Epilogo.
«Niall!»
Rebecca continuava a sedersi sulla valigia, ma ogni volta che riusciva a chiudere un lato, dall'altro fuoriusciva della roba.
Dove diavolo era suo marito quando serviva?
«Niall, aiuto!»
Richiamo invano, visto che oltre che a riecheggiare per le pareti del salotto la sua voce non aveva fatto.
La ragazza sbuffò e rinunciò all'impresa, per andare alla ricerca di Niall.
Lo trovò in camera, disteso sul letto sullo stomaco. Stava con la testa sottosopra e una mano per terra. Guardava sotto al letto e frugava lì sotto con la mano libera.
«Ma che diavolo stai facendo?»
«Non trovo le mie scarpe!» aveva detto, battendo le gambe sul letto come un bambino.
«Ricordami quanti anni hai.» Rebecca aveva roteato gli occhi, incrociando le braccia al petto.
«Ventotto!» e aveva alzato la mano con cui si sorreggeva per fare il numero due. Mossa intelligente, visto che aveva perso l'equilibrio ed era finito per sbattere la testa sul pavimento.
«Ohw!»
Rebecca si morse il labbro per non ridere. Si schiarì la voce per poi usare un tono serio e minaccioso: «Quante volte ti ho detto di non infilare le scarpe sotto al letto? Fai tanto il precisino tutto ordinato e poi...»
«Nella maledetta scarpiera ci stanno più le tue scarpe che le mie! Io mi confondo.»
Per scarpiera intendeva l'intera parete colma di scarpe della loro cabina armadio. Quella stanza era diventata anche più grande per volere di Niall, da quando Rebecca era andata a vivere con lui. Entrambi insieme stavano accumulando davvero troppa roba.
«E comunque non ci sono neanche qui!»
«Ni, ma che scarpe cerchi?»
«Le Vans verdi. Le ho messe l'ultima volta la settimana scorsa.»
Rebecca si guardò i piedi, mordendosi il labbro con colpevolezza. «Io non le ho viste.»
Niall aveva riconosciuto subito quel tono. Rebecca stava dicendo una stronzata. Si tirò a sedere sul letto in fretta e la guardò.
«Maledetta e pure bugiarda! Quante volte ti ho detto di non rubarmi le scarpe?»
«È l'unico lato positivo di avere il piede enorme, Niall! Le tue scarpe sono più comode delle mie.»
Adorava indossare ogni indumento o calzatura di suo marito, anche se - come in quel caso - avevano mezza taglia in più.
Niall sollevò gli occhi al cielo. «E puzzano il doppio.»
«Concordo.»
«Visto che le usiamo in due.»
«Tutte scuse, sono i tuoi piedi che puzzano.»
«Senti un po', e adesso io che scarpe mi metto?»
«Hai altre duecento paia di Vans.»
«Ma ci stavano quelle verdi per come sono vestito!»
«Sì, per fare l'albero.»
«Guarda che ho più gusto e stile di te nel vestire.»
Non che avesse tanto torto. «Metti quelle arancioni.»
«Maledetto me quando ho deciso di sposarmi tre anni fa.»
E Rebecca corse per lanciarsi addosso a lui. Niall rise, ma subito dopo gemette. Per afferrarla aveva usato entrambe le mani, non si era parato e aveva rischiato una ginocchiata sulle palle.
Rebecca fu veloce a distrarlo, strizzandogli con maestria un capezzolo sopra alla maglietta.
«Scherzo! Scherzo! Ti amo e puoi usare tutte le scarpe che vuoi! Mi vuoi sposare di nuovo?» Niall stava urlando.
Rebecca si mise a ridere, smettendo di fargli male. «Certo, ti sposerei ogni giorno della mia vita.» visto che era stato il giorno più bello della sua intera esistenza fino ad allora. Era stato una delle poche volte in cui aveva apprezzato essere completamente al centro dell'attenzione. Di quella di Niall in primis. E il viaggio di nozze di quasi un mese? Erano spariti per tutto quel tempo e si erano goduti la prima vera e propria vacanza da soli. Avrebbe rifatto volentieri anche quello.
Rebecca gli lasciò una sfilza di baci a stampo sulle labbra e Niall cercò di leccarla. Per tutta risposta la ragazza aveva cercato di mordergli la lingua e lui l'aveva ritirata in fretta.
Rebecca ghignò. «Che ne dici se vieni con me al piano di sotto, mi aiuti a chiudere la valigia e andiamo? O mi farai perdere l'aereo.»
Niall gemette e avvinghiò sua moglie sia con le braccia che con le gambe. «Se lo perdi resti qui con me. Non è così male.»
Rebecca accarezzò il viso del suo uomo. «Amore, non resterò via così a lungo. Ci rivedremo presto.»
Rebecca sentì Niall sospirare contro la sua pelle, prima di lasciarla andare.
La ragazza si sollevò in piedi e gli porse la mano per fargli abbandonare il letto. Niall tenne le loro dita intrecciate e le passò il braccio libero sulle spalle.
Non dissero nulla fino al salotto e il bacio che Niall le lasciò sulla tempia fece capire a Rebecca tutto ciò che lui provava, quale fosse in quel momento il suo umore.
«Forza. Siediti su quella valigia. E guarda come si usa la forza di un uomo.»
Dopo dieci minuti e un Niall steso per terra, Rebecca non riusciva a smettere di ridere. La valigia era ancora aperta. Anzi, si era rotta. Niall aveva usato un po' troppa forza e la cerniera gli era rimasta in mano.
«Ma che palle!»
«La forza di Hulk. Va a prendere un'altra valigia. E sii rapido.» e gli diede un calcetto sul fianco.
Niall borbottò cose incomprensibili, prima di alzarsi e sparire dalla stanza.
La televisione accesa attirò improvvisamente l'attenzione della ciclista, che squittì e batté le mani felice. «Siamo noi!» aveva pure parlato da sola.
Il televisore era impostato su un canale di musica e stava passando proprio il videoclip di You And Me, che avevano girato all'incirca due anni e mezzo prima, per volere insistente di Niall con i suoi managers. Voleva a tutti i costi rendere quella canzone un singolo.
Rebecca amava da morire quel video, di cui Niall era stato personalmente il regista e i protagonisti erano proprio loro due. Era stranissimo vedersi in televisione. Era la prima volta che si cimentava come sorta di attrice.
In quel video c'era la loro storia riassunta in tre minuti e quattro secondi, partendo dalla scena in cui Niall si trovava in un gruppo di amici, ma continuava a guardare il suo cellulare e a sorridere, senza curarsi degli altri. Intorno a lui sullo schermo, passavano frasi che realmente i due si erano scambiati per messaggio all'inizio di tutto, non troppo personali ovviamente (come: voglio vederti e mi manchi).
Niall all'epoca aveva preso una delle sue agende e aveva trascritto tutti i loro messaggi più importanti sulla carta. Aveva finito per riempire tutta l'agenda, e nonostante il lavoraccio incredibile, ci era riuscito davvero, per di più facendolo di nascosto. Era stato il regalo di Niall per Rebecca del primo anniversario e l'aveva fatta piangere un sacco.
Il video proseguiva con la ricostruzione del concerto di Niall a New York in cui Rebecca era stata presente. Nel momento in cui la canzone diceva: "from a distance I can hear you cry" si vedeva Rebecca piangere. "Well don't you worry darlin" e Niall davanti alla sua porta durante il loro primo incontro, lei che cercava di allontanarsi e lui che la avvinghiava da dietro, esattamente come era successo nella realtà. Era stato fin troppo strano ricostruire quelle scene, ma Niall sembrava convinto di mostrarle al mondo. Rebecca non capiva bene perché, forse voleva solo far capire quanto amasse sua moglie e far smettere di odiarla.
"Don't lose sleep tonight, I can promise it, I can guarantee" e loro accoccolati nel letto, l'inizio della loro storia.
"At the end of the road, I see you with me": scene di loro due innamorati, fino alla fine del video, in cui si vedevano le loro mani intrecciate con le fedi in bella vista.
Quello, agli occhi di Rebecca, era il video più bello che Niall avesse mai realizzato.
Niall era entrato in salotto con una nuova valigia nel momento in cui You And Me stava per finire. Le parole si erano fermate e c'erano giusto le ultime note, che lui riconobbe all'istante.
«Oh, ecco perché hai gli occhi lucidi.» disse ridacchiando. Rebecca si emozionava tutte le volte.
La ragazza scrollò le spalle e fece un sorriso, mentre Niall poggiava la valigia per terra.
L'aveva aiutata a passare tutti gli abiti da una valigia all'altra e poi furono pronti ad uscire di casa.
«Posso guidare io?» aveva chiesto subito la ragazza.
Niall si era messo a ridere e aveva negato subito. «No, guido io.»
«Ma dai! Lo sai che so guidare.» la ragazza si imbronciò.
Niall ricordava perfettamente il momento in cui aveva insegnato alla sua ragazza a guidare con la sua auto e sapeva che da allora aveva imparato a tutti gli effetti, ma continuava a definirla un pericolo, dopo che aveva sbattuto contro la grata del loro garage distruggendo il muso dell'auto. E ovviamente aveva dato la colpa a Niall perché "Questa macchina è troppo grossa per me!". Il cantante non aveva ribattuto, aspettando che l'attacco di cuore si placasse. Ecco perché le aveva regalato una Mini Cooper grigia metallizzata per il suo compleanno. Un'auto tutta per lei per salvaguardare il suo SUV della Mercedes.
«Sono io l'uomo e quindi guido io. È vero che voglio che resti qui, ma se facciamo incidente...»
Rebecca sbuffò e lo spintonò, facendolo ridere.
Per tutto il tragitto in macchina erano rimasti in silenzio, con le mani intrecciate sul cambio e Rebecca che gli lanciava sguardi continui.
Niall non commentava neanche. Era consapevole del perché lei lo guardasse. Glielo aveva già spiegato in precedenza. Era un modo per fissarsi Niall nella testa ancora più di quanto non lo conoscesse già, in ogni suo singolo particolare, perché poco dopo avrebbe potuto farlo solo da una foto. Quella volta però era strano. C'era qualcosa che non andava nel viso di Niall, nella sua espressione. Ma Rebecca non aveva il coraggio di chiedere. Non in quel momento. Lei doveva partire e doveva iniziare quella serie di gare importanti.
Niall aveva posteggiato in aeroporto e le aveva portato la valigia fin quando non avevano dovuto separarsi forzatamente.
Era abbracciata a Niall e lui aveva il viso affondato nel suo collo. Rebecca gli accarezzava i capelli e gli baciava la testa.
«Mi raggiungi appena puoi?» gli sussurrò e Niall sospirò, sollevando lo sguardo.
«Sì, certo. Tu vai e vinci. Puoi farcela.»
Rebecca sorrise. Okay, si trattava del Tour De France... sembrava un'impresa impossibile, ma ci avrebbe tentato a tutti i costi. Perché con Niall avevano fatto un patto. Se lei avesse vinto in Francia si sarebbe fermata per un po' e avrebbero provato a fare un figlio.
«Non provare a perdere apposta.»
Rebecca ridacchiò. «Non lo farei mai. Sai quanto adoro vincere.»
Anche Niall emise una risatina. «Sei la migliore.»
Rebecca gli afferrò le guance. «Adesso m tocca andare, Niall. Ti amo, non lo dimenticare mai.»
Niall sorrise in modo triste, forse un po' sbagliato, e si lasciò baciare, prima di dire ad un soffio dalle sue labbra: «Anch'io ti amo, Rebs. Sempre.»*
Ed ecco qui l'autrice... che piange rumorosamente!
Dopo 102 capitoli (tralasciando che sono talmente precisina che volevo finire con 100 e non con un numero "dispari", ma proprio non ci sono riuscita a far entrare tutto) siamo giunti davvero anche alla fine di questa storia. Per una volta voglio essere rapida. Come sempre, ringrazio infinitamente ognuno di voi, che legge, che vota e che apprezza (e in particolare le mie perle che, anche se non cito, sanno chi sono. Mi hanno aiutata un sacco per la realizzazione di questa storia). Vi amo tutti.
Sono lieta di annunciarvi che alla fine... ho deciso di fare un sequel di questa fanfiction... anche perché non riesco proprio ad abbandonare questi due. Quindi li rivedremo ancora a breve!
Tanti cuori arcobalenosi per voi.
- La vostra Manu.
STAI LEGGENDO
Ride Together ●niallhoran●
FanfictionSport. Sport. Sport. La sua bici. Niall Horan. Sport. Era difficile che nella vita di Rebecca ci fosse spazio per altro. Non che l'ultimo particolare, Niall, ci fosse davvero. Lui c'era, ma non c'era. Era solo un idolo, un sogno della ragazzina che...