XXVI - Scolorita.

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"10 Marzo 1943."

Hermione aprì gli occhi urlando dopo l'ennesimo incubo. Per prevenzione aveva messo un'incantesimo silenziatore sul suo letto per evitare che le sue compagne si svegliassero ogni volta per colpa sua all'inizio ma non era bastato. Così aveva iniziato ad usare la sua stanza singola.

Non riusciva più a comprendere cosa le succedesse ogni volta che chiudeva gli occhi. Non riusciva più a distinguere gli incubi con la realtà, io ogni momento della giornata ormai le rivenivano in mente, e li sognava anche quando era sveglia. Stava impazzendo letteralmente. Tutti si erano accorti di quel cambiamento, le sue amiche erano molto preoccupate e vederla chiudersi nella sua nuova stanza tutta sola faceva male, ma se loro lo erano Tom non era da meno.

Molte volte in quel mese mentre camminava per i corridoi la realtà si era confusa col sogno, aveva visto il suo Harry in fondo al corridoio che la guardava con disgusto, lei provava a raggiungerlo per spiegare e chiedere il suo perdono. Ma come una trappola più si avvicinava a quell'ombra più lui si allontanava. E ormai lo vedeva in ogni momento, in classe, in Sala Grande, sulle sponde del Lago Nero e nella Foresta Proibita. Sempre con la sua espressione delusa e orripilata.

Per quanto Hermione cercava di comportarsi normalmente non poteva nascondersi a lui, così aveva iniziato ad allontanarlo. Nonostante lui cercava di contrastare la sua volontà testardamente e nonostante la sua corazza fosse stata scalpita dal comportamento di lei. Lui non era di certo stato completamente sincero con lei, ma poco importava visto che le sue ricerche erano a un punto morto. E stranamente non gli importava, voleva solo comprendere cosa succedeva a quella dolce ragazza che gli faceva battere il cuore. Non si lasciava più toccare ormai da settimane, non si lasciava baciare e neanche avvicinare. Ogni volta che lo vedeva e che lui chiedeva di passare un pò di tempo insieme lei inventava scuse su scuse.

Hermione dopo l'ennesima visione si era rifugiata nel bagno delle ragazze, seduta con le gambe al petto e con gli occhi vitrei. Tom l'aveva seguita come al solito ed ora la osservava dall'alto.

"Cosa diavolo ti prende?" Chiese nervoso.

La riccia non lo guardò neanche.

"Smettila." Sillabò lui afferrandole il viso per le guance costringendola a guardalo.

Ringhiò irato prima di lasciare di scatto il suo volto.

"Ti ho promesso di non leggere più la tua mente, ma non puoi davvero pensare che mi lascerò trattare in questo modo da te. Al diavolo." Urlò lui.

"Bene." Rispose solamente lei prima di alzarsi e dargli le spalle.

"Stammi lontano da questo momento Granger." Rispose lui mentre la vedeva avviarsi verso la porta.

Lei si fermò di colpo con il corpo tremante, mentre il suo cuore andava in pezzi. Lo amava. Ma non ce la faceva più, si sentiva svuotata e persa. Ma se per alleviare quel senso di colpa doveva lasciarlo lo avrebbe fatto. Così uscì dal bagno lasciandolo lì.

Tom guardò le sue spalle tese che scomparivano oltre la porta mentre la rabbia lasciava posto alla delusione e alla tristezza. Era deluso per aver dato fiducia a lei. Triste perché non voleva che finisse la loro storia. Sentì qualcosa di fresco scorrere sul suo viso, passò le dita sul suo volto scoprendo solo allora di una lacrima solitaria. Erano anni che non piangeva, anni che non si lasciava scalfire dai sentimenti. Ed ora si sentiva uno stupido illuso, credeva finalmente di poter lasciare entrare qualcuno nella sua vita e ne era rimasto ferito. Patetico. Avrebbe dovuto ascoltare Malfoy, concentrarsi sul suo obbiettivo e lasciarla stare prima di esserne troppo coinvolto. Quante volte lui gliela aveva detto.

Deal With God. {Tom Riddle+Hermione Granger} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora