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«Saresti venuto lo stesso?»
«Sono in grado di venire anche se non mi tocchi. Ti basta dirmi le giuste cose sporche.»
Rebecca diede uno spintone al cantante, che si lasciò cadere stupidamente sul piccolo letto della ragazza. «Hai capito che intendevo, scemo.»
«Considerando che ancora non ti leggo nella mente...»
Rebecca sbuffò. «Se non ci fosse stato il mio esame di maturità, saresti venuto qui lo stesso?»
«Non lo so. Probabilmente saresti venuta tu con me in America. Piccola, lo sai che non posso stare lontano da te così a lungo. Poi entriamo in depressione entrambi, ci vengono i dubbi, le crisi, io divento isterico perché odio farmi le seghe via Skype...»
Rebecca ridacchiò. «La smetti di sparare le stronzate per mezza volta e fare la persona seria?»
«Ah, quindi ti piacerei di più se fossi tutto musone e non facessi mai una battuta?»
«Ti sto per tirare la mia mappa concettuale plastificata e per quanto sei sfigato probabilmente ti prenderei con lo spigolo e ti sfregerei.»
«Wow. Che tragedia. Comunque, piccola, siamo stati perfino fortunati che la tua maturità non coincida con una mia tappa del tour e che io sia potuto essere qui, quindi non stare a pensarci troppo.»
Rebecca finì di fare lo zaino e guardò Niall, che adesso stava stravaccato sul suo letto.
«A che stai pensando?» gli chiese Rebecca, avvicinandosi a lui e inginocchiandosi sul letto.
Niall la guardò dal basso. «La verità?» fece una smorfia, portandosi la mano sullo stomaco. «Che ho fame.»
Rebecca scoppiò a ridere. «In realtà ho fame anch'io. Ora andiamo a scovare qualcosa di buono nella dispensa. Poi ci collochiamo sul divano e faccio partire un film in italiano.»
«Ma dai, non capirò neanche metà del film! E poi sei sicura che è questo quello che vuoi fare la sera prima degli esami?»
«Sì, voglio crogiolarmi del calore del mio ragazzo sul divano, guardando Notte Prima Degli Esami e bevendo cioccolata.»
«Sicura che non vuoi fare l'amore con me? Potrebbe rilassarti e farti dimenticare l'ansia pre-esame.»
«No. Non voglio scopare con te.»
«Fare l'amore.» la corresse Niall, storcendo la bocca. «Questo rifiuto mi ferisce, sappilo.»
«Piuttosto ti ripeto la tesina, visto che per far capire all'idiota del mio fidanzato il mio esame, ho deciso di portarla praticamente tutta in inglese.»
«No, grazie. Mi farò andare bene il film.»
«E poi mia madre potrebbe arrivare in qualsiasi momento.»
«Mi guardava come se volesse tagliarmelo quando ieri mi ha fatto uno dei suoi discorsi. Pensa se ci beccasse mentre lo facciamo.»
«Hai paura che se te lo veda di fuori te lo tagli davvero?»
Niall fece una smorfia, seguita da una risatina nervosa. Ripensava ancora a quella conversazione che aveva avuto con la donna più grande. La madre di Rebecca gli aveva chiesto perché avesse fatto la proposta a Rebecca così presto. Niall era rimasto incredulo. Perché l'amava ovviamente e la voleva accanto per tutta la vita, così lui aveva risposto.
«Ma è ancora troppo piccola per sposarsi. A mio parere è anche stupido da parte tua pensare che lei sia convinta di quel sì. Beh, probabilmente lo è, perché è innamorata, ma hai mai pensato che potrebbe cambiare idea prima che riusciate davvero a sposarvi? O che potrebbe innamorarsi di un altro nel mentre? Sei stato il primo per lei, non per forza devi essere l'ultimo.»
«Io capisco che probabilmente voleva che chiedessi prima a lei che a Rebecca, ma sono sicuro di quello che ho fatto e sono sicuro del fatto che Rebecca voglia sposarmi. Se un giorno non mi amerà più o se qualcuno che non sono io dovesse rubare il suo cuore, mi farò da parte com'è giusto che sia. Lei però deve capire una cosa. Rebecca non è più la bambina che lei crede. E le posso assicurare che una volta che finirà il suo esame di maturità la prima cosa che le dirà sarà che verrà a studiare medicina a Londra.»
«Sta tranquillo, ormai ho capito che non vuole intraprendere la mia stessa carriera. Mi sono rassegnata, ho capito che forse è meglio se intraprende ciò che vuole davvero. Ma perché non studiare medicina in Italia?»
«Perché ho intenzione di chiederle di venire a convivere con me. E con questo non le sto chiedendo il permesso. La sto solo informando, come faccio sempre.»
In quel modo era finita la loro conversazione. Niall sapeva che nonostante la mentalità della sua futura suocera fosse migliorata rispetto agli albori, ci sarebbero sempre stati alti e bassi tra loro, perché in fin dei conti, una persona non può essere cambiata. O almeno non del tutto.
«Però dopo il tuo esame ho assolutamente bisogno di una seduta intensiva di sesso con te. Non ho intenzione di andarmene da qui a secco.» aveva detto Niall, tornando alla realtà.
Rebecca si era messa a ridere. «Non sono così pazza, Niall. Anche io voglio quella seduta.» e un sorrisino le illuminò il viso, pensando a ciò che aveva avuto in mente da un po' e che avrebbe messo in pratica presto, una volta finito l'esame.
Niall in quel momento teneva Rebecca tra le sue braccia. Le tazze di cioccolata erano ormai abbandonate sul tavolino, mentre il film proseguiva. Niall non ci stava veramente capendo niente e vagava con la mente al giorno dopo. In quel momento Rebecca sembrava tranquilla e rilassata, ma come sarebbe stata domani?
Strano ma vero, Rebecca non aveva un briciolo d'ansia neanche per allora. Stavano nel corridoio della scuola e Niall le massaggiava le spalle, mentre attendevano il suo turno e lei riguardava la sua mappa e i suoi quaderni per ripassare.
«Rebecca, Andrea sta per finire, poi tocca a te.» l'avvisò la sua compagna di classe. In realtà era solo un modo per guardare e attirare l'attenzione di Niall. Era strano per tutti avere un vip intorno, come fosse un ragazzo normale.
«Dammi il mio bacio portafortuna, ti prego.» mezz'ora e sarebbe finito tutto. Mezz'ora e avrebbe detto addio alla scuola.
Niall si era sporto verso Rebecca. «In realtà è un modo per far capire alla tua compagna che sono tuo, vero?» aveva ghignato ad un soffio dalle sue labbra. Il sorrisino di Rebecca aveva detto tutto. Lo aveva afferrato da dietro la testa e aveva chiuso la distanza tra le loro labbra, ricevendo il suo bacio irlandese.
Irlandese come l'argomento centrale della sua tesina.
«Perché ha scelto proprio l'Irlanda, signorina Rinaldi?» le aveva chiesto il presidente della commissione, non appena aveva iniziato a parlare. Tutto in inglese, come aveva preannunciato. Era l'unica della classe che aveva deciso di fare quella pazzia. Avere un fidanzato che parlava in quella lingua era un punto a suo favore ormai.
Niall non aveva potuto fare a meno di sentirsi orgoglioso e al contempo imbarazzato, tanto da arrossire, quando aveva sentito la risposta della ragazza: «Perché ho un forte legame con essa. Credo che mi appartenga un pezzo importante della cultura musicale irlandese odierna. Avrete sentito tutti parlare almeno una volta di Niall Horan.» aveva lanciato un'occhiata al ragazzo appoggiato allo stipite della porta e gli aveva fatto un sorriso dolce. «È da qui che voglio iniziare.»
Beh, non c'era dubbio che la sua tesina fosse risultata la più innovativa. E Niall era stato ancora una volta un tassello fondamentale. L'aveva perfino aiutata con alcuni particolari della storia irlandese, che stranamente il ragazzo ricordava da quando l'aveva studiata a scuola. Dopotutto, Niall era sempre stato un tipo patriottico.
Forse era stata anche quella scelta a spazzare via l'ansia della ragazza. Aveva fatto un ottimo esame e tutti ne erano stati contenti.
Niall l'aveva abbracciata alla fine. «Sei stata fantastica, amore mio. Se non ti mettono il massimo dei voti, mi riprendo l'autografo che la tua professoressa di inglese mi ha chiesto per sua nipote... proprio.»
E Rebecca non aveva potuto fare a meno di scoppiare a ridere tra le sue braccia.
Alla fine, Rebecca aveva preso veramente 100 come voto della maturità e veramente aveva detto a sua madre che sarebbe andata a studiare medicina a Londra.
Prima di ciò, Niall le aveva chiesto che cosa avesse intenzione di fare ora che aveva finito la scuola e lei subito aveva risposto: «Lo sai, voglio continuare con gli studi. Voglio laurearmi in medicina.»
«Vuoi farlo qui a Palermo?» Niall lo aveva chiesto con gli occhi bassi, quasi timoroso.
Rebecca si era messa a ridere e gli aveva afferrato le guance. «Ho già inviato diverse lettere di ammissione per alcune università di Londra.»
E Niall aveva spalancato gli occhi. «Dici sul serio?» aveva detto esaltato.
«Sì, certo. Come hai detto tu, neanche io riesco a starti lontana.»
«Vieni a vivere con me.»
«È una domanda?» Rebecca aveva ridacchiato, cercando di non mettersi a piangere per la commozione.
«No. È un dato di fatto. Sai...» le aveva afferrato la mano e le aveva accarezzato il dito con l'anello. «Pensavo che potremmo sposarci il mese prossimo.»
«Cosa?» la bocca di Rebecca si era spalancata.
«Solo io e te a Los Angeles. E i testimoni che ci servono per forza.»
«Vuoi che ci sposiamo senza nessuno?» Rebecca era stranita.
«Faremo anche una cerimonia in grande più avanti, l'anno prossimo magari o tra due anni, con tutti i nostri parenti e gli amici, ma io ho bisogno di averti e sentirti come mia moglie a tutti gli effetti. E no, non era una domanda. Ti aiuto a portare tutta la tua roba a Londra. Ti trasferisci da me. Beh, sempre se lo vuoi...»
Rebecca si morse il labbro e si gettò addosso a Niall. «Sì. Sì sì sì. Voglio esattamente ogni cosa di ciò che hai detto. È tutto perfetto.»
Era la sera prima che Niall se ne andasse per tornare in tour in America che i due si erano ritrovati a giocare nella camera della ragazza. La casa sarebbe rimasta vuota tutta la notte e quello era il modo perfetto per avere la ricompensa e il saluto che si meritavano, nonostante la ragazza avrebbe raggiunto presto il cantante in tour, visto che anche per lei era iniziata l'estate a tutti gli effetti. Quella mattina erano perfino andati in spiaggia e insieme si erano goduti il mare palermitano. Perciò adesso la pelle di Niall aveva un colorito più acceso del solito, ma Rebecca era sicura che a brevissimo lo avrebbe fatto andare a fuoco per ben altro motivo.
Niall era seduto sul letto e si guardava i piedi, mentre continuava a chiedersi che cavolo stesse facendo Rebecca. Era sparita da quasi un quarto d'ora ormai ed era tentato di andare a cercarla, nonostante gli avesse chiesto di aspettarla lì.
Ma poi la porta si era aperta e la prima cosa che Niall aveva visto erano stati i tacchi rossi che la ragazza aveva ai piedi. Lo sguardo di Niall cominciò a salire e i suoi occhi si spalancarono sempre di più. Credeva di non avere più saliva in bocca. Le gambe della ragazza erano nude, perché indossava una minigonna scozzese che le copriva a malapena l'inguine. La camicetta bianca era dannatamente trasparente e un bottone di troppo era aperto. Rossetto rosso, occhiali da vista e capelli scompigliati.
«È qui che si tiene la lezione di anatomia del professor Horan?»
Cazzo. Sì, proprio il suo che stava ormai esplodendo nei pantaloni facendogli quasi male.
Non riusciva praticamente a parlare. Rebecca ne approfittò per chiudere la porta e nel momento in cui gli aveva dato le spalle, Niall aveva potuto vedere quanto davvero fosse corta quella gonna. Mancava pochissimo e le si sarebbe visto il sedere.
«C-cosa...?» oddio, stava balbettando come un dodicenne.
«Ho sbagliato classe?» Rebecca si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si morse il labbro inferiore.
«No!» lo aveva praticamente urlato. Si schiarì la voce e si alzò in piedi, incrociando le braccia al petto. «Cosa posso fare per lei?»
Era palese che Rebecca stesse guardando il suo pacco dentro ai jeans.
«C'è un argomento che proprio non ho capito. Speravo che potesse spiegarmelo.»
«Immagino che si tratti di quella lezione della settimana scorsa... i genitali maschili.» Niall si cimentò subito nella parte.
Rebecca giocò con il bottone della camicia e annuì. «Anche con quelli femminili ho qualche dubbio. Se potesse mostrarmi...»
«Mostrarti cosa? Io credo che tu conosca perfettamente come funzionino.»
«E allora perché sono qui?»
«Perché ti ho convocata io. Perché non hai fatto il compito che avevo assegnato.» Niall era stato veloce a prendere in mano la situazione e ribaltarla a suo piacimento.
«Oh. Sono stata cattiva.»
«E le studentesse impertinenti e cattive meritano una bella punizione.»
«Che tipo di punizione? Devo scrivere tante volte una stessa frase? O bacchettate sulle mani?»
«Le bacchettate le prenderai da un'altra parte. Vieni qui.» Niall si era seduto alla scrivania e si era volato sulla sedia girevole.
Rebecca aveva sentito un guizzo di piacere nel basso ventre quando aveva sentito l'ultima frase di Niall.
«La prego, volevo che prima mi spiegasse l'argomento. O il suo esame non lo passerò mai.» Rebecca aveva afferrato una penna e l'aveva fatta cadere per terra volutamente.
«Sarà la centesima volta che glielo spiego, signorina Rinaldi. Io credo piuttosto che lei non voglia capire. Forse sono troppo bello e non vuole lasciarmi andare.»
«Beh, la modestia non è il suo forte, professor Horan.» e poi si era abbassata per recuperare la penna. Cazzo, vederla provocante e provocatoria in quel modo lo stava distruggendo. Niall era schizzato in piedi e aveva afferrato Rebecca per il braccio. Con un solo gesto aveva spinto il suo busto contro al tavolo, lasciandola a novanta e facendola lamentare. «E neanche la gentilezza a quanto pare. Tratta così tutte le sue studentesse?»
«No, solo quelle che lo meritano.»
Rebecca si indispettì. «Ah sì? Bene, allora se ne cerchi un'altra...» fece per alzarsi, ma Niall la fermò, bloccandola con la mano sulla schiena.
«Non si muova, signorina Rinaldi. Con lei ho appena cominciato.» un brivido intenso percorse la ragazza, mentre il respiro caldo di Niall le accarezzava l'orecchio. «Quando finirò con lei, sarà perfettamente preparata per affrontare il mio esame, glielo assicuro.»
Le sollevò la gonna, per mostrare effettivamente ciò di cui si era già reso conto: Rebecca non indossava nulla sotto.
«Sei la peggiore.» e lo schiaffo che le mollò sul sedere le fece emettere un urletto. Un rivolo di umori le scivolò sulla coscia e Niall, che era andato proprio a toccare con le dita la sua intimità si rese conto di non essere l'unico al limite dell'eccitazione. Portò quelle stesse dita alla sua bocca e succhiò il sapore della ragazza.
Niall la fece sollevare solo per abbracciarla da dietro. Rebecca poteva sentire il membro di Niall ancora nei pantaloni premerle contro il sedere. Il cantante le baciò il collo e lei gettò la testa all'indietro sulla sua spalla.
Le mani di Niall afferrarono la camicetta della ragazza e la aprirono con violenza. I pochi bottoni saltarono via e Rebecca rabbrividì di freddo, mentre l'indumento finiva per terra.
«Ti sei scordata l'intimo?» come se non se ne fosse già accorto. Si vedeva perfettamente che non aveva il reggiseno dato che era completamente piatta. Ma l'idea che sotto ai vestiti non avesse nulla, aveva fatto eccitare Niall il triplo. La mano calda del ragazzo le afferrò prima un seno e poi l'altro, strofinando con le dita sui capezzoli turgidi, tirandoli un po' e facendole arrivare dannate scosse di piacere in basso.
«Niall.» disse bisognosa.
«Sei già passata al tu, dolcezza?» Niall le morse la spalla, prima di baciarla sullo stesso punto.
«Scusi, professor Horan.» si corresse, mentre Niall la faceva tornare a novanta contro al tavolo.
«Ecco, meglio. Ma verrai comunque punita.»
Rebecca sibilò, stringendo i glutei. Lo schiaffo di Niall era stato forte quella volta e le aveva lasciato lo stampo delle cinque dita. Niall fissava quel punto intensamente.
«Ma io non voglio. Mi dispiace.» la lussuria nella voce di Rebecca diceva esattamente il contrario, ma Niall apprezzò il gesto.
Una serie di schiaffi non troppo forti caddero sulla pelle bianca della ragazza, che iniziò a dimenarsi sul tavolo. Portò una mano a coprirsi, ma Niall gliela afferrò, intrecciando le loro dita e allontanandola dalla parte incriminata.
Rebecca si lamentò quando Niall si fermò e le strinse una delle natiche accaldate.
Lasciò andare la mano della ragazza solo per usare entrambe le sue sul giochino che preferiva.
Rebecca boccheggiò quando lui afferrò le guance del suo sedere e mostrò il suo buco. Niall si era leccato perfino le labbra.
«Amore, ho bisogno del lubrificante.» le sussurrò.
«Nel... nel cassetto del comodino.»
«Resta ferma così, non muoverti.» Niall fu rapido a tornare con ciò che gli serviva.
Aprì il tubetto e ne lasciò cadere abbondantemente sulle dita.
Sentì Rebecca sobbalzare quando il dito di Niall fece dei piccoli cerchi intorno al suo buco, prima di affondare delicatamente dentro. Diavolo, Rebecca stava provando sensazioni che non aveva mai provato prima. Non dolore. Forse fastidio, ma nascosto quasi del tutto dal piacere.
Due dita di Niall completamente all'interno che sforbiciavano di tanto in tanto la stavano facendo tremare.
«Piccola, ti piace? O ti sto facendo male?» ed ecco che le parti erano andate a farsi benedire e Niall era tornato quello di sempre, dolce e protettivo.
«Voglio te.»
Cazzo, quello non poteva essere invito migliore.
Niall si tirò giù i pantaloni e i boxer contemporaneamente, dando finalmente libertà alla sua erezione dolente.
La ricoprì di lubrificante con la mano e l'avvicinò al sedere di Rebecca.
Quando la ragazza sentì la testa del membro di Niall contro al suo buco, si irrigidì quasi inconsapevolmente.
«Hey, rilassati.» e si sporse per baciarle la parte alta del suo sedere sodo.
Rebecca emise solo dei mugugni difficilmente identificabili. Provò a spingere leggermente all'interno, ma si fermò subito. «Amore, se non ti rilassi rischio di farti male.»
Rebecca aveva le mani sul viso e Niall si rese conto che quello non andava bene.
«D'accordo.» si allontanò appena. «Girati, amore. Voglio che mi guardi.» la aiutò a sistemarsi con la schiena sulla scrivania e le fece avvolgere le gambe intorno alla sua vita. Niall si sporse a baciarle le labbra e unire le loro lingue, prima di tornare a provare. Con una mano indirizzò il suo membro all'interno della ragazza.
Dietro faceva decisamente più male rispetto a quando la prendeva davanti, ma Rebecca aveva avuto quella fantasia per molto tempo ormai, esattamente come Niall ed entrambi ne erano consapevoli.
Si rilassò il più possibile, mentre Niall entrava a poco a poco. I loro occhi si fissavano intensamente e le mani di Rebecca si aggrappavano alla schiena di Niall, tenendo la maglietta che lui aveva ancora addosso tra le dita.
I loro respiri erano affannosi quando Niall era riuscito ad entrare del tutto.
«Sei così stretta e calda, amore mio.»
I muscoli della ragazza si coentraevano intorno al membro del cantante, facendolo impazzire.
Era tornato a baciarla, prima di prendere a muoversi dentro e fuori di lei.
«Cazzo, Ni.»
«Sì, amore.»
«È... è così...»
«Fantastico.»
Ogni cosa che si ritrovava a provare con Niall dopotutto lo era.
Ma questa sarebbe stata una delle sue preferite e avrebbe accontentato Niall ogni volta che lo voleva.
Niall era stato rapido a rilasciare dentro la ragazza e a cavalcare il suo orgasmo.
«Dio santo, dolcezza. Sei venuta anche se non ti ho toccata davanti.» Rebecca era stata attraversata dall'orgasmo anche prima del ragazzo. Niall si sentiva soddisfatto, perché non tutte le donne sarebbero state in grado di godere in quel modo senza neanche una toccatina al clitoride. Rebecca adesso aveva ancora gli occhi chiusi e Niall si sporse a baciarle il collo.
Si tirò su i pantaloni prima di prendere in braccio la ragazza e portarla verso il letto.
«La prossima volta ti travesti tu... da leprecano.» aveva borbottato Rebecca contro la sua pelle.
Niall si mise a ridere. «Immagino quanto sarei eccitante.»
Rebecca gli morse il collo, mentre Niall la poggiava sul letto e le toglieva i tacchi che aveva ancora ai piedi.
«Ci penso da quando stavo preparando la tesina. Potevi travestirti per il mio esame e saresti stato la mia carta vincente.»
«Certo, piccola. Magari ci travestiamo così per Halloween.»
«Tu da leprecano e io da pentola d'oro. Anzi no, da quadrifoglio. Anzi no, da arcobaleno.»
Niall scosse la testa e si spogliò per mettersi disteso accanto alla ragazza e attirarla a sé. «Ti amo, mio piccolo folletto.» e le baciò il naso con tenerezza.
«Camminerò come uno di quelli domani, dopo il nostro esperimento di oggi.»
Niall ghignò. «Ti porterò in braccio ovunque allora.»
«E mi farai un massaggio ai reni e alla schiena.»
«Va bene, amore.»
«Grazie. Ti amo anche io, Ni.»

Ride Together ●niallhoran●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora