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Niall avrebbe venduto l'anima al diavolo pur di avere quella visione davanti agli occhi ogni giorno della sua vita. E pensare che non aveva davvero bisogno di vendere l'anima a nessuno e che sarebbe successo da lì a qualche tempo lo faceva sentire davvero appagato. La sua anima apparteneva solo a Rebecca, ormai erano legate fino all'inverosimile. Si erano fuse fino a diventare un'unica cosa.
Niall lasciò scorrere lo sguardo sulla ragazza davanti ai fornelli di casa sua. Indossava soltanto una delle sue maglie leggere a tre quarti, e nonostante Rebecca non fosse così bassa rispetto a lui, quell'indumento le stava grande abbastanza da coprirle il sedere. Le gambe scoperte lo avevano incantato e i calzini con la fantasia delle pizze che gli aveva rubato lo facevano quasi ridere. Aveva i capelli legati in un codino e continuava a mescolare dentro la pentola con una mano, mentre l'altra era poggiata sul ripiano. Su quella mano scintillava l'anello di fidanzamento.
«Smettila di fissarmi il culo.» Rebecca non si era neanche girata, ma Niall stava troppo in silenzio.
«Ti sto fissando in generale. Non solo il culo.»
Rebecca si era girata e aveva guardato il suo ragazzo. Un sorriso le era sorto spontaneo. Anche Niall era mezzo nudo, portava solo dei pantaloncini della Nike.
Rebecca si sedette sul ripiano freddo e Niall la raggiunse. Intrecciò una mano con quella di Rebecca e poggiò l'altro braccio sulla coscia di lei.
Fu proprio la mano fasciata ad attirare l'attenzione di Rebecca. «Mi dici che hai fatto di preciso?»
Niall scrollò le spalle, ma non disse nulla.
Rebecca gli accarezzò la guancia e lui si appoggiò a quel contatto, chiudendo perfino gli occhi.
«Non volevo farti così male, Niall.»
«È okay.»
«No, non lo è. Dovevo starti accanto e invece non l'ho fatto.»
«Sono stato io che non ti ho detto nulla. Ti ho esclusa.»
«Sei debole.»
Quella frase lasciò Niall di stucco. L'aveva guardata senza riuscire a capire. «Io non...»
«Lasciami parlare. Io ho sempre pensato che tu fossi la mia roccia... e lo sei. Ma sei umano, Niall.»
Il cantante sorrise divertito. «Pensavi che fossi Superman?» continuava a non capire.
Rebecca fece un sorriso dolce. «Forse... ma adesso ho capito.»
«Cosa hai capito, Rebs?»
«Ho capito che anche tu hai le tue debolezze. Sei sempre stato forte ai miei occhi e mi hai sorretto sempre in ogni occasione. E nel momento in cui tutto ti stava crollando addosso, volevi continuare ad esserlo. Mi hai nascosto la paura e la debolezza, ma io ti conosco... io dovevo rendermi conto che avevi bisogno di me e dovevo restarti accanto. Per una volta, dovevo essere io la tua roccia e invece ti ho delusa. Mi dispiace, piccolo.»
«Non mi hai delusa, Rebs.»
«D'ora in avanti farò di tutto per fare la mia parte. Per trovare l'equilibrio perfetto nella nostra coppia.»
«Amore, ma a me va bene così.»
«No. È giusto, ma voglio che d'ora in avanti tu mi mostri anche le tue debolezze. Che non arrivi al punto di far del male a te stesso.»
Niall aveva abbassato lo sguardo. «Ero arrabbiato... ho perso il controllo. E mi mancavi così tanto.»
«Niall, ci sono io. Adesso sono qui per te sempre. Va bene, amore? Ni, hai capito cosa ho detto?»
Niall sollevò di nuovo lo sguardo e con gli occhi velati annuì. «Ti amo. E sono contento che tu sia qui adesso. Sono sicuro che d'ora in poi saremo perfetti e davanti ai prossimi ostacoli andremo alla grande. Insieme. Sei perfetta per me.»
E Rebecca si era sporta leggermente in avanti per poterlo baciare.
«Aspetta, o brucio tutto.» aveva detto alla fine, facendo allontanare il ragazzo e tornando in piedi per controllare il cibo. Non che Niall non la distraesse visto che si era posizionato dietro di lei e aveva poggiato le mani sui suoi fianchi, per poi iniziare a baciarle il collo.
«Quindi non ti da fastidio il fatto che aiuterò Loris, vero? O diventerà il nostro prossimo ostacolo?»
«No, mi va bene. Stavo pensando che se io fossi incinta avrei paura tanto quanto lei.»
«Ma avresti me accanto in ogni istante. Affronteremmo tutto insieme, giusto?»
«Giusto. E lei invece non ha nessuno. Avrebbe dovuto dirti la verità dall'inizio, proprio come tu avresti dovuto fare con me, ma se non si mette tra noi per me va bene tutto. Quel bambino sarà fortunato ad avere un padrino come te, visto che non avrà neanche un padre.»
Niall sorrise e le baciò sotto l'orecchio, stuzzicandole il lobo con le labbra e facendola rabbrividire. «Devi per forza tornare a casa dopodomani? Tra due settimane è il tuo compleanno. Resta qui e fatti la vacanza lunga con me.»
«Certo, e la scuola?»
«Che importa? Sei bravissima a scuola.»
«Amore, lo sai che non posso, ma facciamo qualcosa al mio compleanno, che in realtà speravo non ricordassi...»
«Cosa? La mia bambina fa diciannove anni e io me ne dimentico? Non se ne parla. Potrei anche organizzarti una festa, se vuoi. O forse sarebbe stata carina a sorpresa, ma visto che te l'ho detto non sarebbe più una sorpresa.»
Rebecca ridacchiò e gli poggiò due dita sulle labbra. «Non voglio fare niente di importante. Magari andiamo a cena, io e te, e anche Deo e Danilo. Adesso fammi impiattare.»
Niall si era seduto a tavola e si era leccato perfino le labbra, ma prima che Rebecca gli mettesse il piatto davanti lo guardò per chiedergli una cosa.
«Che aspetti? Ho fame.» aveva chiesto Niall, dandole uno schiaffo sul sedere e facendola sobbalzare.
«Aspetta, voglio farti una richiesta per il mio compleanno.»
«E non puoi poggiare il piatto qui?»
Rebecca sbuffò e lo accontentò. «Però guardami mentre lo dico, perché devo far tremare il labbro.»
Niall si mise a ridere. «Addirittura?»
«Come regalo vorrei...»
«Oh ecco perché mi hai perdonato adesso e non dopo il tuo compleanno. Volevi il regalo.» la prese in giro, poggiando direttamente la mano sul suo sedere e stringendo con le dita. Pranzare in quella mise stava facendo venire a Niall troppe fantasie.
D'istinto Rebecca gli diede un colpo sulla fronte con la mano. «Non è vero.»
«Dai, sentiamo, che poi voglio gustarmi la mia carbonara.»
«Voglio fare il tatuaggio.»
«Cazzo, mi hai già fregato in partenza con quel labbro.»
Rebecca si sedette direttamente su Niall, passandogli le braccia intorno al collo. «Però mi devi dire perché non posso fare qualcosa legata a te.»
«Per me puoi pure farlo, piccola, ma pensa se un giorno ti stancherai di me...»
«Voglio sposarti! Non mi stancherò mai di te.»
«O se dovesse accadere qualcosa e arriverai ad odiarmi...»
«Niall!»
«Avrai per sempre qualcosa di me sulla pelle.»
«Non pensavo di tatuarmi la tua faccia o il tuo nome.»
«Ah no?» chiese divertito.
Rebecca sbuffò, con tanto di occhi sollevati al cielo.
«Voglio tatuarmi una frase significativa. Qualcosa che non per forza sia strettamente legata a te. Almeno, non soltanto.»
«L'hai già scelta?»
«Sì.»
«Quale?»
«Non te lo dico.»
«Dimmelo!» e le infilò un dito tra le costole, facendola saltare per il solletico.
«Don't forget where you belong.»
«Oh.»
«Che ne dici?»
«Che mi piace da morire. E sotto, proprio per non dimenticarlo, ci aggiungi: proprietà di Niall Horan nato a Mullingar il 13 settembre 1993.»
«E meno male che non volevi che facessi qualcosa strettamente legato a te.»
Niall ghignò. «No, okay. Sto scherzando. Ma... e sono serio... voglio farlo con te. Ci manca un pezzo... Home. Voglio completarlo sulla mia pelle.» Niall l'aveva detto con estrema convinzione, tanto che Rebecca era rimasta di stucco.
«Mi stai prendendo in giro. No, tu non ti farai mai un tatuaggio.»
«Invece sì. Mi sono convinto. L'idea è fantastica.»
«Devi pensare che avrai un ago che ti pungerà sulla pelle e ti farà male.»
«Ah.» stava già sudando freddo.
«Capisco che tu non sia Superman, ma non voglio vederti piangere al negozio.»
Niall sbuffò. «Zitta! Scema! Io... io mi sono convinto, voglio fare un tatuaggio con l'amore della mia vita e lo farò.»
Rebecca si mise praticamente ad urlare: «Avremo un matching tattoo come quello dei Larry!»
E Niall rise. «Parlerò con Lou ed Harry per prendere l'appuntamento dal loro tatuatore.»
E Rebecca squittì felice. «Grazie, grazie, grazie, grazie.» e tra una parola e l'altra gli lasciava dei baci sulle labbra.
«Adesso fila via, voglio mangiare.» e la fece alzare sospingendola con il braccio. «Dio, questa pasta è buonissima. Ti rendi conto? Avrò una moglie italiana che mi cucinerà delizie di questo tipo! Sapevo che era la scelta giusta.»
E Rebecca scosse la testa divertita, mentre anche lei si sedeva a tavola. Niall era sempre il solito.

Ride Together ●niallhoran●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora