patire altro a causa sua. Se stava prendendo quella decisione, era solo in buona fede. Quando avrebbe risolto tutta la questione, forse avrebbe potuto provare a dirglielo. Ma in quel momento proprio non poteva. Niall aveva troppa paura della possibile reazione della ragazza. E sinceramente non poteva permetterselo in quel momento. Non poteva reggerlo. E okay, l'avrebbe voluta accanto in un momento del genere, ma lei c'era comunque, lo supportava sempre e lo cercava tutti i giorni, nonostante non ci fosse fisicamente. Per ora, andava bene così. Lo stava facendo perché l'amava. Doveva pensare a questo.
Willie aveva sospirato, mentre Deo si era afferrato il ponte del naso con due dita. «Aspetta un secondo, c'è qualcosa che non mi torna. Ti ha detto perché è saltata fuori soltanto adesso? Perché non te lo ha detto tre mesi fa?»
Niall annuì. Ecco, quella era una delle cose che lo preoccupava maggiormente. «Lei... non voleva dirmelo. Dice che si è accorta di essere incinta in ritardo. E che non è riuscita ad abortire. Mi ha detto che era intenzionata ad affrontare la gravidanza e solo alla fine decidere se tenerlo o darlo in adozione. Ma poi... poi le hanno detto che il feto potrebbe avere delle malformazioni con alte probabilità. Ha anche dei precedenti in famiglia lei.»
«Cazzo.» entrambi i cugini erano rimasti di sasso, mentre Niall si era fatto sfuggire qualche lacrima che aveva asciugato subito con la mano. Era tutto un gigantesco disastro.
«E mi ha detto che aveva bisogno di me a quel punto. Che non si è sentita abbastanza forte e che era giusto che io lo sapessi... E adesso che cosa faccio?»
Deo sospirò ancora. «L'unica cosa che mi viene da dirti, Niall, è di andare in tour e cercare di pensarci il meno possibile.»
Okay, non erano stati molto d'aiuto, ma alla fine era una decisione che doveva prendere Niall. Una situazione che poteva risolvere soltanto lui. Anche se ancora non aveva idea di come fare. E ovviamente continuava a riflettere e rimuginarci.
Ecco perché era così depresso in quegli ultimi giorni. Ecco perché non riusciva a dormire, si svegliava con gli incubi e stava pensando di far dipingere qualcosa sul soffitto, magari fluo, da poter guardare durante la notte.
Rebs, sei sveglia?
Non doveva mandarle un messaggio a quell'ora. In Italia erano le tre e mezza di notte. Alla fine, se lei fosse stata già nel mondo dei sogni, non gli avrebbe risposto.
Che fai sveglio, amore?
Ho fatto un brutto sogno.
Vuoi raccontarmelo?
Meglio di no... Rebs, perché sei ancora sveglia a quest'ora?
Sto finendo di studiare.
Dio, quello era davvero un suicidio. Non capiva come lei riuscisse anche a quell'ora. Magari si faceva di anfetamine...
Anche se sono distrutta. Dovrei chiudere tutto e andare a dormire. Ma saperti sveglio non mi piace.
Niall sospirò. Va a dormire, ti prego.
Anche tu, NiNi.
Vorrei dormire con te. Mi sento solo.
Vorrei essere lì con te.
Lo sai che ti amo più di ogni altra cosa al mondo?
Lo so, Niall. Ti amo tantissimo anche io.
Beh, quella non era poi così male come buonanotte, giusto? Entrambi adesso potevano dormire...
Di sicuro, Niall non lo avrebbe fatto. Cazzo.
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Ride Together ●niallhoran●
Fiksi PenggemarSport. Sport. Sport. La sua bici. Niall Horan. Sport. Era difficile che nella vita di Rebecca ci fosse spazio per altro. Non che l'ultimo particolare, Niall, ci fosse davvero. Lui c'era, ma non c'era. Era solo un idolo, un sogno della ragazzina che...