«Ma che gli sta succedendo?»
Danilo scrollò le spalle. «Dimmelo tu. Il ragazzo è il tuo.»
«Non sembra neanche Niall.»
«Non lo avevi mai visto così, eh? Beh, neanche io. Era sul punto di mettersi a piangere davanti a quella fan.»
Rebecca guardava quel video postato da una ragazza inglese ormai da dieci minuti. Non era neanche un minuto di video, ma la reazione di Niall era stata esemplare.
«Sono in ritardo. Scusami, davvero.» il cantante aveva cercato di sbarazzarsi di quelle due fan in fretta, ma una di loro lo aveva supplicato.
«Puoi soltanto scrivermi una dedica rapidissima? Per favore.»
Niall si era morso il labbro prima di annuire e farsi dare la penna. Aveva già trattato male una ragazza, non poteva farlo di nuovo. Non quando stava mandando a quel paese quel paio di interviste che avrebbero dovuto impegnarlo in quei giorni. «Come ti chiami?»
«Rebekah.»
Oh, divertente. Niall aveva sollevato lo sguardo per un attimo, solo per riabbassarlo di colpo, dato che si era visto chiaramente che i suoi occhi si erano riempiti di lacrime.
«Sei sicura di chiamarti così?» aveva perfino sussurrato ironicamente.
La ragazza aveva annuito.
«Dannazione. Anche tu come lei.» erano tutti borbottii che solo orecchie abituate alla sua voce potevano distinguere chiaramente. E lasciare quel cuore accanto al nome era stato inevitabile per lui. Aveva messo anche un love you decisamente di troppo in quella dedica. E quando si era allontanato dietro i ringraziamenti della fan, lo avevano perfino ripreso mentre si asciugava gli occhi con la manica della giacca. Evidentemente si era lasciato sfuggire qualche lacrima.
Rebecca poteva leggere tanti di quegli insulti nei suoi confronti per aver ridotto Niall in quello stato, ma stranamente non la tangevano per niente. Nessuna di quelle fan sapeva che cosa fosse successo davvero. Perché si trovavano in quella situazione e quale fosse effettivamente la situazione. Evidentemente era cresciuta anche sotto quell'aspetto. Si era fortificata e aveva imparato a fregarsene del pensiero degli altri in quanto sicura di se stessa e di quello che aveva subito da Niall, volente o nolente.
Il fatto strano era però proprio il cantante, che non aveva mai mostrato se stesso in quel modo davanti al mondo. Era come se non riuscisse più a dividere la sfera amorosa da tutto il resto, come invece aveva sempre fatto.
«Non è la prima volta che lo vedo piangere.» aveva detto Rebecca, ricordando quella volta a capodanno. «Però... è la prima volta che lo vedo così...» non riusciva neanche lei a trovare la parola esatta.
«Debole.» Danilo aveva terminato per lei.
E Rebecca aveva annuito. Sì, il suo migliore amico aveva ragione. Quindi anche Niall aveva quell'aspetto. Anche lui non era sempre forte come sembrava. E lo stava mostrando proprio quando si trattava di lei.
Niall lo odiava, ma non poteva farci nulla. E l'incontro con la fan dallo stesso nome era stato quasi rivelatorio. Un segno del destino, visto che lo avevano fermato proprio a pochi passi da una gioielleria. Niall aveva sollevato gli occhi e asciugandosi quelle stupide lacrime, aveva sentito sorgere un solo pensiero nella testa. Sì... doveva farlo. Aveva anche fatto decisamente in fretta lì dentro e poi era tornato in albergo con quella scatolina nella tasca che gli stava quasi perforando il muscolo, solo per recuperare la sua valigia pronta e ignorare i suoi managers che gliene stavano dicendo di tutti i colori.
«Dite che non sto bene. Dite che vi pare. Ho bisogno di fare una cosa per me stesso.»
«E il lavoro non lo è?»
«Se perdessi il lavoro, potrei continuare a cantare sotto la doccia e ad avere un conto in banca che potrebbe mantenere anche le mie prossime due generazioni. E poi di che stiamo parlando? Io perdere il mio lavoro solo per delle stupide interviste? Andiamo, è ridicolo. Ma c'è una cosa che non ho intenzione di perdere. E quello è l'amore della mia vita. Devo andare a riprendermelo e non mi importa se siete contrari. Ci vediamo per il prossimo concerto.» e Niall era salito sul taxi che lo avrebbe portato in aeroporto, con Basil al suo fianco.
«Stai facendo la cosa giusta.» gli aveva detto la sua guardia del corpo e Niall aveva solo abbozzato un sorriso.
Niall era arrivato a Palermo prima di cena. Era già buio e non aveva il coraggio di chiamare Rebecca. Aveva suonato al citofono, ma si era reso conto che la casa era vuota, quindi probabilmente Rebecca era fuori ad allenarsi. Così si sedette sul gradino e semplicemente aspettò. Niall stava tremando. Non c'era per nulla freddo, considerate le temperature inglesi da cui veniva, ma in quel momento stava comunque tremando. Forse erano tutti quei pensieri che lo avevano ridotto in quel modo. Era così immerso in essi che non si era neanche accorto quando la bicicletta si era fermata davanti a lui.
La ragazza aveva visto da lontano che qualcuno stava davanti al suo portone, ma non era riuscita a distinguere che fosse lui. Il suo cervello non aveva collegato neanche per un attimo che potesse essere lui.
Solo quando era scesa dalla bici e aveva fatto per chiedergli di spostarsi, si era irrigidita.
«Niall?» aveva detto con un filo di voce.
Il cantante aveva finalmente sollevato lo sguardo. «Ciao.» aveva sussurrato tremante.
Quella era la prima volta in cui si vedevano e non si erano scambiati neanche un abbraccio. Niall pensava che era già tanto che lei non avesse indietreggiato.
Rebecca aveva sospirato. «Che ci fai qui, Niall?»
«Cosa pensi che ci faccia?» si era passato una mano tra i capelli e aveva chiuso un secondo gli occhi. Quando li aveva riaperti, Rebecca aveva visto chiaramente che erano lucidi.
«Vieni, entriamo dentro.» gli aveva porto la mano con cui non teneva la bici e Niall l'aveva afferrata. Quando le loro dita si erano intrecciate, una scossa attraversò entrambi.
«Vorrei baciarti.»
«Stai in silenzio.»
«Scusa.»
«Dobbiamo parlare.»
«È per questo che sono qui.»
Rebecca rimise la bici al suo posto nel casotto e si tolse le scarpe rumorose contro al pavimento.
«Ma prima devo farmi una doccia.»
Era strano. Tra loro c'era tensione palpabile, amarezza e malinconia, ma a stare in silenzio in quel modo non provavano alcun imbarazzo. Niall l'aveva guardata mentre lei si spogliava, facendo finta che lui non ci fosse. E l'aveva guardata perfino quando era entrata nella doccia. Diavolo se gli mancava quel corpo. Diavolo se gli mancava lei. Ora più che mai, visto che erano vicini, ma mai più lontani di così.
«Sei splendida.» aveva sussurrato Niall, ma la ragazza lo aveva ignorato, forse non sentendolo neanche.
Cosa avrebbe fatto se si fosse spogliato e avesse tentato di entrare in doccia con lei? Probabilmente si sarebbe arrabbiata di più, così Niall era rimasto dov'era e aveva aspettato che lei finisse la sua doccia. Perfino ferma davanti a lui, al centro della stanza con le braccia conserte e quella tuta enorme, aveva fatto prudere le mani a Niall, impallandogli quasi il cervello.
«Hai un po' di tempo per parlare. Sfruttalo bene.»
E Niall non aveva perso tempo e si era direttamente inginocchiato davanti a lei. Rebecca aggrottò le sopracciglia. «Non devi metterti in ginocchio per scusarti, Niall.»
Ma il ragazzo scosse la testa e cercò qualcosa nelle tasche. Trovò la scatolina e Rebecca spalancò gli occhi. D'accordo, forse adesso aveva capito che intenzioni avesse Niall. E d'accordo, adesso le mancava il fiato.
«Rebecca... io... uhm...» aveva tirato un respiro profondo, prima di aprire la scatolina e mostrarle l'anello d'oro bianco ricoperto di diamantini con al centro un piccolo zaffiro blu. «V-vorresti sposarmi?»
Niall non era il solo a tremare. Anche Rebecca lo stava facendo. I suoi occhi si erano riempiti di lacrime e si era inginocchiata con lui, afferrandogli il viso con entrambe le mani.
«Niall, io... io non posso.»
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Ride Together ●niallhoran●
FanficSport. Sport. Sport. La sua bici. Niall Horan. Sport. Era difficile che nella vita di Rebecca ci fosse spazio per altro. Non che l'ultimo particolare, Niall, ci fosse davvero. Lui c'era, ma non c'era. Era solo un idolo, un sogno della ragazzina che...