Rebecca tirò un urlo esasperato. Odiava preparare la valigia per le partenze e quella volta era decisamente peggio di tutte le altre volte. Ogni indumento che aveva nell'armadio finiva prima sul letto e poi in aria, per ricadere infine sul pavimento. Quello era un disastro. Rebecca aveva troppa ansia al solo pensiero di dover prendere un aereo e raggiungere il suo ragazzo, direttamente in Irlanda, nella terra d'origine di lui. Rebecca non aveva ancora messo piede in casa di Niall a Londra, ma avrebbe dormito e passato le vacanze in quella in cui il cantante era nato e cresciuto con la sua famiglia. Beh sì. Era proprio per quel motivo che stava morendo d'ansia.
I miei ti adoreranno.
Le aveva scritto la mattina mentre parlavano esattamente di quell'argomento.
Quando vedranno il modo in cui ti guardo.
E come mi guardi?
Innamorato perso.
Rebecca aveva sorriso e si era portata una mano alla bocca, cercando di non farlo. Nonostante tutto, l'ansia non se ne era andata minimamente.
Afferrò un vestito un po' troppo corto. Non sapeva neanche da dove saltava fuori quel vestito. E oddio, metterlo davanti ai parenti di Niall non era proprio il caso.
Lo lanciò e sbuffò, per poi emettere un urletto isterico e sedersi sul letto con pesantezza.
Le venne quasi un infarto quando si rese conto che sua madre era poggiata con la spalla alla stipite della porta e la guardava cercando di capire che cosa stesse combinando.
«Da quanto tempo sei a casa?»
«Da un po'. E tu da quanto tempo stai facendo questo immenso casino? Ti conviene sistemare tutto dopo.»
Certamente, come se Rebecca non lo avesse mai fatto. Per sua madre, che faceva comunque poco o niente in casa per colpa del suo lavoro a tempo pieno, la camera di sua figlia restava off limits. Se ne doveva badare da sola, perché un giorno avrebbe dovuto occuparsi di una casa intera. Quindi doveva cominciare in quel modo. Quello era il ragionamento.
Si chiese se Niall si occupasse della sua casa immensa e si rispose subito che no, ovviamente lui avrà avuto dieci persone diverse con un compito differente a rendergli la sua immensa casa presentabile.
Sai dove sono i detersivi in casa tua?
Certo che lo so... che diavolo significa?
Rebecca cercò di non ridere e tornò a prestare attenzione alla donna, che ancora non si era decisa a muoversi da lì.
«Non ho idea di cosa mettere in valigia. Che vestiti portare.»
«Scegli anche in base a cosa avete in programma di fare.»
Rebecca spalancò gli occhi. «Ma io non ho idea di cosa abbiamo in programma di fare!»
«Personalmente non riuscirei ad affidarmi completamente ad un ragazzo. Non sono buoni a molto gli uomini.»
«Niall non...» poi si ricordò del casino che aveva creato nel calcolare i tempi quando aveva fatto i biglietti per il concerto di New York e preferì non continuare la frase. «Comunque non penso che avremo niente di speciale da fare. Dovrà solo presentarmi sua madre, suo padre, suo fratello, suo nipote, il resto della sua famiglia, i suoi amici...» una risata isterica, gli occhi che si spalancavano e poi tornò ad urlare: «Oddio! Che cosa metto in valigia? Che vestiti metto? Non ho niente di carino!»
«Questo perché ti ostini ad usare soltanto le tute. Dovresti abolirle ogni tanto. Se vuoi, posso offrirti qualcosa dal mio armadio.»
«Tu hai soltanto cose troppo serie! O al massimo, cose per cui servono le tette. E ti ricordo che mi hai fatta con una prima scarsa. Mio dio, povero Niall...»
«Hai altre forme che quel ragazzo può apprezzare.»
Beh, questo lo sapeva perfettamente. Niall sembrava essere fissato con il suo lato b. Quella cosa le avrebbe dovuto fare alzare gli occhi al cielo e invece la faceva sentire soddisfatta e vittoriosa.
«Voglio fare una buona impressione, ma so che farò solo delle figure di merda colossali.»
«Sento la tua ansia da qui. Emetti solo onde di energia negativa.»
«Non ci voglio andare!»
«Puoi sempre restare qui con me e Livio.»
«Chi?» Rebecca praticamente urlò.
«Il mio nuovo compagno.» perché sua madre le stava dicendo una cosa del genere così tranquillamente?
«Certo che... uno che si chiama Livio... wow!»
Sua madre le lanciò uno sguardo torvo, per poi far finta di non aver sentito e proseguire: «Sarebbe anche ora che te lo presentassi, ma evidentemente non sarai a casa per le vacanze.»
«Dimmi pure che ti dispiace, magari.» Rebecca non voleva essere cattiva, ma era stato più forte di lei.
«Devi farmi passare sempre per la madre cattiva e stronza. Se mia figlia non passa con me il Natale, direi che mi importa eccome. Ma visto che ormai sembra fare la ribelle e vuole prendere in mano la sua vita con un bel riccone, mi trattengo dal fermarla. Dovresti apprezzarlo questo.»
«Solo perché Niall porta guadagno?» Rebecca sbuffò.
«No, solo perché hai la media che ti ho chiesto all'inizio dell'anno e perché quel Niall porta tranquillità nella tua testolina piena di ansia.»
Rebecca non sapeva se credere o meno a sua madre quando faceva quel tipo di discorsi. Lei rimaneva del parere che non le fosse mai importato nulla.
«Non ci posso fare niente se ho così ansia. Lui è... è Niall, capisci?»
«Ritengo che sia un ragazzo come tutti gli altri nel mondo. Solo con un po' di fama in più.»
«Solo un po' di fama in più?» Rebecca continuò a ridere in quel modo nervoso ed isterico. Poi sospirò. «Non credo di essere alla sua portata.»
«Con quella testa che ti ritrovi, potresti essere alla portata di chiunque. Ricordalo sempre. Non devi screditarti mai. Ti butti sempre giù inutilmente. Così non riuscirai mai ad affermarti come ho fatto io.»
Ignorò il fatto che lei intendesse da avvocato e che volesse la stessa cosa per sua figlia.
«Secondo te Niall è troppo grande per me?»
«Sei anni non sono così pochi, se devo dirla tutta... ma tu sei abbastanza matura da poter stare con un ventiquattrenne.»
Rebecca era perfino stupita da quelle parole che le stava rivolgendo sua madre. Suonavano quasi come dei complimenti. Ed era davvero strano.
Rebecca intanto si era alzata di nuovo dal letto e aveva afferrato il vestito che aveva gettato per terra poco prima. «Dici che questo devo portarlo?»
«No, è troppo corto.»
E Rebecca sospirò. «Oh mio dio! Questa valigia non la farò mai! Non posso andare nuda!» anche se era sicura che Niall avrebbe apprezzato.
Sua madre si mosse da lì e fece per uscire dalla sua camera. «Significa che ci tocca fare shopping, allora. Anzi, tocca a te e al tuo amico. Io non ho intenzione di accompagnarti in giro per negozi e trattare con la tua indecisione e ansia.»
«Mi dai la tua carta di credito?» Rebecca ci sperò, incrociando perfino le dita, visto che sua madre non la stava più guardando.
«Solo per questa volta.»
E Rebecca esultò gioiosamente. Doveva avvisare Danilo della loro imminente seduta di shopping. Subito.
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Ride Together ●niallhoran●
FanfictionSport. Sport. Sport. La sua bici. Niall Horan. Sport. Era difficile che nella vita di Rebecca ci fosse spazio per altro. Non che l'ultimo particolare, Niall, ci fosse davvero. Lui c'era, ma non c'era. Era solo un idolo, un sogno della ragazzina che...