XVII - Santi e Peccatori

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"25 Dicembre 1942."

Nonostante i suoi tentativi di stare lontano da quel' intera ala del Castello, ci si era trovato proprio davanti. Si era guardato un po' intorno prima di ringhiare e spingere la pesante porta. L'aula era completamente vuota a parte il letto della ragazza.

Gli si era avvicinato a passo felpato, e come i giorni precedenti era lì, sdraiata tra le coperte. Tom non aveva mai visto niente di più bello.

Il viso candido e contornato da qualche chiara lentiggine era rilassato angelicamente, le labbra rosee leggermente socchiuse. Le lunghe ciglia scure le contornavano gli occhi creando una leggera ombra. I boccoli dorati elegantemente appoggiati ai lati fino alle spalle. Una dea ecco come appariva in quel momento così calma ed eterea. Peccato, sbuffò, che quando era sveglia era il completo contrario. Avvicinò incantato una mano, accarezzandole lo zigomo dolcemente.

La riccia sotto quel tocco così freddo rabbrividì, ma nonostante la sua temperatura, allo stesso tempo così piacevole. Aprì lentamente gli occhi ancora assonata, trovando quel verde bosco, che tanto amava. Sorrise leggermente prima di richiudere gli occhi e spingere il viso verso il suo palmo. Sapevo che prima o poi lo avrei sognato, si disse. Non voglio svegliarmi continuò. Ma poi sentì qualcosa di morbido premere sulle sue labbra. Riaprì gli occhi trovando ancora quello sguardo e istintivamente arrossì, lui era davvero lì.

Tom stava impazzendo. Le labbra della ragazza erano così calde e morbide. Il suo profumo inebriante. Non gli bastava più. Così le passò la lingua sul labbro superiore, con studiato languore, facendola gemere, per poi infiltrarla nella bocca della ragazza, che lo lasciò fare ipnotizzata.

Il loro bacio era rovente al contrario delle sue dita che continuavano ad accarezzarla, la sua lingua giocava con quella della ragazza, e che lentamente stava risvegliando un desiderio violento e pieno di passione. Quando si staccarono, entrambi senza fiato, Hermione abbassò lo sguardo imbarazzata risvegliandosi di colpo da quel torpore. Lo sentì ridacchiare il che gli fece alzare lo sguardo per fulminarlo. Ma quando lo guardò notò che quel sorriso non era di scherno, ma sincero.

"Cosa ci fai qui?" Gli chiese la mora in un sussurrò riacquistando la facoltà di parlare.

"Avevo voglia di metterti in imbarazzo." Disse sorridendo lui.

"Bene, lavoro compiuto Riddle." Rispose lei mentre le sue guance ancora scottavano e lui ridacchiava in risposta.

"Oggi non ti sei fatto vedere." Constatò lei ad alta voce.

"Ti sono mancato per caso Granger?" Ghignò.

"Io volevo dirti che ora ricordo." Buttò lì la mora.

"Bene, ma non hai risposto alla mia domanda." Disse lui sorridendo, la ragazza lo guardò mentre il suo cuore cominciava a battere furiosamente.

"Io. Mi hanno schiantata," Continuò cambiando discorso. L'espressione di lui in pochi secondi mutò. La mascella si tese mentre il suo sguardo si infuocava di rabbia pura.

"Chi?" Disse seccamente.

"Io non lo so, non l'ho visto." Rispose tremante.

Lui la guardò per qualche secondo prima di accennare ad andarsene.

"Tom." Lo richiamò lei. Il ragazzo si voltò con ancora un chiaro nervosismo stampato sul volto.

"Resta con me." Gli sussurrò tremante abbassando lo sguardo. Non voleva che se ne andasse, non voleva passare la notte di Natale da sola.

Lui la guardò per pochi secondi prima di scuotere leggermente il capo e muovere qualche passo di nuovo verso di lei. Mentre desiderava solamente che lei alzasse lo sguardo.

"Perché?" Le chiese ormai davanti il suo letto.

"Non voglio restare sola." Rispose incontrando finalmente i suoi occhi. Tom indagò per pochi secondi sulla sua risposta fin troppo schietta.

"Non ci provare. Sai che è la verità." Disse duramente la ragazza.

In risposta lui sorrise avvicinandosi al bordo del letto.

"Promettimelo." Disse mentre lui si sedeva al suo fianco e lei gli faceva posto.

"Cosa?" Chiese angelicamente lui.

"Non fare il finto tonto. Promettimi che non tenterai mai più di leggere la mia mente." Disse guardandolo fisso negli occhi.

"Te lo prometto." Rispose lui con voce sincera.

Lei gli sorrise prima di appoggiare il capo sulla sua spalla. Lui a quel contatto si bloccò di colpo. Non era abituato a una simile dolcezza così spontanea. Ma pochi secondi dopo ,ormai inebriato dal profumo della riccia, non poté evitarsi di stringerla più vicino. Notando del rossore improvviso sulle guance di Hermione che lo fece sorridere istintivamente. Mentre sul volto della ragazza nasceva un espressione serena.

Aveva dormito molte notti abbracciata ad Harry, ma mai aveva sentito quel tipo di calore e spensieratezza. Come se il mondo intero potesse anche esplodere e lei sarebbe morta felice, tra le braccia dell'unico uomo di cui mai avrebbe dovuto innamorarsi. Perché lei ormai lo sentiva, sentiva il cuore battere troppo forte con lui, per qualsiasi tipo di attenzione o contatto minimo. Lo aveva capito in quel bacio così rovente. Non aveva mai provato delle emozioni simili al punto che i suoi precedenti sentimenti per Ron valevano meno di zero. Sapeva che avrebbe dovuto evitarlo, lei doveva essergli amica, impedirgli di diventare Voldemort, così ne sarebbe stata fin troppo coinvolta. Non poteva rischiare di essere condizionata. Ma ora ormai quei propositi erano fin troppo deboli per evitarle di provare qualcosa per lui. E tra quei pensieri cadde nelle braccia di Morfeo.

Il ragazzo si ridestò alle luci dell'alba, mentre i raggi del sole gli solleticavano gli occhi. In un primo momento rimase confuso, sole? Da quando si intravede il sorgere del sole dalla sua stanza nei sotterranei? Istintivamente aprì gli occhi guardando alla sua destra dove sentiva un peso estraneo. Solo allora completamente lucido sorrise istintivamente. Hermione dormiva placidamente sulla spalla del ragazzo con un espressione serena. Continuò a guardarla finché lentamente anche lei aprì gli occhi, trovandosi il volto del ragazzo a pochi centimetri dal suo. Le guance le si scaldarono sotto lo sguardo intenso del ragazzo mentre un ghigno si dipingeva sulle sue labbra, prima di stringerla ancora di più verso di lui. Hermione sorpresa da quel movimento brusco produsse un urletto che fu prontamente bloccato dalle labbra di Tom. Mentre la spingeva sempre di più verso di se. La ragazza dopo pochi secondi si sciolse rispondendo al bacio con ardore al pari di lui, che la sovrastò in pochi attimi senza interromperlo. La ragazza sentì subito qualcosa strofinarsi sulla sua coscia, e boccheggiò al solo pensiero mentre istintivamente si muoveva di conseguenza accentuandolo. Ma lui improvvisamente si allontanò ghignando. Mentre la ragazza lo guardò da prima confusa e poi indignata per il suo sguardo beffardo.

"Stronzo." Sillabò irata.

"Buon Natale anche a te Granger." Disse scoppiando in una fragorosa risata mentre si alzava e rimetteva le scarpe per poi imboccare l'uscita.

Solo quando lui fù uscito sciolse l'espressione seria che si era dipinta, per lasciarsi andare ad un espressione divertita mentre la sua risata le risuonava ancora nelle orecchie.

La ragazza fù libera di andar via dall'infermeria solo qualche ora dopo. Camminava per i corridoi deserti con un sorriso stampato sul volto. Nonostante non avesse niente per cui essere così allegra non riusciva a togliersi quell'espressione. Aveva dormito con lui.

Rientrò in Sala Comune e velocemente si diresse verso la sua stanza, la sua prima intenzione era una lunga doccia, ma aveva desistito per un unico motivo. Aveva ancora il suo profumo addosso, lo sentiva ad ogni respiro, non voleva assolutamente privarsene. Entrando nella sua camera aveva trovato molti pacchetti sul letto. Aveva sorriso e li aveva scartati dal primo all'ultimo trovando oggetti di qualsiasi tipo. Libri, vestiti e dolci. Ma quando ebbe finito si ricordò dell'altro pacchetto nella sua borsa. Aprì delicatamente il regalo di Mauriel, che si rivelò essere un bellissimo pendente di lega nera con un brillante blu. Rimase confusa da un regalo tanto personale ma comunque ne fu molto entusiasta, indossandolo. Ma dopo poco iniziò ad agitarsi. Lei non aveva fatto alcun regalo a nessuno. Non ne aveva avuto il tempo. Così dopo essersi vestita pesantemente aveva afferrato il sacchetto di Galeoni che Silente le aveva lasciato prima di partire. Non aveva ancora speso neanche uno Zellino. Sorrise ed uscì dalla sua stanza.

Deal With God. {Tom Riddle+Hermione Granger} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora