La chiamata su FaceTime l'aveva colta un tantino alla sprovvista. Di solito Niall l'avvisava prima di farla. Rebecca poggiò il telefono contro al muro, mettendolo in piedi sulla scrivania. Con una mano continuava a scrivere il tema che stava facendo per il giorno dopo e con l'altra andò a premere il verde.
«Ni, aspetta un secondino. Devo finire qui.» aveva detto Rebecca, continuando a guardare la pagina del quaderno, piuttosto che lo schermo del cellulare. O si sarebbe distratta e non avrebbe concluso niente.
Niall intanto sembrava stare in silenzio e Rebecca lo ringraziò mentalmente. Anche un semplice saluto avrebbe potuto sconcentrarla.
«Questi compiti mi distruggono.» borbottò. «E la bici. Ho un male al sedere, oggi...» e aveva ridacchiato stupidamente.
«Anche Harry dà sempre la colpa alla bici.»
Rebecca si irrigidì di colpo. Perché quella, non era la voce di Niall. Ma era una voce che lei conosceva altrettanto bene.
Aveva alzato la testa troppo lentamente, per incontrare due persone nello schermo: Niall. E Louis. Louis Tomlinson.
«Devi stare attenta a quello che dici, piccola.» le aveva detto Niall a quel punto, con un sorriso dolce e duvertito sulle labbra.
Gli occhi di Rebecca si spalancarono e le sue guance si tinsero leggermente di rosso. «L-Louis?» balbettò con voce tremante.
«E pure Liam. Che stava in bagno...»
Anche l'altro membro dei One Direction era apparso sullo schermo, spostando con poco garbo la testa di Niall.
La mano di Rebecca andò al suo cuore d'istinto, dopo aver fatto cadere la penna per terra senza neanche rendersene conto.
«Dio mio, me l'avete rincoglionita. Stai bene, piccola?» Niall aveva avvicinato la testa allo schermo, oscurando tutti gli altri.
«È molto bella.» sentì Liam dire.
«La ragazza ideale di Ni...ah!» Louis non aveva fatto in tempo a finire perché l'irlandese gli aveva tirato un cazzotto, cercando di non farsi vedere nello schermo.
«Rebs?»
«Dov'è Harry?»
Niall scoppiò a ridere. «È tutto quella che sai dire? Mi sarei aspettato uno sclero epico.»
«Sta zitto, stupido. Il mio cuore si è fermato. Ma ditemi dov'è Harry.» era un modo per distrarsi dal fatto che avesse davanti agli occhi i suoi idoli. A parte Niall. Strano a dirsi, ma a lui si era ormai abituata.
Liam e Niall voltarono entrambi la testa verso Louis.
«Ah, non guardate me. Quando non gli conviene, Harry non mi dice dove sta andando.»
«Stronzate.» disse Liam, facendo ridacchiare la ragazza, la quale attirò di nuovo l'attenzione su di sé. «Che hai sullo zigomo? Niall ha detto che sei una ciclista, ma a me sembra più residuo da pugile.»
«Devi parlare più lentamente, Liam. Noi persone non inglesi fatichiamo mortalmente a capirti quando attivi il turbo. Come me adesso.»
Niall scoppiò a ridere, seguito da Louis, mentre Liam si grattava la testa.
«Ignoralo, Rebs. Sta scomparendo, non si vede praticamente più.» la rassicurò Niall, indicando il proprio zigomo e facendole finalmente capire.
«Comunque è davvero tranquilla.» aggiunse Louis. «Mi aspettavo un altro tipo di reazione.»
«Si è abituata a me.»
«Sto morendo dentro.» disse Rebecca, guardando però soltanto Niall.
«Non puoi, amore. Mi servi.»
Rebecca era arrossita così tanto per l'imbarazzo, che non si era neanche accorta di come Liam e Louis si erano voltati a guardare Niall. Entrambi avevano le sopracciglia aggrottate, come se non lo avessero mai sentito rivolgersi a qualcuno in quel modo.
«Che state facendo lì tutti insieme? Siete ad LA?»
«Sì. A casa mia. Questi due idioti si sono ricordati che esisto e hanno deciso di passare. Poi mi sono ricordato che volevi conoscerli, quindi prima che se ne andassero... ecco fatto.» rispose Niall.
«Però lui che parla veloce e con il suo accento incomprensibile lo capisci eccome.» disse Liam, imbronciato.
«Io sono io.»
«E sei anche stupido.»
«Concordo.» Liam e Louis parlarono all'unisono.
«Non dico nulla... solo perché so.»
«Tu non sai niente, Jon Snow.»
E Niall ovviamente non capì la citazione de Il Trono Di Spade e la guardò confuso. Louis scoppiò a ridere di gusto. Liam, invece, era appena tornato dopo aver recuperato una sedia. Era stufo di stare in piedi.
«Non chiedo nemmeno.»
«Adesso fa silenzio, Neil. Voglio parlare con Liam e Louis.»
«Neil? Signorina, da quando mi parli così? Solo perché vuoi fare colpo sui miei amici?»
«Scusa, papino.»
Le guance di Niall si erano colorate appena e i suoi occhi allargati. La sua mano, per fortuna invisibile nello schermo, era andata dritta ai suoi pantaloni.
Louis aveva dato una gomitata a Liam per farglielo notare, ma la ragazza, inconscia di ciò che stava accadendo nel ragazzo irlandese, era tornata a parlare: «Ragazzi, io amo le vostre nuove canzoni. E non vedo l'ora di avere altri album, oltre a questo.» disse, afferrando il cd di Niall, con il viso del ragazzo sopra, e mettendoselo davanti alla faccia.
«Ma non usciva il 20?» chiese Louis, sollevando un sopracciglio.
«Niall voleva un parere da un buon orecchio.»
L'irlandese biondo scoppiò a ridere. «Potevi sceglierne una migliore, Rebs.»
«Allora... Niall mi ama e mi ha fatto questo regalo perché voleva farmi felice.»
«Mh.» Niall fece una faccia colpevole, poi annuì. «Questa può andare.»
«Aspettate, però... io amo la vostra roba da solisti. Ma quando tornate sul palco insieme? Mancate a tutti.»
I tre ragazzi si guardarono senza trovare una risposta. «Presto.» rispose Niall alla fine.
«A te non credo, Ni. Tu dici presto e ci fai aspettare secoli.»
E ovviamente tutti si erano messi a ridere, perfino Niall, che nel mentre aveva sollevato gli occhi al cielo.
«Per noi è arrivato il momento di andare.» disse Liam, facendo per alzarsi in piedi. «Abbiamo un po' di cose da fare in giro.»
Niall annuì. «La strada fino alla porta la conoscete. Ciao, ragazzi.»
Rebecca lo guardò male. «Non fare il cafone e accompagnali.»
«Ma...» lui non voleva chiudere la videochiamata.
«Tanto io devo finire i miei compiti.»
«Ci sentiamo dopo?»
Rebecca annuì soltanto.
«Ci vediamo stasera?»
«Devi uscire con quegli amici che mi dicevi...»
«Oh. Giusto.» Niall borbottò. Se lo era perfino dimenticato. «Sta notte quando torno.»
«Niall, il fuso orario.»
«Cacchio, hai ragione. Tu dormirai beata per allora. O sarai già a scuola.» il ragazzo sospirò. «Ci vediamo domani.»
«Però se mi vuoi mandare qualche messaggio, ti rispondo.»
«Quello è ovvio.»
«Niall, ti muovi? Ci devi accompagnare o no?» lo incitò Liam. «Ciao, Rebecca! Ti amiamo.» aggiunse.
«Sì, sì. Arrivo.» Niall sembrava infastidito.
«È stato un piacere conoscerti, Rebecca. Ti saluterò Harry. E spero di vederti presto dal vivo.» aveva terminato Louis con un sorriso, uscendo del tutto dalla visuale dello schermo.
«Ciao Liam, ciao Lou.»
«Ciao, piccola.»
«Ciao, Niall. E... grazie.»
L'occhiolino che le fece Niall fu l'ultima cosa che Rebecca vide, prima che la chiamata venisse chiusa.
Niall sospirò e una mano si poggiò sulla sua spalla.
«Ci hai mentito.» gli disse Louis vicino all'orecchio.
«Non è vero.»
«Oh, sì. Hai detto che era una tua amica italiana.»
Niall sbuffò, alzandosi in piedi. «Ed è italiana.»
«Sì, ma è una fan.» si intromise Liam, mentre camminavano verso la porta di ingresso.
«E in primis, non è solo un'amica.» Louis non riusciva a non sorridere maliziosamente.
«Invece lo è.»
«Ma te la faresti subito, anche qui davanti a noi.»
«Ragazzi!»
«E il tuo amico lì sotto che si accende solo sfiorando quel pensiero, ne è la prova.»
Niall sbuffò e aprì la porta. «Ciao Liam, ciao Louis. E per la cronaca, Harry mi appoggerebbe.»
«Anche lui è contrario alle relazioni con le fan. Come lo eravamo tutti qualche tempo fa... pure tu.»
«Com'è che si dice, però? Al cuore non si comanda... ma voi non vi preoccupate. Questa cosa me la risolvo io.»
«Ti metti sempre nei casini, Niall.»
L'irlandese sorrise e fece loro segno con la testa di andare via.
E i due amici lo fecero, dopo avergli lasciato pacche e averlo salutato.
L'irlandese chiuse la porta dietro di loro.
"Ti metti sempre nei casini".
Niall sospirò pesantemente. «Sì... lo so.»
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Ride Together ●niallhoran●
FanfictionSport. Sport. Sport. La sua bici. Niall Horan. Sport. Era difficile che nella vita di Rebecca ci fosse spazio per altro. Non che l'ultimo particolare, Niall, ci fosse davvero. Lui c'era, ma non c'era. Era solo un idolo, un sogno della ragazzina che...