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Niall non era uscito dalla sua camera d'albergo per tutto il giorno e tutti erano preoccupati a morte. Aveva detto semplicemente di non sentirsi bene, scatenando ancora di più il panico, visto che non voleva vedere nessuno. Non che alcuni di loro non avessero intuito il reale motivo del suo malessere. Dopo tutte le foto che avevano riempito il web e le cose che stava dicendo di lui il suo fandom, era più che ovvio. Effettivamente, Niall al suo team aveva solo detto la verità. Non stava affatto bene. Si sentiva uno schifo. Non si era mai sentito peggio dopo una scopata qualsiasi. E poi aveva ancora i postumi della sbornia colossale che si era preso. Non aveva smesso un attimo di bere da quando aveva messo piede nel pub la sera prima, fino a quando non era finito nel letto di quella modella di cui davvero non sapeva neanche il nome. Aveva solo il suo numero scritto con un pennarello sulle mutande. Mutande a cui avrebbe dato fuoco di sicuro.
Perché lo aveva fatto? Non perché era un ventiquattrenne che doveva soddisfare le sue voglie e che ogni tanto era lecito che si divertisse, come dicevano le sue fan che lo difendevano. Non perché volesse iniziare a condividere la sua vita privata come dicevano altre. Non perché stava iniziando a montarsi la testa e a mostrare che si faceva le ragazze che voleva. Lo aveva fatto perché erano un emerito coglione. Avevano ragione le ragazze che lo insultavano per come si era comportato. Lo aveva fatto perché si era ingelosito per una cazzata che Rebecca gli aveva scritto su quel ragazzo. Talmente tanto da trattarla in modo freddo. E dopo aver scopato l'aveva perfino cercata, dicendole cose sul proprio amico e quella cattiveria sul suo aspetto fisico alla fine. Niall aveva vomitato dopo aver letto quel commento che neanche ricordava. Sì... per la troppa birra.
E dire che Niall amava il fisico da atleta di Rebecca. E anche se aveva un seno praticamente inesistente, l'occhio di Niall era caduto più volte su una foto che lei aveva su Instagram e che mostrava il suo fondoschiena perfetto. Insomma, anche Rebecca aveva i suoi punti forti. E poi amava la dolcezza dei suoi tratti del viso con quei colori scuri.
Diavolo, come aveva fatto ad innamorarsi in quel modo di una ragazza che non aveva mai visto di persona? Era la cosa più stupida che avesse mai fatto. Non si aspettava nemmeno che a uno come lui potesse succedere. Non era mai stato così irrazionale... ma al cuore non si comanda, giusto?
E adesso lei non gli rispondeva. Che ti aspettavi, idiota? L'aveva offesa, l'aveva trattata di merda, l'aveva... tradita.
Niall aveva troppa paura che avesse fatto una grande cazzata. La più grande, quella che avrebbe potuto rovinare tutto.
E non riuscire neanche a vedere l'ultimo accesso di lei su WhatsApp gli metteva talmente tanta ansia da fargli mancare il fiato.
Sperava solo che lei non facesse niente di stupido. Di certo, lei non era come lui.
Ma aveva comunque bisogno di sentirla e di parlarle. Non rispondeva neanche alle chiamate.
Niall odiava troppo quel particolare di sé: l'eccessiva gelosia. Ma Rebecca era dall'altra parte del mondo e lui voleva solo che fosse sua. Non voleva che nessuno gliela portasse via, anche se non l'aveva mai vista. L'aveva trovata e adesso non voleva più perderla. Forse era esagerato, alla fine lei cos'aveva di speciale? Cosa dava a lui? Forse nulla. Forse tutto. Ma Niall la riteneva fin troppo speciale ormai. E tutto quello era successo solo nel giro di qualche mese.
Niall sapeva che lei aveva bisogno di lui. E sapeva anche che lui aveva bisogno di Rebecca.
Doveva perdonarlo o lui non se lo sarebbe perdonato.
Aveva passato una giornata orribile e aveva finito per trovarsi a versare stupide calde lacrime sul cuscino, come un bambino.
E la cosa peggiore era che non poteva neanche darle torto.
Voleva essere improvvisamente una di quelle persone che se ne fregavano di tutto.
Alla fine, aveva spento il telefono e aveva chiuso gli occhi. Niall era solito immaginare qualcosa di bello per addormentarsi. Per anni aveva immaginato se stesso acclamato su un palco. E adesso? Adesso immaginava di abbracciare una ragazza che momentaneamente era arrabbiata con lui. Chissà quanto si era sentita male solo a guardare le sue foto con quella ragazza. Niall non riusciva a guardarsi allo specchio a causa dei segni che aveva sul collo.
Voleva che improvvisamente il suo tour finisse e lui potesse volare in Italia, direttamente a casa della ragazza.
E con quel pensiero, gli venne un'idea geniale.
Aveva pagato le sue conseguenze e si era martoriato abbastanza. Adesso doveva risolvere il disastro che aveva fatto. Lanciò via le lenzuola ed uscì dalla sua camera in boxer. Si fece tutto il corridoio dell'hotel, fregandosene di qualsiasi particolare, come la possibilità che qualcuno potesse uscire e l'orario tardo, e bussò più volte e con insistenza alla camera che gli interessava.
«Niall?» uno dei suoi managers lo guardava dall'alto al basso. «Che stai facendo? Stai bene?»
«Dammi uno dei miei album. Una di quelle copie già pronte.»
«E a che ti serve?»
«Devo fare un regalo. E mi serve subito. No, non ti lamentare. Ah, dammi anche due biglietti per uno dei miei concerti.»
L'uomo più grande lo guardò con un cipiglio, ma alla fine sospirò, rinunciò e obbedì.
Niall tornò in camera con il suo bottino e un piccolo sorriso sul viso. Domani avrebbe fatto dei biglietti aerei e avrebbe spedito tutto all'indirizzo giusto.
Strappò un foglio dalla sua agenda e iniziò a scrivere una piccola dedica, o meglio, una piccola lettera. Si sentì un adolescente sdolcinato quando mise anche quei cuori alla fine.
Posò tutto sul tavolo e si rimise a letto. Aveva un mal di testa da paura, ma con quel pensiero, che corrispondeva al fatto che dopo quel suo gesto Rebecca sarebbe stata più propensa a tornare a parlargli, Niall era decisamente più tranquillo. Magari lo avrebbe perdonato. E magari... oddio, era davvero così stupido. Perché non ci aveva pensato prima?

Ride Together ●niallhoran●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora