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«E quindi non te lo sei neanche fatta? Che delusione.»
«Sta zitto! Niall è un gentiluomo.»
«Che impazzirà se continui a non dargliela. Sono sicuro che è abituato ad avere tutto e subito.»
Rebecca sbuffò. «Mi ha detto che lo faremo quando vorrò io, senza pressioni. Adesso non rompere, Danilo. Non sei felice che io e Niall siamo ufficialmente una coppia adesso?»
Danilo sorrise. «Vi shippo.»
Rebecca rise. «Sai pure che significa?»
«Più o meno... da quando sono fan di Niall, devo integrarmi al contesto.»
Rebecca continuò a ridere. «Sei ridicolo.»
«E comunque ho già fatto le condogli... ehm, gli auguri a Niall.»
Rebecca gli tirò uno schiaffo sul braccio con forza, ma l'altro rise e basta.
«Dai, Rebby. Scherzo. Era ora che lo diventaste. Facevate venire la nausea prima per quanto eravate smielati. Figurati ora.»
Si fermarono davanti la traversa di Danilo, che prima di salutarla disse: «Però ho una domanda.»
«Sentiamo.»
«Quanto ce lo ha grosso, Niall? Ti prego, me lo chiedo dalla prima volta che l'ho visto!»
Rebecca spalancò gli occhi, prima di arrossire di colpo. «Ma scordatelo!» urlò praticamente.
«Posso farti vedere il mio e mi dici quanto più o meno.»
«E poi Niall ti cancella dal mondo. Ciao, Danilo.»
La risata del suo amico fu l'ultima cosa che sentì di lui, prima di proseguire verso casa. Il suo telefono era squillato praticamente nel momento stesso in cui aveva messo piede in salotto.
«Mio dolce cuore.»                 
«Mi hai migliorato la giornata con tre parole. Ciao amore, come stai?»
Rebecca ridacchiò. «Io sto bene, adesso. Tu hai una voce di merda.»
«Sono seppellito sotto le coperte. Sai che il sesso fa abbassare la febbre?»
«A Parigi non me lo hai detto... non ti azzardare a fare sesso con qualcuno!»
«O saresti gelosa?»
«O ti staccherei quel cazzetto che ti ritrovi.»
«Hai appena definito il mio pisello piccolo?»
«Sei da solo a casa?»
«Ma se non ne avevi mai visto uno prima di allora!»
«Toccato. Non visto.»
«Pensarti mentre ti guardi i porno non so se mi eccita o mi spaventa.»
«Sei diventato un porco adesso.»
«Io? Com'è che mi hai detto in hotel a Parigi? Niall, voglio giocare con...»
«Niall, zitto!»
Il ragazzo scoppiò a ridere per poi tossire. «E poi non ho il pisello piccolo. Oh, sto per starnutire
«Salute.»
«Ma non ho ancora starnutitoNiall tirò su con il naso. «Okay, è passato. Comunque no.»
«Cosa?»
«Non sono a casa da solo.»
«Chi è che si sta prendendo cura di te?»
«Quella testa di cazzo di mio cugino Willie. Di certo non è amorevole come lo saresti tu.»
«Chi è al telefono? La Rebecca di cui continui a ripetere quanto è stata magica nel farti una sega?» quella voce si era intromessa in sottofondo. Stava urlando, era ovvio che volesse farsi sentire.
«Glielo hai detto?»
«Vedi perché è una testa di cazzo?»
«Potevi tenerlo per te.» borbottò Rebecca.
«Certo che se il tuo orgasmo è stato così potente come dici, voglio farmela fare anche io una sega dalla tua ragazza.»
«Willie, giuro che sto per alzarmi dal letto e ti prendo a sediate.»
«Sei geloso.»
«Lei è mia. Non la devi nominare nemmeno. Non sfiorarla manco con il pensiero!»
Rebecca faceva finta di non ascoltare, ma non riusciva a smettere di sorridere per come avesse reagito Niall.
«Hai parlato troppo, Ni.» lo rimproverò però alla fine, senza poterne fare a meno.
«Almeno adesso sai quanto mi è piaciuto, visto che non te l'ho detto prima.»
Rebecca continuava a curiosare in giro per Instagram e cambiò argomento dopo aver visto la storia del suo fidanzato. «Niall, la devi smettere di lamentarti in questo modo. Fai allarmare i tuoi fan. Penseranno che stai morendo, quando in realtà hai 37,2 di febbre.»
«38,4.»
Rebecca sorrise divertita. Sorriso che sparì quando si rese conto della foto che le era passata sotto gli occhi.
«E ti ricordo che me l'hai passata tu. Quindi sentiti colpevole.»
Anche quella pagina la pensava nello stesso modo. E quelle foto da dove erano saltate fuori?
«Amore, sei ancora lì? Stavo scherzando. Non voglio farti sentire in colpa.»
«Niall, sto per inviarti due foto. Guardale.»
«Uhm, d'accordo.» a Niall il tono di voce della ragazza non era piaciuto per niente.
E quando si trovò davanti la foto di se stesso seduto in aeroporto con Rebecca in braccio, non sapeva che dire. Guardò anche l'altra: lui e Rebecca erano abbracciati e si stavano baciando, anche se dalla foto non si capiva bene. In realtà, in entrambe le foto il viso di Niall non si vedeva nemmeno. Per il cappellino e il viso piegato verso la ragazza nella prima, per l'essere di spalle nella seconda. Ma nella prima si vedeva chiaramente Basil dietro di loro. Era ovvio che quello fosse Niall.
«Ni? E adesso...? Oddio.» la voce di Rebecca era tremante. Stava andando nel panico. 
Ecco perché Niall cercò di essere il più tranquillo e dolce possibile: «Benvenuta nel mio mondo, amore.»
Rebecca non era riuscita a calmarsi, però, nonostante Niall le avesse detto di non preoccuparsi e che tutto quello non sarebbe stato un problema. A lui andava bene anche così.
In ogni caso, Rebecca se ne era fregata del fatto che due giorni prima non fosse stata bene e si era vestita per fare allenamento. Doveva calmarsi in qualche modo.
Saltò in aria spaventata quando si trovò un ciclista davanti al portone: Marco.
«Ciao, Reb.»
«Cosa fai? Gli appostamenti sotto casa mia?»
Il ragazzo sorrise divertito. «Posso allenarmi con te? Magari facciamo due chiacchiere.»
Ecco, quella risposta l'aveva solo inquietata di più. Rebecca ricordava perfettamente l'ultima volta che loro si erano visti, nonostante in quel periodo, dopo le novità con quello che definiva l'amore della sua vità, non ci aveva pensato minimamente. Forse era stato proprio pensare a Niall il motivo per cui lei diede quella risposta: «No!» non se lo sarebbe aspettato da se stessa.
E anche Marco sembrava stupito. «Vuoi dirmi che non hai pensato minimamente a quello che ti ho detto la scorsa settimana?»
Rebecca sospirò. «Marco, mi dispiace. Ma non sono del tuo stesso parere. Mi piace la tua compagnia, l'essere amici... ma io non voglio quello che vuoi tu.»
«È perché hai paura, vero?»
No. Era per Niall, ovviamente...
«Io non sono il ragazzo della festa.»
Rebecca si irrigidì. Le era venuto freddo solo a ripensare a quella sera. «Scusa, adesso voglio allenarmi in tranquillità.» salì sulla bicicletta e sparì via. Ringraziò che Marco non avesse avuto la brillante idea di seguirla.
L'allenamento era durato anche meno del previsto. Era andata fin troppo veloce per tutta l'ansia che aveva da scaricare, ma l'unica cosa che non le era rimasta era il fiato. Ci mancava solo che si facesse tornare la febbre. Sua madre l'avrebbe uccisa.
Ed evidentemente, quel giorno non era l'unica che avrebbe voluto farlo.
Com'è andato l'allenamento piccola?
Bene...
Cosa sono quei tre puntini?
Rebecca sentiva il bisogno di dirglielo. Era come se adesso non riuscisse a tenergli nulla nascosto.
Ho incontrato qualcuno.
Non dire Marco.
Hai azzeccato pure al primo colpo.
E poi la chiamata su FaceTime di Niall era stata quasi automatica.
«Hai le guance tutte rosse.»
«Credo che mi sia salita a 39 di colpo la febbre. Mi sono agitato troppo.»  
Rebecca sospirò. «Perché?»
«E me lo chiedi pure? Che cavolo ti ha detto quel ciclista?»
«Che vuoi che mi abbia detto?»
«Che vuole portarti via da me.»
«Ma se non sa neanche della tua esistenza.»
Gli occhi intensamente blu di Niall si allargarono per lo stupore. «No. Aspetta un secondo... non gli hai detto che hai il ragazzo ora?»
«Mi è sfuggito, credo...»
Adesso sì che era incazzato e si vedeva perfettamente dal suo viso. «Adesso spiegami il perché.»
Rebecca sbuffò. «Tu devi stare tranquillo. Gli ho detto chiaramente che non voglio quello che vuole lui.»
«Devo stare tranquillo? Cosa?» Niall rise con cattiveria.  
«Niall, che stai facendo?» 
«Sto discutendo con la mia ragazza perché un pirla le sbava dietro e lei non le ha detto che ora è fidanzata e che se prova ad avvicinarsi, quel fidanzato prende un aereo anche con la febbre a quaranta e gli spacca la faccia.»
Rebecca scoppiò a ridere, mordendosi il labbro perché delle stupide lacrime le erano salite agli occhi. Cos'era quello? Bipolarismo? 
«Che cazzo ridi?»  
«Smettila, idiota.» ecco, adesso piangeva.
E Niall si calmò improvvisamente, vedendo quelle lacrime. Tornò come in sé. «Rebs.»  
«Trattami di nuovo in quel modo e ti mollo.»
Niall spalancò gli occhi spaventato. «Non lo faresti mai.»  
Rebecca lo fulminò con lo sguardo.
«Okay, scusa. È solo che...»
«È solo che sei geloso da fare schifo.» lo interruppe lei.     
«E non lo trovi carino? O eccitante?»  
«No. Mi fai paura quando ti arrabbi.»
«Ma se sono geloso è perché tengo a te. E mi arrabbio perché sei mia e nessuno deve avvicinarsi.»
Beh, era un ragionamento dolce. «Se esageri ti prendo a pugni.»
Niall sorrise. «Adesso devo proteggerti dal mondo. Inizieranno a chiedermi di te...»
«Questo mi fa paura.» sussurrò.    
«Non averne. Ci sono io. E pensavo di inviarti una guardia del corpo...»
«Niall!»
«Va bene, va bene. D'accordo, lo so. Mi dai il numero di sto Marco almeno? Te lo chiedo da un secolo.»
«No!»
E Niall sbuffò: «Cattiva.»
«Scemo.»
«Non idiota?»
«Anche.»
«Grazie, amore.»
E Rebecca ridacchiò. «Prego, Niall.»

Ride Together ●niallhoran●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora