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Niall Horan ti ha inviato un audio.
Niall Horan, perché era così che aveva deciso di nominarlo dopo essersi arrabbiata con lui.
Erano passati due giorni e loro non si erano più sentiti, lei lo ignorava e Niall non le aveva più scritto. Immaginava che sarebbe andato in quel modo e pensava che dopotutto lui avesse rinunciato e che si fosse stancato davvero presto.
Ma poi le era arrivato quell'audio di sei minuti e trentadue secondi e lei l'aveva guardato come se non capisse neanche cosa fosse.
Era tentata di non ascoltarlo nemmeno, ma era più forte di lei.
Per di più, le mancava da morire la voce di quel cantante irlandese. E non mentre cantava o quando faceva le interviste. Le mancava sentirlo parlare con lei.
«Ciao, piccola. Lo so che adesso probabilmente mi odi e me lo merito, diavolo, ma a me manchi terribilmente. Magari non lo ascolterai neanche questo audio, ma devo ammettere che la speranza contraria mi fa sentire meglio. Vorrei sapere come stai, ma credo che dovrò aspettare ancora un po' per quello. O forse in eterno.» Niall emise una risatina e Rebecca pensò che fosse la risata più triste che gli avesse mai sentito fare. Era nervosa e non aveva un minimo di allegria. Niall stava parlando davvero lentamente e stava usando parole semplici, probabilmente perché voleva che capisse tutto. Anche se Rebecca era dovuta tornare indietro un paio di volte e riascoltare pezzi che non riusciva comunque a capire. «Mi prenderai per logorroico, ma ho bisogno di raccontarti cosa ho fatto oggi. È come se fossi mia moglie a distanza.»
Il suo respiro era accelerato di brutto e il cuore gli batteva nella tempie e in gola. No, quel ragazzo non pesava per niente le parole. «E le vuoi raccontare ogni cosa. Uhm, allora... mi sono svegliato presto oggi e sono andato in giro per la città alla ricerca di una posta. Non solo ci ho messo due ore per trovarla, ma apriva anche un'ora dopo. Sono stato in giro con Basil, poi ho spedito il mio pacco. Non vedo l'ora che arrivi al destinatario. A pranzo ho mangiato sushi con i ragazzi della band...» ed era andato così fino alla fine. E se quello era il primo vocale che Niall le aveva mandato, di certo non sarebbe stato l'ultimo. Ogni giorno le arrivavano audio nuovi e sempre più lunghi. A parte quelli di tre secondi in cui Niall le diceva: «Buongiorno, amore. Passa una buona giornata.»
La stupiva il fatto che Niall le mandasse quell'audio proprio quando lei si svegliava, anche con tutto il discorso del fuso orario. Ma lui dormiva ogni tanto la notte?
Rebecca si sforzava di non guardare sue foto, di non entrare sui social, di ignorarlo. Ma quegli audio erano diventati una litania irrinunciabile.
«Allora, ci vieni alla festa con me?»
Rebecca alzò una mano. «Aspetta, sta zitto.» non aveva la minima intenzione di stoppare l'audio di Niall che stava sentendo dalle cuffiette o avrebbe perso il filo. E poi, prima Niall, poi Danilo.
«Ma che stai ascoltando?» si era sporto verso di lei e aveva sbirciato sul telefono. «Un audio di nove minuti e quaranta? Ma chi diavolo è questa persona così pazza? Ma poi ci sono solo audio suoi. Non gli rispondi neanche.»
«Zitto un attimo!»
«Non mi hai mai detto come mai hai deciso di tenere i capelli così corti. Non che lo siano tanto, ma sono abituato a ragazze con capelli lunghissimi. Ad avere intorno... ehm. Okay, la devo smettere di dire cose del genere. Magari ti faccio incazzare di più. No, il punto è che vorrei toccare i tuoi capelli.»
«Chi è Niall Horan? Mi suona troppo familiare. Ma poi non è italiano!»
Rebecca interruppe l'audio e si voltò a guardare Danilo. «È il tipo con cui sono arrabbiata, okay?»
«E stai continuando ad ignorarlo?»
«Sì.»
«Poverino. Non ho mai sentito o visto un ragazzo fare audio di dieci minuti, nonostante non ottenga risposta. Me lo fai vedere questo tipo?»
«No.»
Danilo si imbronciò. «Perché no? Volevo dare il mio giudizio e la mia benedizione. Magari mi rifaccio gli occhi anche io.»
Ecco, Rebecca non stava più capendo. Si era fermata in mezzo alla strada e lo aveva guardato in faccia. Danilo aveva gli occhi più aperti del normale e una faccia colpevole.
«Sei gay?»
«Zitta! Non urlare.»
Rebecca si era trovata la mano del ragazzo sulla bocca, che afferrò e tolse via.
«Perché non me lo hai detto subito?»
«Non pensavo fosse importante. E poi non lo dico mai a nessuno, a parte i ragazzi che mi faccio, sai com'è.»
«Neanche tua sorella lo sa?»
«Non ho il coraggio di dirglielo. A lei basta che sto sempre intorno a ragazze, tipo te.»
«E allora perché lo hai detto a me?»
«Perché mi sembri una persona che sa mantenere i segreti.»
Come dargli torto. «E tu li sai mantenere?»
«Se vuoi che lo faccia, sì.»
«Hai presente i One Direction?»
Il ragazzo aveva aggrottato le sopracciglia. «La band?»
«Niall è uno di loro.»
«Tu non stai messaggiando con uno di loro.»
Rebecca si morse il labbro. «E invece sì.»
«Oh dio. No aspetta, devi farmi capire.»
E Danilo si era ritrovato a seguirla fino a casa, superando perfino la propria. Rebecca glielo aveva fatto notare, ma lui semplicemente aveva detto che avrebbe camminato un po' di più.
Così Rebecca gli raccontò ogni cosa in breve. Una parte di lei temeva di star facendo uno sbaglio, ma alla fine si era sentita molto più leggera.
Nel momento in cui erano arrivati davanti casa sua, Rebecca si era quasi scontrata con il postino, che aveva un pacco proprio per lei.
Era stato strano leggere che arrivava dal Brasile.
«Posso dirti una cosa sinceramente, Rebecca?»
Lei annuì con il pacco ancora tra le mani.
«Io credo che quel Niall si sia innamorato di te.»
«No. Non può...» si interruppe, leggendo il mittente sullo strano pacco: Niall James Horan.
Non vedo l'ora che il mio pacco arrivi al suo destinatario.
Rebecca lo aprì decisamente troppo in fretta quasi tremando, ignorando che aveva Danilo ancora accanto.
E quando si era trovata in mano il nuovo album di Niall, Flicker, e due biglietti del concerto di New York, insieme a quelli aerei, non era riuscita proprio a trattenersi. E lì, in mezzo alla strada era scoppiata completamente in lacrime.

Ride Together ●niallhoran●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora