Rebecca si era resa conto di avere un nuovo numero salvato in rubrica quando quella mattina, oltre ad un messaggio di Niall, ce n'era uno di "Marco Cavelli". Chissà quando avesse avuto il tempo di salvarglielo. Le chiedeva semplicemente come stesse e Rebecca si era sentita in dovere di rispondergli. Se la sera prima non ci fosse stato lui... rabbrividiva soltanto a pensarci, quindi era meglio non farlo.
Aveva solo ricordi sfocati del dopo-festa, come se fosse stata drogata. Forse era solo perché si era quasi addormentata tra le braccia di Marco, che aveva aggirato la casa dall'esterno per portarla alla macchina, ma si era scontrato con Danilo. I due ragazzi avevano battibeccato, mentre lei non riusciva ad essere realmente presente. Ma alla fine, Danilo aveva capito e si era zittito di colpo, impallidendo. I due ragazzi, a quel punto, l'avevano accompagnata a casa insieme.
Marco le aveva baciato la fronte ed era sparito via.
Danilo era perfino salito a casa con lei. Sua madre non era neanche lì, quindi non c'era il minimo problema.
Rebecca e Danilo erano rimasti in silenzio per tutto il tempo. Lui si era disteso con lei e l'aveva tenuta stretta mentre piangeva.
E quando l'aveva lasciata sola, il suo primo pensiero era stato Niall, che a quanto pare era preoccupato a morte. Non voleva stare sola. Voleva Niall. E sentirlo prima di dormire l'aveva fatta stare meglio. Non avrebbe voluto dirgli cos'era successo, per paura che lui sarebbe rimasto disgustato da lei... ma era pur sempre Niall. Ed era stato più forte di lei.
Quella mattina si era svegliata con un mal di testa atroce.
Non aveva la minima intenzione di alzarsi dal letto, così non lo fece. Fortunatamente era domenica e sua madre era fuori città, quindi non le avrebbe neanche rotto. Poteva fare il fagotto sotto le coperte quanto voleva. Poteva anche evitare di mangiare o di vivere e cercava di infilarsi in un mondo tutto suo con la mente, sperando di dimenticare ciò che era successo alla festa. Niall la stava già tartassando di messaggi, ma lei continuava a leggerli e non rispondere, facendolo innervosire di più.
Se non mi rispondi subito, prendo un aereo e vengo a sequestrarti.
Allora non ti avrei dovuto rispondere.
Oh, mia piccola Rebs. Eccoti. Come stai? Come hai dormito? Mi mandi una foto? Voglio vederti.
Adesso posso rispondere o hai altre domande? Sto bene. Ho dormito bene. E no.
Non ti credo.
Niall, ma tu stai dormendo ultimamente? Hai dormito sta notte?
No... Considerato che aveva passato la notte in ospedale, ma Rebecca ancora non poteva saperlo.
Non sei stanco?
Non ancora. Sono iperattivo.
Mi devi crollare sul palco, amore?
Nah, non preoccuparti per me. Poi oggi devo stare seduto sul palco.
Perché?
Perché mi sono beccato una strigliata.
Non capisco.
Dopo te lo spiego. Adesso mi tocca andare, che palle! Stasera ti videochiamo. Non mi importa...
Rebecca sbuffò. Non è che non voleva vederlo. È che non voleva che vedesse il livido orribile che aveva sullo zigomo.
Si era di nuovo addormentata, come aveva fatto da quando aveva aperto gli occhi quella mattina. Lo stato di trance tra veglia e realtà, la faceva pensare decisamente meno.
Per fortuna, si era messa la sveglia ed era riuscita a vedere il concerto di Niall.
Era rimasta di sasso quando aveva visto il cantante salire sul palco senza la chitarra. Ovviamente non era la mancanza dello strumento a lasciarla basita, ma il gesso che portava alla mano sinistra. Ma che diavolo aveva fatto? E perché non le aveva detto nulla?
Sul palco Niall spiegò che aveva avuto un piccolo incidente e che avrebbe dovuto rinunciare a suonare per un po'.
«Per fortuna so anche cantare!» se ne era uscito per sdrammatizzare.
E poi si era seduto alla base del palco e facendo penzolare le gambe, aveva iniziato a cantare con il microfono in mano. Era stato un concerto dolce e rilassante, in cui Niall si era alzato in piedi solo per ballare da stupido le canzoni più movimentate.
E quando le era arrivata la chiamata su FaceTime l'aveva accettata, ma si era nascosta alla vista sotto al mucchio di coperte. Tirava fuori soltanto il braccio e quello bastava.
«Rebecca. Voglio vederti.»
«Dimmi che hai fatto alla mano.» la sua voce usciva attutita.
«Solo se ti scopri. Ma sei lì da sta mattina? Dimmi di no, per favore.»
«Da ieri notte.»
«Rebs... non ti sei alzata neanche per fare pipì?»
«No.»
«Per mangiare?»
«Non ho fame.»
«Quindi non ti sei neanche lavata i denti.»
«Niall.»
«Esci da sotto quelle coperte.»
Rebecca sospirò e tirò fuori la testa, ma le sue mani erano ben sollevate a protezione del suo viso.
«Mi piace la capigliatura da leonessa.»
La ragazza tolse solo una mano e con l'occhio libero incontrò quelli di Niall.
«L'altra ma...» Niall si era zittito di colpo, nel momento in cui aveva visto lo zigomo scuro. Era rimasto senza fiato e si era fatto scuro in viso. Aveva allungato la mano e accarezzato lo schermo. «Spero per quella merda di elefante che non mi capiti mai davanti, o lo scuoio vivo dopo averlo torturato e do in pasto ai cani le sue ossa.»
«Niall.»
La sua voce fredda tornò dolce: «Sei pallida, piccola.»
«Non mi sento tanto bene.» ammise in un sussurro.
«Lo so. Ma ho bisogno che tu mi prometta una cosa.»
«Cosa?»
«Devi scordare che cosa è successo e andare avanti senza paura.»
Rebecca non rispose in nessun modo. «Che cosa hai fatto alla mano?» gli chiese alla fine.
«Ho sbattuto.»
«Contro che cosa?»
«Uno spigolo. Molto duro. Mi sono rotto il metacarpo, ma non è niente.»
«Uno spigolo? Lo sai che non sai mentire? Ti viene una sorta di tic al sopracciglio quando menti. Quando ti sei fatto male?»
«Sta mattina.»
«Mi hai appena detto un'altra balla.»
Niall sorrise in modo innocente. «Tanto c'è chi scrive per me, chi suona per me...»
«Sei uno stupido.»
«Non capisco perché detto da te suoni sempre così dolce.»
«Niall?»
«Sì?»
«Mi aiuti a dimenticare?» sussurrò, guardandolo negli occhi. Niall vedeva quelli scuri di lei così spenti. Probabilmente era cambiato qualcosa. Lei sembrava... rotta. E Niall aveva intenzione di rimettere tutto a posto.
«Creeremo un sacco di ricordi di me e te insieme. Soltanto nostri. Si sistemerà tutto. Ti do la mia parola.»
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Ride Together ●niallhoran●
FanfictionSport. Sport. Sport. La sua bici. Niall Horan. Sport. Era difficile che nella vita di Rebecca ci fosse spazio per altro. Non che l'ultimo particolare, Niall, ci fosse davvero. Lui c'era, ma non c'era. Era solo un idolo, un sogno della ragazzina che...