XXXVIII - Tutti sanno.

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"21 Giugno 1997."

Dopo aver fissato il muro per chissà quanto tempo e in egual misura aver sperato che tutto fosse un incubo, Hermione tornò a passo malfermo in infermeria, rassegnata e con il viso pallido; gli occhi spenti ancora testimoni del pianto recente mentre un angolino buio della sua mente considerava la morte così allettante e piacevole rispetto a quel martellante dolore nelle membra e forse nel suo cuore stanco.

Scacciando quell'orribile pensiero si accorse che lì ad attenderà davanti all'ingresso c'era non che meno la sua insegnante preferita, che si era ritrovata qualche minuto prima in infermeria ed aveva scoperto il letto vuoto della sua alunna, non ne era rimasta sorpresa. No, conosceva bene Hermione, e sapeva che al suo risveglio avrebbe cercato quell'unica risposta di cui le sarebbe importato sul serio. Vederla con quello sguardo triste e malfermo le diede la consapevolezza della spiacevole rivelazione che essa aveva trovato.

Non disse nulla mentre le si fermava di fronte e la guardava con gli occhi lucidi prima di spingersi tra le sue braccia, senza vergogna o esitazione. Minerva ricambiò subito la stretta fregandosi di quanto quel gesto risultasse inopportuno e troppo stretto per un insegnante e uno studente e lei non era semplicemente una sua alunna. Rimanendo per qualche minuto a consolarla con fare materno e amorevole prima di accompagnarla gentilmente al suo letto.

"Dovresti stenderti un pò, sarai stanca." Disse la strega.

Hermione annuì tirando sù con il naso, prima di sistemarsi tra le fredde lenzuola con il viso buio e in cerca di risposte.

"Conosco quello sguardo, ma non vorresti parlarne domani ?" Chiese Minerva sedendosi al suo fianco, ma lo sguardo sicuro di Hermione non demorse.

"Bene, chiedi tutto quello che vuoi." Concluse mettendosi più comoda.

"Io, da quanto tempo sono qui? Come mi avete trovata? Che giorno è?" Chiese cercando di raggruppare le idee.

"3 giorni Hermione, il professor Silente ha mandato Fanny a cercarti poco dopo che il tempo è ricominciato a scorrere e tu non eri tornata. Oggi è il 21 di Giugno. Ricordi cosa ti è successo?" Domandò sistemando gli occhiali con fare stanco.

"Malfoy e la Hornby mi hanno teso una trappola prima che partissi. Hanno provato ad uccidermi e la giratempo deve essersi rotta. Credevo di essere morta, l'ho sentito mentre pronunciava l'incanto dell'anatema che uccide e poi tutto si è fatto nero. Non potevo reagire il mio corpo non rispondeva e mi sentivo galleggiare nell'aria." Confessò mentre le mani le prudevano di rabbia e umiliazione.

"Dovevo capirlo che era successo qualcosa. Li ho sempre detestati e odiati, all'inizio probabilmente per i nostri dissapori tra case eppure li credevo tutto fumo e niente arrosto, si dice così giusto, non credevo sarebbero arrivati a tanto. Ma per nostra fortuna la giratempo ti ha fatto da scudo e ha cercato di riportarti indietro ma probabilmente il suo potere era troppo debole tanto da perdervi nello spazio tempo." Concluse cercando di non esagerare con le informazioni.

"Harry? Ron? Cosa sanno della mia lontananza?" Chiese subito pensando hai suoi due migliori amici che aveva rivisto di sfuggita poco prima.

"Quasi nulla, non sapevamo bene cosa sarebbe potuto essere credibile, e non eravamo preparati a tutto questo. Nessuno doveva accorgersi della tua assenza. Abbiamo pensato di evitare il discorso fino al tuo ritorno. E tu stessa potrai scegliere cosa rivelare." Concluse la sua insegnante con fermezza ed orgoglio.

Eppure c'era un ultima domanda che premeva nella mente della riccia, ma non riusciva a farla uscire dalle sue labbra, forse principalmente per vergogna. Ma la sua professoressa era troppo intelligente e sapeva bene in cosa consisteva. Così dopo gli svariati tentativi di Hermione di far uscire la voce dalla sua gola le rispose sinceramente.

Deal With God. {Tom Riddle+Hermione Granger} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora