XVI - Specchio delle mie brame.

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"24 Dicembre 1942."

Quella mattina Tom Riddle si svegliò in ora tarda, come non gli era mai accaduto prima. Dopo essersi preparato si era diretto velocemente in biblioteca per completare le sue ricerche. Nonostante cercasse da qualsiasi parte non riusciva mai a trovare qualcosa di specifico sulla famiglia di sua madre.

Per quanto avesse cercato in qualsiasi libro, la minima traccia di un albero genealogico, niente ancora affiorava. Era stato uno shock per lui scoprire che la sua magia non proveniva da suo padre ma da sua madre. Si chiedeva spesso come, nonostante la nobile e potente famiglia da cui proveniva, era potuta morire durante un semplice parto sporcando il suo sangue-puro. Patetica.

Si alzò per poi dirigersi verso il settimo piano, forse li avrebbe trovato qualcosa.

Tom amava la Stanza delle Necessità.

Amava il fatto di poter finalmente rimanere completamente solo, senza il rischio di visite.

Amava il fatto che la stanza, come una servitrice devota, gli desse tutto ciò di cui aveva bisogno.

Ma oltre ogni modo amava gli oggetti che si potevano trovare; uno tra tutti.

Lo Specchio delle Emarb.

Passava ore a guardare quel riflesso, a guardare se stesso circondato dall'intero Mondo Magico. Acclamato e temuto da chiunque. Come un Dio che guarda dall'alto coloro che lo adorano. Vedersi potente e immortale.

Ricordava perfettamente, come solo pochi anni prima aveva scoperto quella stanza, per pura casualità.

"Voglio stare solo." Si era ripetuto passando in quel corridoio stizzito. Ricordava come si era fermato davanti all' Arazzo di Barnaba, il Babbeo bastonato dai troll, e lo aveva guardato con disgusto.

Ma poi dal nulla era apparsa quella porta.

Entrando aveva trovato un magazzino infinito, pieno di oggetti di qualsiasi tipo ed uso. Aveva passato tutta la notte a curiosare. Finchè non l'aveva visto lì, coperto da un lenzuolo sudicio come a sminuire il suo inestimabile valore.

Aveva guardato quell'intagliatura curioso;

"Erouc li am otlov li ottelfir non."

E lui l'aveva visto, il suo desiderio di rivalsa e conquista. L'unico che potesse comprendere a pieno i suoi desideri. Una magra consolazione al quale si era aggrappato per ricordarsi bene i suoi obbiettivi.

Ma ora guardando quello specchio, voleva solo distruggerlo insieme all'intera stanza.

Voleva distorcere l'immagine che gli si presentava, voleva che quel viso scomparisse infrangendosi in mille pezzi. Non sapeva perché oltre ai libri che potevano essergli utili la stanza aveva evocato anche lo specchio. Ma era una domanda semplice quanto patetica, perché nonostante i suoi sforzi per una manciata di secondi fermo davanti all'Arazzo aveva pensato come sempre a lei.

La vedeva li. Hermione Granger. Sorridente al suo fianco mentre passeggiavano come la più patetica delle coppie. Mentre quegli occhi ambrati brillavano quando lo guardava, come quelle labbra si incurvavano in un sorriso da mozzare il fiato. Mentre gli stringeva la mano e rideva per qualcosa che lui aveva detto. Bella come sempre, i riccioli dorati che le ricadevano in una cascata fluida sulle spalle. Il portamento regale ed elegante al pari del suo. E poi vedeva se stesso. Sorridente come non mai, che rideva e scherzava come un ragazzo comune. Lui che non staccava neanche per un secondo il suo sguardo da lei. Lui che la stringeva come l'oggetto più prezioso di questo mondo.

Sapeva di volerla, ma non credeva fino a questo punto. Non poteva immaginare che la sua curiosità si sarebbe trasformata in un ossessione, che gli avrebbe annebbiato da prima la mente e poi il cuore. Sì, perché ora ne aveva la conferma. La desiderava anche con il suo cuore.

"Non rifletto il volto ma il cuore."

Come era potuto accadere, continuava a ripetersi. Come in pochi mesi quella ragazzina era potuta arrivare così affondo. Eppure per quanto provasse disgusto per quella visione ne era al con tempo ammaliato. Non l'aveva mai vista così raggiante. Non con lui. E più continuava a guardare più desiderava godere di quell'espressione dal vivo. Sapeva che quello specchio era capace di avvelenare le persone, facendo modo che i loro desideri diventassero ancora più profondi.

Così nonostante i rischi si sedette lì a guardare quelle immagini che però cominciarono a mutare.

La seconda immagine che vide fù molto meno casta rispetto alla prima. La vedeva lì sotto di lui, completamente nuda. Vedeva un intreccio di coperte a nascondere le parti intime. Mentre lui la faceva sua. La vedeva lì con gli occhi accesi di eccitazione mentre graffiava la carne della sua schiena. La vedeva contorcersi dal piacere sotto il suo tocco e le sue stoccate di bacino. Mentre affondava in seguito le mani nei suoi capelli e lo baciava. Vedeva come lei arpionava le gambe in modo da aiutare il loro contatto.

Dovette distogliere poco dopo lo sguardo sentendo i suoi pantaloni diventare dolorosamente stretti mentre stringeva i braccioli di pelle della sua seduta. Ringhiò.

Doveva cancellare quell'ossessione. Doveva fare in modo di tornare sulla strada originale. Doveva e l'avrebbe fatto. Pensò prima di abbandonare la stanza velocemente.

Hermione Granger sbuffava annoiata nel suo lettino. Patetica, si diceva. Non bastava essere lontana dalla sua famiglia, no. Doveva anche passare la vigilia sola in infermeria. Sola con i suoi pensieri. Neanche i suoi amati libri erano riusciti a svagarla.

Nonostante la paura della sera prima era ancora intenzionata a risolvere la questione da sola. Poteva farlo lo sapeva. Dopotutto ormai era abituata a rischiare la vita o peggio ancora l'espulsione. La sua inclinazione a mettersi nei guai dopotutto aveva avuto il piacere di costatare era ancora con lei. Ma ora sapeva che a minacciarla era una donna. Il che, pensò innervosita rappresentava il 50% degli studenti. Quel dettaglio non era abbastanza. Ma ora poteva aggiungere le sue memorie. Perché ora ricordava perfettamente. Era stata schiantata. Così si era ferita contro il masso.

E poi c'era la questione Riddle, non di minore importanza. Sapeva che ormai non era più una missione, sapeva che i suoi ostinati tentavi non avevano più quella motivazione primaria. Lei voleva davvero stargli vicino e da quello che aveva potuto costatare anche lui. Tra loro c'era un alchimia e un attrazione spaventosa. Non sapeva però se per lui fosse solo ed esclusivamente quello. Solo un bel corpo. Sapeva i suoi personali punti di vista, ma non quelli di lui. Lui era troppo enigmatico perfino per la sua mente brillante. Ma aveva compreso di non essergli indifferente.

Da come gli aveva detto stesso Druella, lui non aveva mai regalato particolari attenzioni, ansi proprio nessuna. Per le sue amiche lui aveva un interesse profondo e quasi sfacciato per lei. E quello lo aveva compreso con i loro baci bollenti. Merlino se solo non fossero stati in infermeria due sere prime poteva solo immaginare cosa sarebbe successo, si diceva arrossendo al solo pensiero.

Ed ora lì sdraiata su quel lettino voleva solo che lui, che non si era fatto vedere per l'intera giornata, entrasse da quella porta. E come un desiderio di Natale, lui entrò, mentre l'orologio rintoccava la mezzanotte.

Deal With God. {Tom Riddle+Hermione Granger} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora