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«Forse Niall non fa per me.» Rebecca afferrò la ruota abbandonata di lato per poterla rimettere al suo posto nella bici.
«Pensi che non so quale sia il tuo pensiero reale? Che tu non fai per Niall.» Danilo si mise la penna che aveva in mano dietro l'orecchio, prima di guardare la sua opera finita. Si stava divertendo a fare tutti i calcoli e a fare supposizioni sui risultati per poi giocarsi la schedina di calcio.
«È uguale.» borbottò Rebecca, afferrando il pedale e facendolo ruotare per sistemare la catena. Mise a posto anche i cambi e aggiunse un po' d'olio sulla catena, prima di prendere una pezzuola e pulirsi le mani.
«Non lo è per nulla. Perché Niall ti ama e pensa che tu sia perfetta per lui.»
«Non venirmi a dire queste stronzate, Danilo. Se lo pensasse davvero, non mi avrebbe nascosto che ha messo incinta la sua ex.»
«Non hai pensato che magari Niall ha avuto paura? No, perché ne ha avuta davvero parecchia.»
«Doveva dirmelo proprio per questo. E invece lui crede che io non sia abbastanza forte e tutte le altre solite merdate. Io sono debole. Bene, non faccio per lui.» aveva terminato Rebecca tra i denti.
Danilo sospirò. «Questa pausa sta facendo male ad entrambi. State diventando aggressivi.»
«Io non sono aggressiva. Io sto solo imparando a crescere e a reagire... a non piangermi addosso. Sta facendo bene questa pausa. Stavo diventando troppo dipendente da Niall.»
«E che vorresti fare allora? Lasciarlo? Lui ti ha salvata, Rebs.»
La ragazza serrò la mascella, ma non rispose. Si tirò su le bretelle del suo body da ciclista e prese le scarpette per poterle indossare.
«Ti ho fatto una domanda.»
«A cui io ho deciso di non rispondere, perché non ho ancora ben chiaro cosa voglio fare. Niall è importante per me...»
«Beh, ci mancherebbe.» Danilo sbuffò.
«Scusa, adesso devo andare ad allenarmi.»
«E mi lasci qui?»
Rebecca scrollò le spalle e prese la bicicletta. «Fa che ti pare. Se resti qui poi chiudi la porta.»
Durante il suo allenamento, Rebecca si mise a riflettere su tutto, come faceva e rifaceva negli ultimi giorni. Niall le mancava da morire, ma aveva capito che quei giorni in cui non si erano praticamente sentiti, erano stati importanti, utili per se stessa. Adesso che Niall era diventato per così dire il suo nemico, lei si sentiva più forte e più sicura di sé. In quel caso, piangere da sola non aveva alcun senso. Si era sempre aggrappata a Niall e aveva pianto su di lui. Ma quando il problema per una volta era proprio lui?
Dio, Rebecca lo amava, ma aveva quella vocina nella testa che la tormentava e che continuava a ripeterle che non poteva perdonargli qualsiasi cosa solo perché era Niall Horan. Niall l'aveva tradita. Non si era fidata di lei, quindi adesso perché avrebbe dovuto fidarsi di lui? Perché aveva fatto di tutto per lei. Sì, ma in una relazione non doveva essere tutto a senso unico. Niall aveva così tanto quel senso di eroe che gli bastava così? O forse era solo il suo corpo e le scopate che si facevano? Andiamo, Niall avrebbe potuto avere di meglio solo schioccando le dita. E invece lei gli aveva donato il suo primo bacio a stampo e con la lingua, il suo primo pompino, la sua verginità... tutto. Forse si era legato a lei proprio per quello? Forse la riteneva ormai sua al cento per cento? Rebecca sospirò. Non poteva saperlo neanche lei.
Tutto quello era così complicato. Rebecca un po' odiava Niall... e odiava fin troppo anche quella modella incinta.
E se lo avesse lasciato? Il solo pensiero la faceva stare male. Però forse sarebbe stata la scelta giusta... dopotutto la loro storia era troppo complicata, lei era più piccola tanto che andava ancora a scuola e lui doveva girare il mondo per lavoro. Come potevano pensare di creare qualcosa di solido insieme?
Quando Rebecca era tornata a casa dopo l'allenamento, aveva trovato Marco davanti al portone di casa. Fastidio, ecco che cosa aveva provato.
Rebecca aveva sbuffato e aveva sorpassato il ragazzo senza neanche salutarlo.
«Ho sentito delle cose.»
Doveva solo cercare le chiavi di casa senza far ribaltare la bicicletta.
«Reb, sto parlando con te.»
«Non mi frega di quello che hai sentito, Marco.»
«Tu e Niall vi siete lasciati?»
Rebecca rimase in silenzio.
«Lo prendo per un sì.»
«No. Non ci siamo lasciati.»
«Ma lui ha fatto la testa di cazzo con te.»
Senso di protezione, ecco cosa sentì nei confronti del suo Niall. «Non devi neanche pensare di insultare Niall, capito?»
Marco si era messo a ridere.
«Che cosa ridi? Marco, è meglio che tu te ne vada. Io... credevo che tu potessi essere un buon amico, abbiamo gli stessi interessi e tutto, ma poi ti sei invaghito di me e siamo stanchi entrambi del fatto che io debba friendzonarti sempre, no?»
«Se lui non ci fosse stato, mi avresti detto di sì.»
«Non sono venuta a piangere da te, Marco. E non lo farò neanche se deciderò di lasciare Niall, capito?»
«E io sono venuto solo per dirti che comunque te lo avevo detto. Volevo avere almeno questa soddisfazione.»
«Sì, grazie.» borbottò, riuscendo finalmente ad aprire il portone.
«Avresti potuto avere una vita semplice e felice se avessi fatto altre scelte.»
Rebecca fece un sorriso falso. «Sei capitato al posto giusto, ma nel momento sbagliato. E adesso non c'è più neanche il posto giusto.»
«Quando verrai a cercarmi, io non ci sarò. Mi dispiace se resterai sola.»
«Ed è giusto così. Fai bene. Ciao Marco.» ed era entrata in casa.
Ma lei non sarebbe stata sola. Lei aveva Niall. O forse no. Cazzo. E la cosa peggiore era che dipendeva soltanto da lei. Doveva risolvere quel conflitto interiore. E quale avrebbe vinto? La parte innamorata o la parte arrabbiata?
E poi c'era Niall. Anche lui era arrabbiato, con se stesso e con il mondo. In quei giorni in cui non aveva sentito per nulla Rebecca era talmente irritabile che aveva risposto male a John durante le prove, aveva respinto una fan che aveva cercato di abbracciarlo, era stato più incazzato che sorridente sul palco, aveva colpito suo cugino perché stava parlando al telefono mentre lui stava cercando di scrivere una canzone - e si era scusato solo dopo alcune ore - e alla fine aveva distrutto una chitarra contro al muro perché non riusciva a fare un accordo perfettamente.
E poi si era sentito stupido. E non c'era bisogno che Deo glielo dicesse apertamente come stava facendo in quel momento.
Niall sentiva le mani che gli tremavano, mentre tenevano saldamente la tastiera che si era staccata dal resto della chitarra. Cazzo... aveva appena distrutto una delle sue Gibson. Solo per rabbia e frustrazione.
«Ma che diavolo ti passa per la testa per adesso? Non è il modo di affrontare...!» Deo stava urlando, ma si era interrotto di colpo quando Niall aveva iniziato a piangere.
Aveva emesso un gemito esasperato. «Andiamo, Ni! Neanche questo è il modo giusto.»
Il cantante si era gettato sul letto e aveva versato altre lacrime con il viso affondato nel cuscino.
Deo sospirò e si sedette sul letto. «Niall, la ricompri la chitarra. Uguale o migliore... anche se hai buttato dei bei soldi, ma che ti importa? Sei ricco.»
«Mi... manca.»
«La chitarra? Di già?» ovviamente Deo era ironico, ma Niall aveva cercato di colpirlo a tentoni con la mano. Il cugino era riuscito a fermare quel pugno prima che lo colpisse.
Aveva sospirato e aveva iniziato ad accarezzargli i capelli perché sapeva che Niall lo adorava. Okay, non era Rebecca, ma lo rilassava comunque.
«Ni, così non va bene. Devi reagire.»
«Come faccio? Lei non vuole. E io non so che fare. Sono bloccato qui.»
«Oggi ne abbiamo diciotto. Hai due giorni liberi prima dell'altro concerto. Parti, va da lei e non rompere.»
«Ho un sacco di interviste.»
«Ma chi se ne fotte delle interviste! Capisco quanto tu sia dedito al tuo lavoro, ma se tratti male un'altra tua fan le cose iniziano a complicarsi. Va da Rebecca!»
«Lei vuole una pausa da me. Ho fatto un casino e non so come risolverlo.»
«E tu che cosa vuoi, Niall?»
«Lei.»
«E allora vattela a riprendere, maledizione!»
Niall era stato fin troppo male in quei giorni, perché ogni momento gli veniva alla mente solo e soltanto Rebecca. Solo adesso che aveva la costante paura di perderla aveva capito quanto la amasse e quanto avesse bisogno di lei. Aveva capito di volerla accanto per tutta la vita.
Finalmente Niall aveva sollevato lo sguardo e aveva incrociato gli occhi di suo cugino, che continuava ad accarezzargli i capelli. «Mi dispiace.»
«Non fa niente.»
«Sono stanco.»
«Dormi un po'.»
«Mi fai il biglietto aereo intanto? Stasera parto e fanculo al mio lavoro. E chiedi a Jake se mi ordina una Gibson.»
E Deo ridacchiò. «Certo, Ni. Ci penso io qui. Riposati, che poi dovrai pensare solo ad andare a riprenderti la tua donna.»

Ride Together ●niallhoran●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora