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Credo di essermi innamorato.
Rebecca chiuse a pugno le mani che tremavano. Quel messaggio di Niall in piena notte del sabato sera, l'aveva spaventata da morire. Che cosa intendeva? Magari aveva mangiato qualcosa di nuovo che gli era piaciuto tanto da fargli dire una frase di quel tipo. Era Niall... si sarebbe aspettata di tutto. O magari aveva semplicemente incontrato una ragazza, realizzando la paura più grande di Rebecca. Non voleva che si dimenticasse di lei.
Di che parli? Che intendi?
Ti sei mai innamorata, Rebs?
Non so... non proprio. Del cibo... di quello sì haha.
Dai, sono serio, scema.
Non so, Ni... credo di no.
Non ha mai sentito le farfalle nello stomaco per nessuno? Tipo il formicolio in basso?
Sei sicuro che non sia perché ti ecciti?
Volevo fare un discorso serio!
Quindi non hai bevuto.
Rebs, è sabato sera e sono sul divano a guardare il calcio da solo. E mi sono ripromesso che non berrò più per poi cercarti. Quindi no.
Rebecca sospirò, rigirandosi tra le mani il portachiavi a forma di ruota che le aveva regalato suo nonno quando era piccola. Quello era il suo portafortuna.
Il giorno dopo avrebbe avuto una gara. La prima dopo la pausa estiva. E lei non riusciva proprio a dormire per l'ansia. Sapeva che era sbagliatissimo non riposare prima di una corsa, ma non riusciva a chiudere occhio.
Per di più, non aveva detto nulla a Niall della gara e non sapeva neanche perché. Forse semplicemente pensava che non gli importasse. O forse temeva che si sarebbe preoccupato. O forse... erano solo scuse. Lei aveva iniziato a pensare davvero a ritirarsi dal ciclismo. La sua squadra l'aveva iscritta anche quell'anno alla categoria dell'anno precedente. E lei non ce la faceva più a sentirsi così inutile e a fare gare di poco conto, tanto che non sentiva il bisogno di comunicarle a Niall.
Dimmi che cosa si prova ad essere innamorati.
Non riesci a smettere un attimo di pensare a quella persona e immagini... cose.
Beh, fino a qui capitava anche a lei. Proprio con Niall.
Vorresti fare qualunque cosa per lei. Non riesci a sopportare che stia male e vuoi solo proteggerla. Ti formicolano le mani e ti viene ansia solo al pensiero di doverla vedere. Ti ispira... a me vengono un sacco di canzoni in quel caso. Vorresti toccarla sempre, in ogni momento. La vorresti accanto ogni attimo della tua vita.
Rebecca voleva scrivere di essere innamorata, allora... da anni. Ma visto che alla domanda "di chi?" avrebbe dovuto rispondere "di te", decise di non commentare.
Hai incontrato una ragazza?
Sì, credo.
Rebecca sentì le lacrime salirle agli occhi.
E com'è?
Bellissima.
Posso sapere il suo nome?
Tanto per farle annodare di più lo stomaco. Per lo meno, non stava ancora piangendo. Sapeva che sarebbe successo, prima o poi. Ma lei... lei era immancabilmente ed essenzialmente innamorata di Niall. Da sempre.
Nope.
Perché no?
Non me la sento di dirtelo...
Eppure le aveva detto che si fidava di lei. Ma adesso non voleva...
Okay. La conosco almeno?
Per forza.
Ecco, doveva essere senza dubbio una ragazza famosa. Magari una bellissima modella ai livelli della Palvin e... e lei stava già piangendo. E poi scrisse la bugia più grossa della sua vita.
Sono felice per te, Niall.
Io non lo sono. Ho paura di star facendo un casino.
Credo che dovresti solo seguire il tuo cuore.
Manca poco e ci vediamo, piccola.
Lo so.
Esattamente cinque giorni dopo.
Non riesco più ad aspettare.
Non dirlo a me. Niall, forse dovrei dormire.
Va bene, Rebs. Ci sentiamo domani.
Non sarò molto presente domani.
Perché?
Nulla di importante.
Rebs.
Notte, Niall.
Mai nessuno è riuscito a mettermi più ansia di te, piccola. Domani voglio sapere assolutamente. Sogni d'oro.
Rebecca aveva dormito solo un'ora. Poi aveva caricato la bici e il borsone nell'auto di Danilo ed erano partiti verso il luogo della gara, un paesino a pochi chilometri dalla città. Le aveva chiesto ironicamente quando si fosse decisa a prendere la patente, piuttosto che farsi scarrozzare sempre in giro da lui, ma in realtà suo padre le aveva detto che di quell'argomento ne avrebbero riparlato alla fine del liceo.
«Sei carica, Rebby?»
«Vuoi che sia sincera?»
«Con me? Sempre.» il suo amico era preoccupato per lei in quel periodo. Vedeva perfettamente che qualcosa non andava nella ragazza e temeva fosse un residuo di ciò che era successo alla festa. Ma era anche peggio...
«No. Non lo sono.»
Danilo sospirò. «Perché hai tenuto Niall fuori da tutto questo?»
«Perché lui non c'entra.»
Ovviamente non era d'accordo, ma evitò di commentare. «Comunque sono sicuro che potrai arrivare prima senza problemi oggi.»
Sì, se avesse dormito di più. E se il suo manager e presidente della squadra non avesse detto al loro gruppo che quel giorno miravano a far vincere Eleonora, una ciclista appena entrata in squadra. E che le altre avrebbero dovuto solo tagliarle il vento e farle strada.
Rebecca non aveva mai odiato stare su una bicicletta come stava facendo in quel momento. Aveva rischiato di fare una partenza disastrosa. Aveva rischiato di fermarsi più volte. E invece, era praticamente in testa al gruppo, nonostante la mancanza di sonno e la stanchezza. Si allenava fin troppo per non riuscire in quella categoria.
Vedeva già il traguardo, ma aveva dovuto rallentare. Si era voltata verso Eleonora, che le aveva lanciato appena uno sguardo e si era lasciata finalmente superare.
Rebecca stava andando così piano a quel punto, che anche altre cicliste l'avevano superata.
«Saresti potuta arrivare seconda. Perché hai rallentato? Decima, Rebecca? Credo sia stato giusto non averti iscritto alla categoria maggiore.» queste parole le rimbombavano nella testa, facendola sentire ancora peggio. Ringraziava infinitamente Danilo, che era rimasto in silenzio per tutto il tragitto di ritorno in macchina.
Perché non mi hai detto che avevi una gara?
Probabilmente Niall aveva visto tutte le foto in cui l'avevano taggata su Instagram.
Non era importante.
No? Cosa stai dicendo? Avrei voluto saperlo.
No. Non lo era.
Rebs, che ti sta succedendo?
Niente. Non ne voglio parlare.
Piccola, sono solo io.
Ho detto che non ne voglio parlare, Niall.
Tornare a casa e trovare sua madre troppo impegnata da poterle chiedere perfino come fosse andata. O magari semplicemente non le importava e basta.
Tornare a casa e chiudersi in camera.
La sua vita stava andando a rotoli. Quello era stato l'inizio peggiore che avesse mai affrontato. E lei cominciava a pensare che quello sulla bici, non fosse più il suo posto.
Quando vuoi... io sto sempre qui.
Rebecca si portò le mani alla testa e si lasciò cadere per terra, iniziando a piangere.
Lui era dietro un maledetto telefono a troppi chilometri di distanza.
Si era portata le ginocchia al petto e aveva pianto fino allo sfinimento.
Non andava bene niente.
Si sarebbe dovuta aggrappare a qualcosa e sapeva che l'appiglio migliore era proprio Niall. Come sempre. Quattro giorni. Doveva solo aspettare quattro dannati e lunghi giorni.

Ride Together ●niallhoran●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora