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Se doveva essere sincero, Niall ricordava a malapena il concerto di Toronto. La sera prima non aveva chiuso occhio e subito dopo il concerto, in cui era stato più seduto che altro e si era dovuto scusare per aver stonato alcune volte - e si era perfino dimenticato le parole, ma nessuno sembrava essersene accorto -, era quasi svenuto. Si era ritrovato in un letto d'hotel con la febbre alta e dolori dappertutto.
«Ni?» delle dita passarano delicatamente e con dolcezza tra i suoi capelli umidi.
E Niall doveva essere davvero andato per aver creduto che quella voce appartenesse ad una ragazza in particolare. «Rebs?» aveva sussurrato, con gli occhi ancora chiusi.
Si sentiva fradicio di sudore, ma non aveva la forza neppure di alzarsi e cambiarsi.
«Chi è Rebs?»
«La ragazza del concerto.» era intervenuta un'altra voce. Ma tanto era inutile, Niall sembrava non star capendo nulla.
«No, Niall, sono Ellie.» la stilista non aveva ricevuto nessuna risposta.
«Dovremmo farlo bere.»
«Ni?»
«Voglio andare a casa.» quelle parole dette con voce tremate dal cantante, avevano spezzato il cuore delle due ragazze. «Non mi sento bene.» un singhiozzo appena prima di affondare il viso nel cuscino.
«Dovremmo far annullare il concerto di domani. E anche quello di dopodomani. E non fulminarmi in quel modo, guarda come sta! Dobbiamo misurargli la febbre. È bollente.»
Niall mugolò sotto al tocco della donna, che gli stava accarezzando il retro del collo.
«Aspettiamo. Magari dopo sta notte starà meglio.»
E sotto quei tocchi rilassanti, Niall era tornato nel buio.
Rebecca. Niall aveva sognato Rebecca. Aveva sognato di averla finalmente tra le braccia. Aveva sognato di dirle finalmente tutto ciò che provava per lei. Aveva sognato lei che si scusava per tutto e che decideva di restargli accanto.
Lo aveva sognato, ma poi si era svegliato.
Era stato fuori come una luce per tutta la notte, con gente del suo staff che passava a bagnargli la fronte o semplicemente a controllarlo.
Poi, il giorno dopo, era stato imbottito di medicinali e di vestiti e infilato in un aereo per proseguire il suo tour.
Era un bene che nonostante stesse da schifo, la sua voce non ne avesse risentito.
E forse avrebbe dovuto accendere il telefono, visto che lo aveva già ricomprato. Ma aveva solo paura di non trovarci nulla.
E in realtà, non aveva neanche tanto torto.
Niall, quando la sua mente era tornata a ragionare normalmente, aveva trovato del tempo per pensare a tutta la situazione con lucidità. Niall si sentiva così arrabbiato. Aveva odiato il modo in cui Rebecca si era comportata con lui e non aveva la minima voglia di parlare con lei in quel momento.
Era passata quasi una settimana dal fatidico concerto e loro non si erano più scambiati nemmeno un messaggio.
Aveva bisogno di sbollire. Aveva bisogno che per una volta fosse lei a cercarlo. Aveva bisogno di sentirsi importante per quella ragazza. Lei gli aveva detto chiaramente che pensava non ne valesse la pena, ma Niall era così combattuto... voleva ancora qualcosa che gli facesse credere che in realtà la pena valesse eccome. E aveva paura di ricevere invece solo altre delusioni.
Probabilmente, come faceva spesso nella sua vita, Niall aveva solo sognato troppo.
Poi un briciolo di speranza. Oscurata però dalla sua rabbia, che aveva prevalso con violenza.
Ciao, Niall. Come stai?
Bene. Tu?
Una parola piccola e banale, detta in modo freddo e distaccato. La bugia più grossa che potesse dire.
Sì, bene. Credo...
Se Niall fosse stato in vena di parlare... se Niall fosse stato il suo solito sé, le avrebbe chiesto il perché di quella risposta incerta.
Ma Niall, per una volta, non se la sentiva di fare la sua parte, quella del salvatore. Quella volta voleva essere salvato. Perché era consapevole del fatto che lui si fosse sentito male a causa sua e aveva perfino rischiato di compromettere il suo tour.
Per una ragazza. Lui non era mai stato influenzato tanto da una ragazza.
Meglio così.
Sì...
E il cantante irlandese non le aveva più risposto.
Sentiva una parte di sé che voleva mettere tutto da parte e far finta di nulla. Tornare ad essere con lei ciò che erano. Ma si stava sforzando in tutti i modi di non farlo, perché sarebbe stato troppo sbagliato.
«La smetti di piangere?» gli aveva detto suo cugino Willie, che lo aveva raggiunto a Miami.
«Non sto piangendo.»
«Ma ci sei quasi. Non ho davvero capito che cosa sia successo con quella ragazza, ma... Niall, andiamo.»
«Credo che... no, va beh... lasciamo perdere.»
«Adesso parla. Potrebbe farti sentire meglio. E io mi sono rotto di vederti in questo modo.»
«Wil, credo che mi sia innamorato di brutto. E adesso...»
«Niall, non l'hai mai vista.»
«Lo so. Io... lo so, ma è successo. Sarò stato un idiota, avrò fatto una cazzata come mi hanno detto Liam e Louis, ma non ci ho potuto fare nulla. E la colpa è di quella stupida scommessa con Deo...»
«Scommessa?» nessuno a parte loro sapeva di che cosa si trattasse effettivamente. «Deo diceva che l'hai persa.»
Niall sospirò. «In realtà stavo per vincerla. Ma è finita così, che mi sono legato troppo e che mi sono ritrovato con un cuore spezzato. E non ho neanche capito il perché, cazzo! Non riesco a capire perché lei si sia comportata così. Non so che fare. Ho la testa che mi scoppia per tutti questi contrasti interni.»
Willie sospirò a sua volta. «Devi rilassarti.»
«Sì, fosse facile...»
«Sai come si cura un cuore spezzato?»
«Non sono in vena di sfondarmi di birra. Passo. Sono stato male fino a due giorni fa.»
«Niall, non parlavo di birra.» disse il cugino, sollevando gli occhi al cielo.
«E di cosa?»
«C'è una ragazza che...»
«No.»
«Che mi chiede di te da mesi.»
«No.»
«È bellissima, Niall.»
«No.»
«Puoi scordarne una con un'altra.»
«Willie!»
«No, niente Willie. Qualcosa di semplice, una modella stupenda che ha te come unico pensiero fisso. Magari potrebbe risultare perfino intelligente.»
«L'idea che hai delle donne fa pena.»
«Ti do il suo numero.»
«Non lo voglio!»
«E invece lo prendi, lo salvi e lo usi pure!»
Niall sospirò passandosi una mano tra i capelli. «È mora?» chiese alla fine, quasi sconfitto.
«No. È rossa.»
Niall si morse il labbro. Alla fine, cos'altro aveva da perdere? In quel periodo? Nulla.
«Okay, va bene. Dammi il suo numero.»
E Willie gioì vittorioso, tirando fuori il suo telefono dalla tasca e accontentando subito il cugino, sperando che quella potesse essere davvero una buona soluzione.

Ride Together ●niallhoran●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora