Rebecca stava stritolando ormai da secondi infiniti la mano di Niall, che cercava di calmarla accarezzandole il dorso con il pollice.
Rebecca tentò di sorridere all'uomo che veniva loro incontro, appena uscito dall'abitazione. Era più alto di Niall e anche se stava sorridendo, metteva soggezione alla ragazza.
«E lui è mio padre, ma tanto lo sai.» disse il cantante, quando anche suo padre era a portata d'orecchio.
«Ben arrivati, ragazzi! E lei è Rebecca. La famosa ragazza che ha fatto arrossire mio figlio davanti a me per la prima volta nella vita, quando mi ha chiesto se poteva portarti qui per Natale.»
Rebecca sorrise, mentre Niall si lamentava con parole che la ragazza faticava a capire. Odiava che suo padre lo avesse già messo in imbarazzo in quel modo.
«È un grande piacere per me conoscerla, signor Horan.»
«Solo Bobby, ti prego.» ecco, quello era già un grande passo in avanti. L'uomo guardò la mano che lei gli porgeva e l'afferrò, ma solo per poi attirarla in un abbraccio. La ragazza aveva dovuto perfino lasciare la mano di Niall. Beh, quello Rebecca non se lo aspettava proprio. «Sei la benvenuta in casa Horan, Rebecca.»
«Grazie.»
«Papà, ti rendi conto che siamo appena arrivati, non abbiamo ancora messo piede in casa e tu hai già messo in imbarazzo sia me che lei?» Niall passò le braccia intorno al collo di Rebecca, attirandola di nuovo a sé.
«Sciocchezze. Forza, entrate che qui fuori c'è freddo. Niall, sono arrivati già gli zii.»
Niall sbuffò. «Cosa? Tre ore prima? Noi non saremmo disponibili prima dell'orario che avevi dato loro, chiaro? Voglio far sistemare Rebecca e farla riposare un po'.» camminare con Niall che non la lasciava andare era un po' difficile, ma Rebecca non disse una parola. Tra le braccia del ragazzo si sentiva piacevolmente protetta, al sicuro.
All'ingresso nessuno li accolse e Niall ebbe tutto il tempo di toglierle lui stesso la giacca e anche il cappello. Le passò poi le dita tra i capelli, scombinandoli un po'.
Rebecca sbuffò e Niall ridacchiò.
«Sei bellissima. E visibilmente tesa. Rilassati... so che dovrò ripeterlo da qui alla fine delle vacanze, ma è comprensibile. Adesso ti presento Denise, Theo, velocemente a chi è già arrivato e poi andiamo a chiuderci in camera mia.»
«Penseranno che vogliamo fare zozzerie?»
«Se vuoi possiamo anche farle.»
«Niall!»
Perché la risata del ragazzo doveva essere così bella e contagiosa? Non c'era niente da ridere, ma lo stava facendo anche lei.
Niall le baciò il collo. «Sei già più rilassata, vedi? So che le situazioni nuove non ti piacciono, che l'ansia ti divora, ma te lo prometto, sarà tutto perfetto.»
Rebecca annuì e sorrise. «Adesso muoviti, voglio conoscere quella pallina dolcissima di tuo nipote.»
Ottimo, quello era già un passo avanti, a parere di Niall.
Rebecca iniziò davvero a sentirsi a suo agio. Theo sembrava essersi innamorato di lei e Denise era stata molto carina e disponibile.
L'unica pecca era stata la presentazione alla zia e alle cugine di Niall. Si vedeva perfettamente che anche il ragazzo faceva solo la sua parte e che quelle donne non gli andavano molto a genio.
Rebecca si era sentita quasi intimorita quando l'avevano squadrata da capo a piedi. Fortunatamente, Niall era stato rapido a liquidarle. «Scusate, adesso noi andiamo a riposare un po'. Tutte le domande le rimandiamo a dopo. Devo far vedere ancora a Rebecca la camera in cui dormirà.»
«La tua.» era stata una delle cugine a dirlo con un ghigno. Rebecca non ricordava già più i nomi, anche se glieli avevano detti neanche cinque minuti prima.
Niall fece un sorriso tirato, per poi afferrare la sua ragazza per la vita e sospingerla verso le scale che portavano al piano di sopra.
Mentre salivano i gradini, Niall maledisse improvvisamente quei suoi parenti. Perché la zia, che doveva essere teoricamente quella più matura, era stata la prima a dire a voce abbastanza alta: «Non è nulla di che. Niall è quasi sprecato accanto ad una ragazza come lei.»
«Il suo modo di parlare è ridicolo.»
Era un bene che avessero mischiato irlandese e inglese, vero? Perché Rebecca aveva capito soltanto in parte. Si era irrigidita comunque, ma come darle torto? Lo stesso Niall aveva sentito qualcosa agitarsi e ribollire al suo interno.
E quando arrivò in camera sua sbatté perfino la porta con violenza. Nessuno dei due si era guardato intorno e Niall non aveva fatto gli onori di casa.
«Ma che cazzo!» aveva quasi urlato. Vedeva perfettamente il viso un po' giù di morale della ragazza. «Rebs, amore.»
«No, non fa niente. Tua zia ha ragione.» cercò di liquidarlo lì, ma Niall andò maggiormente su tutte le furie.
«Ma neanche per il cazzo!»
«Tu sei bellissimo e io...»
«Non hai neanche una imperfezione.» la interruppe.
«Nessuno è perfetto.»
«Allora ho davvero qualche problema agli occhi, perché quando guardano te vedono solo perfezione.»
Rebecca lo guardò come se volesse dirgli di risparmiarsi certe stronzate. Niall le mise le mani sul viso.
«Sono più bella anche della Palvin?»
Niall sembrò pensarci e lei gli tirò un pugno sullo stomaco, facendolo mugolare.
«Sei più bella di Barbara, ovvio.»
«E di Melissa?»
«Pure.»
«E di Amy?»
«Chi?»
«Sto prendendo ad esempio solo ragazze con cui so per certo che uscivi... Amy Green, nel 2012 se non sbaglio. O 11.»
Niall sembrava sconvolto. Ecco il superpotere delle fan. Era la prima volta che lo vedeva su Rebecca.
«Lei era bruttina.»
«All'epoca ero brutto anche io.»
E un altro pugno. Quella volta Rebecca aveva trovato la resistenza degli addominali contratti di Niall.
«Te lo aspettavi.» ridacchiò lei.
«Eh sì.» le coprì anche gli occhi con le mani, solo per qualche secondo.
«Hai le mani giganti. Mi coprono tutta la faccia.»
«E devi ancora scoprire cosa ci so fare con le mani giganti.»
Rebecca gli tirò un terzo pugnetto sullo stomaco, facendolo ridere. «Rebs, ascoltami. Non provare a farti abbattere da quelle donne al piano di sotto... io non le sopporto, se devo essere sincero.»
Rebecca cercò di non ridere.
«Ma sono parenti di mio padre e dobbiamo sorbircele. Mi scuso per loro. Mi dispiace che si siano azzardate a prendersela con te. Pensa che a volte dicono che la fama mi ha dato alla testa. Sanno solo dare fiato alla bocca. Non ascoltarle.»
«Non è che abbia capito molto in realtà. Non parlavano in inglese, vero?» disse colpevole.
Niall si mise a ridere. «C'erano delle parole irlandesi di mezzo.»
«Devi insegnarmi qualche volta.»
«Certo, e tu l'italiano. E per la cronaca, io amo l'accento straniero che hai. Sei adorabile quando sbagli le parole.»
«Fai schifo in inglese quanto me.»
«Vuoi dire che non so parlare neanche la mia stessa lingua?»
«Esatto. E non sai usare la punteggiatura.»
«Cattivella.» Niall le baciò il naso. Poi le accarezzò le guance con i pollici. «Sei più pallida del solito, piccola.»
«Tranquillo, è solo il ciclo.»
Niall stava per annuire, ma poi il suo cervello fece due più due. Quello significava soltanto una cosa. I suoi occhi si spalancarono e Rebecca si accorse subito del turbamento di Niall. «Hai il ciclo?»
«Sì e mi è venuto pure oggi, che sfiga, cacchio.»
Già, Niall la pensava allo stesso modo... e lui che aveva comprato pure candele e le aveva portate a casa di sua madre.
Se la sarebbe presa con Danilo, quello era poco ma sicuro. Quel deficiente avrebbe dovuto avvertirlo!
«La cosa ti sconvolge tanto? Sai com'è, sono una ragazza.»
«No. Sì, cioè, lo so.» cercò di sorridere. Le baciò le labbra. «Vuoi riposare un po'?» le chiese poi, cercando di non pensare a quel problemino.
«Ho un po' di tempo per dormire?»
«Anche un'ora, piccola.»
«Oddio, possiamo?» disse desiderosa. E Niall si mise a ridere. Tolse le mani dal suo viso e fece passare il braccio sotto le gambe di lei per sollevarla da terra. Ovviamente solo per fare mezzo metro e gettarla sul letto ad una piazza e mezzo.
Rebecca ridacchiò, mentre lui le saltava quasi addosso.
«Sei scemo. E sei mio. Sei il mio scemotto.»
Niall ghignò. «Dormi.»
E lei lo aveva fatto. Solo un'ora dopo, quando si erano alzati dal letto, avevano dovuto prepararsi per la cena al piano di sotto. Rebecca si era perfino guardata intorno nella camera del suo ragazzo.
«Come dobbiamo vestirci?»
«Come vuoi. Anche così come stai.»
«Sembro una barbona. Hanno commentato anche questo le tue cugine?»
Niall scosse la testa e sollevò gli occhi cielo.
«Posso vestirmi abbastanza elegante?» chiese Rebecca.
«Io pensavo di indossare jeans e camicia.»
«Allora è perfetto! Posso fare la doccia?» Niall aveva perfino il bagno in camera. Le disse dove trovare un asciugamano.
«Quindi metti la camicia.» Rebecca gli aveva praticamente ordinato, poi fece per sparire in bagno.
«Non puoi chiudere la porta.»
«Ovvio che posso.»
«Ma perché non posso vederti nuda?» si lagnò. «Sei mia!»
Rebecca arrossì immancabilmente. «Non è quello, davvero. Cioè non...» sospirò. «Devi solo fidarti di me.»
Niall si imbronciò. «Allora sbrigati, perché voglio che la camicia me la abbottoni tu.»
«Lo farò con piacere.»
Rebecca aveva fatto una specie di occhiolino a Niall, facendolo ridere visto che lei non sapeva farlo bene ed era risultata un po' buffa. Poi la porta del bagno si era chiusa e a Niall era toccato aspettare. Lei ci stava mettendo davvero un secolo e lui si era impegnato nel mentre facendo altro. Il cantante era di spalle quando finalmente lei era venuta fuori.
«Era ora, amo...» Niall si era girato e le parole gli erano morte sulle labbra.
Perché Rebecca era pronta. Perché Rebecca indossava un tubino corto e nero a maniche lunghe, che le fasciava ogni curva. Oddio, aveva perfino i tacchi.
Rebecca sorrise, prima di girare sul posto e mostrargli la schiena nuda, scoperta a forma di rombo e adornato con dei merletti sulle spalle.
«Come sto?»
E Niall era rimasto completamente senza fiato.
STAI LEGGENDO
Ride Together ●niallhoran●
FanfictionSport. Sport. Sport. La sua bici. Niall Horan. Sport. Era difficile che nella vita di Rebecca ci fosse spazio per altro. Non che l'ultimo particolare, Niall, ci fosse davvero. Lui c'era, ma non c'era. Era solo un idolo, un sogno della ragazzina che...