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Niall non era talmente convinto di quell'uscita quella sera, che stava scendendo a patti per ogni cosa e aveva perfino voluto scegliere personalmente che cosa lei dovesse indossare. Perché - parole sue - doveva essere il più coperta possibile.
Niall che frugava nella sua valigia non aveva fatto a Rebecca neanche tanto effetto. Tranne quando aveva tirato fuori delle culotte nere con tanto di merletto. «Queste sono favolose.»
Rebecca aveva squittito e gliele aveva tolte dalle mani con uno sbuffo.
«I vestiti, Niall. Non l'intimo.»
«Dimmi che hai il reggiseno abbinato.»
«Niall.»
Il ragazzo aveva emesso uno sbuffo ed era tornato alla ricerca. Alla fine, aveva scelto per Rebecca un vestito nero pesante che lei aveva messo in valigia quasi per miracolo, con delle calze altrettanto pesanti sotto. Erano gli indumenti più caldi che avesse lì. Poi, mentre lei riposava un po' sul letto, già pronta, cercando di placare il mal di testa, Niall si era cambiato. E non chiudendosi in bagno come aveva fatto lei, ma direttamente in camera. Ormai si trovava a suo agio con lei stando perfino in mutande. E Rebecca non era riuscita più a chiudere gli occhi. Era affascinante fissare Niall che si vestiva e allacciava uno per uno i bottoni di quella camicia che lo rendeva fin troppo sexy.
«Mi stai fissando.» non aveva neanche alzato gli occhi.
«Non lo nego.»
Niall si era messo a ridere. «Okay, scarpe, giubbotti e possiamo andare.»
Rebecca si era ritrovata con due giacconi, il suo e quello di Niall, che le stava enorme. Aveva perfino il cappuccio tirato su.
Per arrivare alla Torre avevano dovuto fare un breve tratto a piedi e Niall l'aveva presa per mano senza neanche pensarci due volte. Rebecca, con le dita intrecciate al ragazzo di cui era innamorata persa, si sentiva finalmente a posto. Anche se stava uno schifo e la pasticca che aveva preso sembrava non aver fatto il minimo effetto. Si era stancata subito a far quel tratto e quando si era trovata davanti quell'enorme monumento illuminato, era rimasta quasi senza fiato. Niall l'aveva attirata a sé, facendo scontrare la sua schiena contro il proprio petto.
«È bellissima.» sussurrò lei.
«Mai quanto te.»
Rebecca sbuffò, per poi tossire. «Saliamo su?»
Niall sorrise divertito e annuì.
I due non dovettero neanche fare la fila, perché lui aveva preso accordi specifici. Era facile essere vip, eh?
Entrarono in uno dei tre ascensori completamente da soli. Neanche Basil li aveva seguiti su.
«Al primo piano c'è un sacco di gente e la pista di pattinaggio.» le spiegò mentre salivano. «Ma a noi non interessa.» continuarono la corsa. «Al secondo c'è il ristorante in cui ho prenotato, ma ci torniamo dopo. E al terzo...» le porte si aprirono e l'aria fredda punse loro il viso.
«Non dovrebbe esserci gente qui?» perché era così deserto?
«Non se Niall paga perché ha bisogno di parlare con...» e lì si era stranamente interrotto. Entrambi però erano attratti per lo più dal panorama mozzafiato che avevano davanti. E Rebecca, quindi, non chiese il continuo di quella frase.
Un capogiro la colpì all'improvviso. Era un bene che Niall la stesse tenendo per la vita.
«Rebs, amore?»
«Possiamo sederci da qualche parte, per favore?» sussurrò e Niall la accontentò. Si accosciò davanti a lei e la guardò con preoccupazione. Allungò la mano e la poggiò sulla sua fronte. 
«Sei di nuovo tanto calda, piccola.»
«No, va bene.»
«Non dovevo farti venire qui.»
«Invece sì. Adoro stare qui. Nonostante io sembri un pupazzo di neve al momento.» disse ironicamente.
«Sei pallida quanto uno di quelli.»
«E guardami con questo tuo giubbotto, sembro un Teletubbies. Dio mio.»
Niall sorrise divertito. «Sei comunque bellissima.»
«No.»
«Sì, sei la ragazza più bella che abbia mai visto.» perché doveva essere sempre tanto dolce? Anche quando lei aveva le guance arrossate per colpa del freddo e della febbre e aveva davvero un aspetto indecente.
«Questa è una stronzata, hai avuto ragazze davvero bellissime. In confronto io sono una patata.»
Niall si mise a ridere. «Cosa sei? E allora perché ti ritengo la più bella tra tutte le ragazze che ho avuto?»
«Perché hai il salame negli occhi.» e poi un particolare che non aveva notato all'istante le aveva fatto spalancare gli occhi. «Aspetta... ma io non sono la tua ragazza.» sussurrò. Le mancava il fiato e non era colpa del raffreddore. Lei lo stava semplicemente trattenendo adesso.
«Ah no?» Niall la guardava con quegli occhi blu divertiti. Le accarezzava le gambe con la mani che aveva poggiato lì e aveva un sorriso fin troppo dolce.
Rebecca tornò a respirare. «Perché... lo sono?» disse con un filo di voce.
«Io avrei risposto sì senza esitazione.»
Rebecca si morse il labbro inferiore. Il cuore le batteva all'impazzata e lei aveva portato una mano sopra quella di Niall quasi fosse un riflesso involontario.
«Avresti? Usi il condizionale...»
Niall era rimasto in silenzio solo per un secondo. Poi le aveva fatto inumidire gli occhi con quelle parole: «Lo sei, Rebs. Sei mia. Speravo di avertelo già fatto capire, ma entrambi abbiamo bisogno di dirlo e sentirlo ad alta voce, chiaramente. Sì, sei la mia ragazza e sei bellissima. E adesso lascia che ti baci, perché davvero non ce la faccio più.»
Rebecca gli mise le dita sulle labbra, dopo che lui si era sollevato e sporto verso di lei. «No, aspetta...»
Niall andò nel panico in mezzo secondo. Che lei non la pensasse nello stesso modo? Che lei non volesse? Che avesse sbagliato qualcosa o tutto?
«Se mi baci, ti prenderai la febbre anche tu con certezza.»
E Niall non era riuscito a non ridere. «Oh, amore mio, non mi importa minimamente.»
«Ma a me sì...» Rebecca aveva abbassato lo sguardo e Niall aveva capito subito che il problema fosse anche un altro. Sembrava aver paura e lui scommetteva che non fosse solo la questione del contagio. Rebecca non aveva mai baciato nessuno, dopotutto.
Niall si sedette accanto a lei per bene e le afferrò il mento, facendole voltare la testa verso di lui. Passò il pollice su quelle labbra carnose. Le desiderava davvero troppo.
«Non lo approfondisco.» sussurrò. E Rebecca non disse altro. Si era semplicemente irrigidita e aveva trattenuto il respiro.
Ricordava perfettamente ciò che aveva fatto a casa sua, ma quella volta stava per farlo Niall. Da sveglio. Completamente consapevole.
Il viso di Niall era sempre più vicino al suo. Il cuore le rimbombava nelle orecchie. E quando davvero il ragazzo fece toccare le loro labbra, entrambi si sentirono improvvisamente in pace con loro stessi e con il mondo. Quello doveva andare così. Ed era dannatamente giusto.
Rebecca si era pure curata di chiudere gli occhi e passargli le braccia intorno al collo. Era un tocco così delicato... e Niall non riuscì a resistere. Voleva approfondirlo. Gli veniva naturale, ma lei si era tirata indietro non appena Niall aveva mosso le labbra con quell'intento.
Niall si era imbronciato e Rebecca si era morsa il labbro, cercando di non ridere. «Avevi detto di no.»
«Sì, lo so. Ma hai rovinato il momento.»
Rebecca sbuffò e gli tirò i capelli. «Non ho rovinato niente.»
E Niall la baciò ancora. E ancora e ancora. Piccoli baci a stampo come piccola consolazione. E Rebecca sentiva le farfalle nello stomaco ogni volta. Non riusciva davvero a credere che loro due...
«Sei mia.»
E lei non poté fare a meno di annuire. «E tu sei mio.»
«Tuo e di nessun altro. Adesso andiamo a mangiare?»
Rebecca si mise a ridere. «Sei stato tu a rovinare il momento adesso.»
«Stronzate.»
«Ni?»
«Non ho per nulla fame. Credo di avere la nausea. E ho i brividi.»
«E non te li ho messi io, vero?» disse ironicamente.
«Temo di no.»
«D'accordo. Torniamo in albergo.»
Avevano deciso che avrebbero mangiato qualcosa lì. Niall l'avrebbe dovuta praticamente obbligare, ma ancora quello non lo sapeva.
Erano scesi dalla Torre Eiffel con l'ascensore e si erano riuniti con Basil. Camminavano così lentamente, che Niall aveva iniziato a preoccuparsi ancora di più. Rebecca aveva tutto il peso contro al suo fianco, così lui si era fermato in mezzo alla strada e non interessandosi di chi avesse intorno, aveva passato un braccio sotto le gambe della ragazza e l'aveva sollevata stile sposa. Rebecca aveva squittito spaventata e gli aveva stretto le braccia al collo. «Ni, no. Mettimi giù.»
«Sssh. Non pesi per nulla. Strano.»
E Rebecca gli aveva dato uno schiaffo dietro la testa.
«Ahia!» Niall aveva ridacchiato stupidamente, mentre lei affondava il viso nell'incavo del suo collo.
Avevano fatto tutto il resto del tragitto in quel modo e in hotel li avevano guardati straniti, ma nessuno aveva commentato. Niall non aveva la minima intenzione di lasciarla. Temeva pure che si fosse appisolata. La lasciò solo quando la adagiò sul letto della loro stanza e lei aveva aperto gli occhi stanchi.
«Ora facciamo una doccia fredda.»
Rebecca non riusciva a capire il significato di quelle parole. Facciamo? Doccia fredda?
«Noi?»
«Mi piacerebbe farla con te, ma sono sicuro che non me lo permetteresti.»
Rebecca rise nervosamente.
«Però devi farla quasi fredda davvero. Per abbassare la febbre. E la fai con la porta aperta. Se ti sentissi male lì dentro, potrei morire di infarto.»
«Tanto lo so che è solo una scusa per vedermi nuda.»
Niall sbuffò. «Non sbircierò.» e le aveva baciato di nuovo le labbra. Dio, voleva farlo in continuazione.
«Ti ammalerai lo stesso se ti ostini a baciarmi.»
«Ecco perché vorrei che me lo lasciassi approfondire.»
«No.»
Alla fine, Rebecca si alzò dal letto e seguì gli ordini del ragazzo. Niall aveva detto che nel frattempo avrebbe ordinato qualcosa da mangiare.
Ma il suo pensiero fisso in quel momento era la ragazza nel bagno, con la porta davvero aperta. Niall aveva solo dovuto gettare indietro la testa per guardare. E lo aveva fatto eccome. Aveva intravisto Rebecca entrare in doccia e... maledizione, non avrebbe dovuto! Perché si sarebbe sognato quel corpo ogni notte fino a quando non lo avrebbe avuto davvero. Gli era mancato il fiato a vedere quel sedere, su cui aveva tanto sbavato, davvero nudo ed era perfino arrossito, mentre in basso il suo amico prendeva vita.
Scosse la testa troppe volte, fino a quando non riuscì più a vederla e sentì partire l'acqua della doccia. Niall doveva chiamare e ordinare da mangiare per entrambi.
Non si era neanche accorto che non c'era più rumore circa dieci minuti dopo ed era di spalle quando Rebecca aveva parlato: «Tanto lo so che hai spiato.»
«Sono il tuo ragazzo. Me lo meri...» le parole gli morirono in gola quando si era voltato a guardarla. Rebecca era in accappatoio davanti alla porta, ancora gocciolante. Quel tessuto la copriva un po' troppo, ma a Niall bastò per mandare il cervello in tilt.
«Me li asciughi tu i capelli, Niall?»  

Ride Together ●niallhoran●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora