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Niall sospirò, accarezzando le guance della ragazza con i pollici. Aveva quel viso dolcissimo tra le mani ed era preoccupato a morte.
«Sei caldissima.»
«Sto bene.»
«No, che non stai bene. Amore, ma perché non me lo dicevi? Rimandavamo il weekend.»
«No.» gli occhi spalancati di paura della ragazza fecero sospirare Niall.
«Ho dovuto strigliare Danilo per avermelo detto soltanto poco fa.»
«E invece per una volta ha fatto bene. Non avrei accettato che mi costringessi a non venire da te, dopo che mia madre me lo ha lasciato fare comunque.» disse, aggrappandosi ai polsi di Niall con le mani ghiacciate.
«Quella donna ha guadagnato qualche punto.»
Rebecca fece un piccolo sorriso.
«Ho freddo.» ammise dopo qualche brivido.
Niall si sporse per baciarle la fronte e si rese maggiormente conto di quanto lei non stesse bene. Era visibilmente stanca, ma faceva di tutto per sembrare normale.
«Adesso andiamo in albergo e fai una bella dormita riposante.»
«Io non voglio.»
«Oh sì, invece.» Niall si tolse il giubbotto pesante che aveva addosso e lo mise ulteriormente sulle spalle della ragazza.
«Ni, no.» c'era comunque troppo freddo fuori per lui toglierselo. Si sarebbe ammalato pure lui!
«Sssh. Andiamo.» le passò un braccio intorno alle spalle e fece per prendere la valigia abbandonata, ma Basil non glielo permise, anticipandolo. E Rebecca che non aveva manco notato la guardia del corpo.
Il viaggio in macchina fino all'hotel era confuso nella mente della ragazza, probabilmente perché aveva sonnecchiato con la testa sulla spalla di Niall. Il ragazzo aveva poggiato la sua di testa su quella di Rebecca e le aveva adagiato la mano sulla coscia, facendole dei cerchi rassicuranti con le dita.
Si era sentito uno schifo quando l'aveva dovuta perfino svegliare, sussurrandole all'orecchio che erano arrivati.
Rebecca era così stanca che non si era resa conto neanche della camera immensa che Niall aveva preso per loro. Quella con vista. Quella del pacchetto luna di miele.
Rebecca non l'aveva commentata minimamente e si era seduta sul letto. «Aspetta.» Niall si era abbassato sulle ginicchia e le aveva sciolto le scarpe, per poi togliergliele.
«Puzzano?»
Niall aveva ridacchiato. «No, babe. Vuoi che ti spogli?»
«No.» Rebecca si era distesa così come stava, con tanto di giubbotto e Niall aveva emesso uno sbuffo divertito.
Guarda un po' se doveva combattere con quella ragazza per infilarla decentemente sotto le coperte.
«Stasera usciamo?» aveva mugugnato lei con quella voce nasale.
«Dormi, Rebs.»
«No, ti prego. Rispondimi. Qual è il programma di oggi?»
Niall si sedette sul bordo del letto e le accarezzò i capelli. «Non è importante. Riposa.»
Ma gli occhi della ragazza si erano riempiti di lacrime e lui non riusciva a sopportarlo. Sospirò, prima di parlare: «Ho prenotato un tavolo in un ristorante della Torre Eiffel.»
«Andiamoci, ti prego. Ti prego.» era ovvio che lei reagisse in quel modo. Gli aveva perfino afferrato la mano mentre lo supplicava.
Niall le allontanò una ciocca di capelli scuri dalla fronte leggermente umida.
«Per ora dormi. Se stasera stai meglio, ti ci porto.»
«Me lo prometti?»
«Te lo prometto.»
E la ragazza chiuse gli occhi.
Niall intanto aveva mandato Basil a recuperare qualcosa in farmacia e si era poi messo davanti al suo telefono con le cuffiette a guardare telefilm. Se Rebecca avesse saputo che aveva iniziato Il Trono Di Spade solo per lei e che gli stava piacendo pure...
Niall lanciava continui sguardi alla ragazza sul letto, che non respirava molto bene. Sospirò. Non sarebbe dovuta venire fin lì in quelle condizioni. Era riuscito a misurarle la febbre ed era un po' preoccupato, perché superava i 38.
«Ni...»
«Hey, dolcezza. Sono qui.» la raggiunse in fretta.
Rebecca non aveva neanche aperto gli occhi e Niall si chiese se non stesse parlando nel sonno.
Afferrò le pasticche abbandonate sul comodino e il rumore aveva svegliato del tutto Rebecca.
La ragazza si spostò appena per circondare il busto di Niall con le braccia e poggiare la testa sulle sue gambe. Sembrava essere ancora più appiccicosa quando non stava bene e a Niall non dispiaceva per nulla.
«Amore.» sussurrò lui con dolcezza.
«Che ore sono?» si schiarì la gola dolente, per poi tossire.
Aveva dormito circa due ore. «Sono le sette.»
«Dobbiamo andare a cena.»
«Ordiniamo qualcosa in camera e ci guardiamo un bel film su quel televisore laggiù.» Niall cercò di corromperla, accarezzandole i capelli, ma lei si allontanò da lui e si imbronciò.
Scosse la testa. «No, voglio andare sulla torre.» non ne voleva proprio sapere.
«La mia bimba sta male.» le baciò la guancia, ma lei lo respinse. Niall non se la prese neanche. «Sarei un incosciente a farti uscire con 38 di febbre.»
«Prendo un paio di quelle e andiamo.» disse, indicando la scatola di pillole che Niall aveva ancora in mano.
«Rebs.»
«Ti prego, non voglio rovinare il nostro weekend insieme.»
«Ne faremo altri, te lo prometto. E non stai rovinando nulla. A me basta che tu stia qui con me.»
«Metto un sacco di vestiti addosso.»
Niall sospirò. Avrebbero combattuto per tutta la sera, vero?
«Sembri una bimba capricciosa.»
«E tu un padre cattivo.»
«Ma saggio. E si fa quello che dico io.»
Rebecca sbuffò e roteò gli occhi.
«Bimba.»
«Non voglio essere cresciuta da te.» lo allontanò ancora di più con il braccio, ma come per reazione, Niall si avvicinò di più.
«Ma io sento proprio il bisogno di farlo.»
«Di crescermi?»
Niall annuì, prima di baciarle la tempia.
«Sei la mia piccola.»
«Non tanto piccola.»
«Piccola al punto giusto.»
«Possiamo andare alla Torre Eiffel? Per favore.»
«Guarda che ti punisco.» Niall la circondò con le braccia, attirandola a sé maggiormente.
«Ah si? E come? Facciamo che andiamo a cena, poi mi punisci come vuoi.»
Il tono con cui lo aveva detto e il guizzo di malizia che le aveva attraversato gli occhi, aveva quasi fatto venire un infarto a Niall. E aveva fatto accendere qualcosa ai piani bassi. Oh, maledizione.
«Rebs, amore.»
«Non peggiorerò.»
«Non puoi saperlo.»
«Ti prego.»
Niall sospirò pesantemente. «Ma perché con te mi tocca fare sempre l'incosciente immaturo?»
«Sei piccolo pure tu.»
Niall la guardò male. Poi scosse la testa. «So che me ne pentirò.»
Ed ecco che Rebecca aveva vinto. La ragazza squittì felice e gli gettò le braccia al collo, iniziando a ripetere una sfilza di "Grazie". Per poi chiudere con un bel colpo di tosse.
Certo, andavano bene. Andavano proprio alla grande.

Ride Together ●niallhoran●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora