LIV - Rosier.

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L'aveva baciata così velocemente che non riusciva a ragionare, aveva solo chiuso gli occhi e lo aveva lasciato fare. Lo aveva bramato più di quanto pensasse. Le sembrava passata un eternità dall'ultima volta; era proprio come lo ricordava. Sentì lo stomaco contorcersi, si godé ogni momento, ogni tocco; non sapendo bene quando lui avrebbe ritrovato la ragione. Ogni movimento era così familiare, le loro lingue ricominciarono a danzare come una volta afferrò la sua camicia tirandolo più vicino possibile tra i loro sospiri sonori.

Era così sbagliato, tutto sbagliato.

La stanza in frantumi; era a Malfoy Manor dove era stata catturata, torturata e quasi morta.

Harry e Ron stavano provando ad ucciderlo, rischiavano la loro vita per distruggere colui che in quel momento la stava baciando.
Colui che stava facendo inginocchiare il Mondo Magico, di nuovo. Che aveva messo in atto un genocidio di massa. Lui era Voldemort.

No. Lui era Tom.

Sembrava che il tempo si fosse fermato, il mondo non ruotava più. L'orologio non picchiettava, il sole sembrava più brillante: c'era la pace, la calma. Era quello il senso dell'amore? Quel bisogno innaturale senza il quale si era sentita così vuota, infelice. Sentiva di respirare di nuovo. Le sue mani che scorrevano sul suo corpo, era di quello che aveva bisogno? Quante volte si era persa in tutto quello, si era lasciata prendere, aveva intrecciato le sue dita in quei boccoli corvini, aveva graffiato le sue spalle. Voleva farlo di nuovo. Sentiva qualcosa che non provava da tanto. Fuoco. Vivo ed ardente, la consumava ma nello stesso tempo le dava vita. Lui la spinse contro il muro mentre muoveva con violenza le labbra e la lingua, cercava di ferirla ma sentiva lui stesso quel fuoco scoppiettare, sembrava quella volta, quando si era ritrovato ancora in quella situazione, il desiderio incondizionatodi ferirla e alla stessa misura il desiderio incomprensibiledi volerla solo per sé. Perché doveva essere così difficile zittirla? Era dovuto arrivare a quello, arrivare a sprofondare ancora nel miele, così dolce. Avrebbe potuto usare la bacchetta, sollevarla senza nemmeno dover pronunciare nulla, muoverla solo come conosceva si facesse per la moltitudine di incantesimi per chiudere la bocca a qualcuno. Ma quella era l'unica cosa che era passata per il suo grande intelletto, forse era semplicemente il modo più appagante? Non che dopo di lei altre avessero non osato ad entrare nelle sue grazie, soprattutto ad Hogwarts e a volte le aveva lasciate anche fare, ma non c'era mai stato paragone. A lui piaceva la guerra e lei era stata forse l'unica a farla in quel modo con lui, l'unica a tenere testa al suo despotismo.

"Ma cosa vai pensando?" Si chiese sconcertato mentre la teneva ancora salda a lui, senti le mani prudere, stava lentamente tornando alla realtà. Cominciò a indietreggiare, a ricostruire la sua maschera.

Anche tu indossi una maschera Granger, non provare a fare la predica.

Forse, ma se vorrai smetterò di farlo; sempre se tu farai lo stesso.spalancò gli occhi rabbrividendo.

《Resta con me Tom. 》 lo supplico ancora sulle sue labbra la ragazza continuando a stringersi a lui.

《Non posso fidarmi di te, io non ci riesco. 》 ringhiò ripensando alle bugie, non poteva tornare indietro, odiava le menzogne; erano il suo punto debole, nonostante potesse risultare pieno di ipocrisia lui non mentiva, ometteva ed era fondamentalmente differente. Ciò che era fatto era fatto. Non poteva più fermarsi.

Poi sentì il vuoto, il freddo. Era scappato prima che potessero spingersi oltre, forse troppo. Si era smaterializzato, ma lo aveva sentito sorridere all'inizio. Oppure era lei?

Riprese fiato, l'aria ora che era sola era tornata pesante e tossica. Guardò il caos intorno a lei, i raggi di sole che riflettevano sui vetri rotti in dei giochi prismatici. Eppure quello che avvertiva era tranquillità e dopo tanto tempo un sorriso sincero disegnato tra quelle gote arrossate, il cuore che sembrava uscire dal petto.

Deal With God. {Tom Riddle+Hermione Granger} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora