V - Non sei sola.

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"3 Settembre 1942;
Common Hall of Slytherin."


Entrambi non seppero quanto tempo passarono lì, in quel modo; lei a singhiozzare e lui ad ascoltare quel respiro strozzato e angosciante.

Quella ragazza lo incuriosiva non poco, era così austera e controllata durante la giornata, ma così testarda e capricciosa una volta che veniva sfidata; fiera e orgogliosa come una leonessa.
Non sapeva cosa l'aveva trattenuta dal affatturarlo, aveva visto il suo sguardo furente che esigeva solo una sorta di vendetta verso il suo comportamento maschilista, ma non un incantesimo era uscito da quelle labbra rosate come invece, si era aspettato quando l'aveva sentita tremare al suo tocco.

Era così diversa dalle patetiche ragazzine che aveva conosciuto e ingannato per intrattenersi a volte, senza mai però sperimentare l'intimità vera; erano solo delle stupide che cercavano di affascinarlo in qualsiasi modo, ma non appena comprendevano di aver superato il limite lasciavano stare per paura.
Ma lei no, aveva lottato, nonostante i suoi avvertimenti e il fatto che fosse solo il loro primo incontro ravvicinato e che non sarebbe stato l'ultimo, lo eccitava non poco.
Si riscosse da quei pensieri quando la vide alzarsi e mettersi dritta come se niente fosse successo, asciugarsi le lacrime e fare un lungo respiro, prima di rimettere la sua maschera.
Si maledì per aver osato sprecare del tempo in quei pensieri assurdi e irrazionali, non gli era mai interessato cercare di capire il carattere delle persone che lo circondavano, così si allontanò velocemente, lasciando indietro quei pensieri che erano come veleno.

"19 Settembre 1942;
Slytherin female dormitory."


Le settimane passarono. La riccia ancora troppo sconvolta da quella conoscenza rimase sulle sue, molto distratta e stralunata durante la giornata; ignorando anche gli sguardi indagatori di Silente.

Perfino Riddle si ritrovò a pensare che forse si era sbagliato su di lei, forse non era la ragazza forte che si era immaginato, e per uno strano motivo, si ritrovò molto deluso da quella dimostrazione cercando di evitarla come la peste.

"Herm. Forza andiamo a fare colazione, pigrona." Sentiva dire da una voce mentre si sentiva scuotere e per un momento. Le sembro della sua Ginny.
Sorrise sotto le coperte pensando che tutti quei giorni fossero stati solo un sogno; che lei era ancora lì, nella sua torre, dai colori caldi a frequentare il suo sesto anno.

Ma quando aprì gli occhi, vide il viso di un'altra, non troppo sconosciuto ma troppo poco familiare. Inspiegabilmente iniziò a singhiozzare.
Dorea si accorse subito di quei sussulti e vedendo le lacrime scorrerle sul viso si pentì di essere sempre così irruenta.

"Herm. Scusa io- Ti ho fatto male?" Chiese abbassando lo sguardo.

Ma subito fu tirata in un abbraccio dalla riccia, che si sfogò tra le braccia di quella sconosciuta come se fosse la sua ancora di salvezza. La mora nel frattempo le accarezzò dolcemente i capelli aspettando che si calmasse.

"Io scusa. T-ti ho scambiata per-." Cercò di giustificarsi interrompendosi prima di rivelare troppo.

"Sh- è tutto ok. Ora vestiti, sciacquati il viso e andiamo a mangiare, che ne dici?" Disse sorridendo la Black, Hermione annuì ringraziandola con un tacito sguardo.

La Sala Grande era già gremita quando fecero il loro ingresso, nonostante avesse cercato in ogni modo di rimuovere le tracce di pianto, l'ex-grifondoro risultava ancora visibilmente sconvolta e arrossata mentre Dorea le stava vicino come se fosse la sua colonna e guardia del corpo, Presero velocemente posto come al solito vicino a Eileen.

Deal With God. {Tom Riddle+Hermione Granger} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora