«No, cazzo.»
Deo aveva cercato di farsi spazio tra i componenti della band di Niall, che guardavano il cantante con occhi spalancati e bloccavano quasi la porta del camerino.
«Niall. Niall!» Deo fece allontanare Gerry, che stava tentando di risolvere il problema, e prese in mano la situazione.
Suo cugino era piegato in avanti e stava faticando maledettamente a respirare.
Deo lo afferrò per le braccia e gliele tirò su.
«Non... respiro.» Niall aveva gli occhi pieni di lacrime.
«Oh, invece ce la fai, devi solo fare respiri profondi. Adesso respiriamo insieme, sì? Seguimi.»
Quante volte aveva visto Niall affrontare quegli attacchi di panico? Non così tante, ma decisamente abbastanza.
Niall non aveva un attacco di panico da almeno due anni e mezzo, da quando erano rimasti chiusi in ascensore e la claustrofobia aveva fatto il suo corso. Da allora non era successo nulla di così tragico da farlo andare in tilt. E adesso era proprio colpa di Rebecca. Quel particolare inaspettato era divertente.
Niall stava tremando. Serrò gli occhi, cercando di non far cadere le lacrime, ma era solo scoppiato a piangere subito dopo. Il che non era l'ideale visto che andò solo a discapito della sua respirazione.
«Niall. Andiamo! Guardami, respira così.» e gli mostrava come tirare respiri profondi, ma era pressoché inutile.
«Non ce la faccio! Non ce la faccio! Voglio...» Niall sentiva la testa girargli ed era un bene che suo cugino lo stesse tenendo saldamente. «Lei.»
Certo, era più facile a dirsi che a farsi, visto che Rebecca non si faceva sentire da due giorni, dopo il messaggio che aveva mandato a Niall e che lo aveva fatto piangere come un bambino. Niall aveva provato a chiamarla, l'aveva riempita di messaggi da tutte le parti e aveva perfino assillato Danilo, ma neanche lui era riuscito a far nulla. Rebecca aveva deciso di intraprendere quella strategia di mutismo che aveva fatto capire a Niall quanto fosse stato coglione. Quanto avesse sbagliato a fare quella scelta, che lo aveva portato a un passo dalla perdita della sua perfetta metà.
E dopo essersi reso conto di aver fatto un concerto orribile e che stava mandando tutto a rotoli con le sue stesse mani, si era ritrovato lì ad iperventilare.
Deo si era infilato una mano in tasca e aveva tirato fuori il cellulare per passarlo a Gerry. «Chiama il numero dell'ultima chiamata e metti il vivavoce.»
Danilo aveva risposto dopo un paio di squilli. «Steve... stavo già dormendo, cazzo! Domani ho scuola! Che vuoi?»
«Chiama Rebecca. E dille che Niall si è sentito male...»
«Cosa? Niall si è sentito male?» aveva urlato.
«No, no, no, no...» Niall si era stretto il petto con la mano.
«Niall, se non provi a respirare come si deve, giuro che ti tiro uno schiaffo.» lo aveva minacciato il cugino. «Dani, dille che ho bisogno che mi chiami subito. Dobbiamo far calmare questo idiota e credo che possa solo lei.»
«Sto... mi sento... svenire.»
«Non stai svenendo. Ti devi calmare. Non possiamo stare qui ad iperventilare per mezz'ora, eh?»
«E se Rebecca non vuole?»
«Dille che Niall non sta bene. Muoviti, provaci!»
«D'accordo.»
«Niall, smetti di piangere e respira.»
«L'ho persa. L'ho persa.» erano le parole di Niall tra i singhiozzi.
Il cellulare di Deo prese a squillare dopo pochi minuti.
«È Rebecca.» annunciò Gerry, che teneva ancora il telefono in mano.
«Grazie a dio.» sapeva che non sarebbe mai stata così stronza, perché dopotutto amava troppo Niall.
E poi la voce della ragazza riempì l'aria: «Deo, dov'è Niall? Che cos'ha? Che è successo?» Rebecca sembrava parecchio in ansia.
«È qui che non riesce a respirare e annaspa. Calmalo, ti prego.»
Il sospiro della ragazza lo avevano sentito tutti. «Niall, hey.»
«Rebs.»
La ragazza aveva percepito chiaramente che Niall stava singhiozzando e il suo fiato corto.
«Sì, sono io. Hey Niall, tesoro, devi respirare. Concentrati sulla mia voce.»
«Mi dispiace... mi dispiace.»
«Ssh, non fa niente per ora. Smetti di piangere, per favore. E respiriamo insieme. Respiri lunghi e profondi. Dentro e fuori, come... come il movimento del bacino che sai fare da dio.»
Niall si era messo a ridere tra le lacrime, mentre tutti nella stanza erano diventati paonazzi. Erano decisamente di troppo lì dentro. E sentire la voce della ragazza così dolce con Niall li stava facendo sentire degli intrusi in un momento di intimità.
«Ti amo. Ti prego, Rebs. Io ti amo.»
«Lo so... sssh, hey. Respira con me, piccolo. Inspira ed espira, okay? Dai, Niall. Respira con me, per me.»
Niall aveva annuito, nonostante lei non potesse vederlo e aveva smesso di piangere, iniziando a fare respiri profondi e normali, mentre Deo gli massaggiava il petto con la mano.
«Bravo, Ni.»
E l'attacco di panico si era placato, era finito.
«Rebecca, che ne dici se ora noi usciamo da questa stanza e tu e Niall chiacchierate un po'?» propose Deo, dopo aver fatto sedere suo cugino sul divanetto e avergli dato un bicchiere d'acqua.
«Sì, d'accordo.»
E Niall si sentì un tantino sollevato. Non si aspettava che Rebecca dicesse di sì.
«Rebs, ti prego, perdonami.» Niall aveva ancora la voce tremante.
La ragazza sospirò pesantemente. «Non so se ci riesco, Niall.»
Oddio, gli mancava di nuovo il fiato.
«Non voglio parlarne per telefono, Niall. Questa... questa è una cosa che dobbiamo discutere di presenza.»
A Niall tremavano le mani. «Ma... ma io non posso venire da te per ora. Non ho un attimo di tempo. Noi... non possiamo aspettare un mese. Che facciamo nel mentre?»
«Niall, ascoltami. Mi dispiace se in questi due giorni sono sparita e non ti ho risposto completamente. Sarà stato un comportamento immaturo, ma mi ha fatto riflettere abbastanza.»
«Nel messaggio... hai scritto che vuoi lasciarmi. Io... tu non... Rebs, ti prego.»
«È complicato. Mi dispiace, ero in un momento di rabbia, delusione e frustrazione.»
«Non volevo deluderti...» sussurrò strofinandosi gli occhi rossi con la mano. «Io non l'ho fatto per male, lo sai vero? Io pensavo che...»
La ragazza lo interruppe: «Pensavi male. Niall, ascoltami. Io... credo di aver bisogno di tempo. Sono troppo delusa per ora. E... ritengo che la soluzione migliore sia prenderci una pausa.»
«Una... una p-pausa?» Niall stava balbettando.
«Staremo lontani per almeno un mese. E io per adesso ho bisogno di ritrovare la fiducia in te.»
«E vuoi farlo senza sentirmi più? Ma che senso ha? Rebs, ti prego, non puoi abbandonarmi. Ho bisogno di te, ora più che mai.»
«Questo non è vero, Niall. Perché se ne avessi avuto bisogno, mi avresti detto che cosa stava succedendo. Non mi avresti esclusa e ora mi avresti accanto a sorreggerti.»
«Non lo avresti fatto...» Niall lo aveva solo sussurrato. Non era un bel pensiero quello e stava solo peggiorando la situazione.
«Non puoi saperlo... e adesso non mi avrai in ogni caso.»
«Rebs.»
«Dammi tempo, Niall. Una pausa potrebbe fare bene ad entrambi per affrontare i propri demoni.»
«Lo abbiamo sempre fatto insieme.»
«Non questa volta.»
E Rebecca non fu l'unica che in quel momento si sentì tradita. «Va bene.» disse alla fine, con voce abbastanza sicura.
Si sarebbero presi una pausa. A cosa avrebbe portato, nessuno poteva saperlo. Sinceramente? Niall temeva il peggio. E quello lo spaventava da morire. Non voleva perderla, ma probabilmente lo avrebbe fatto eccome.
STAI LEGGENDO
Ride Together ●niallhoran●
Hayran KurguSport. Sport. Sport. La sua bici. Niall Horan. Sport. Era difficile che nella vita di Rebecca ci fosse spazio per altro. Non che l'ultimo particolare, Niall, ci fosse davvero. Lui c'era, ma non c'era. Era solo un idolo, un sogno della ragazzina che...