XI - La gelosia è infima.

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"18 Dicembre 1942.
Major Hall."

Hermione, in quel periodo era più distratta del solito. Sempre taciturna, incastrata in letture dispotiche,  perfino le sue amiche se ne accorsero, notando quel assenza che aumentava giorno dopo giorno.

"Herm. Stai bene?" Le chiese Eileen.

"Io, certo." Rispose la riccia cercando di essere il più convincente possibile rilassando il viso.

"Non sembra." Constatò ancora la sua amica, poco convinta.

"Sul serio, sono solo stanca." Rispose sorridendo.

"Se lo dici tu." Continuò la Serpeverde.

La riccia continuò ad ascoltare Dorea, mentre raccontava logorroicamente,  il suo appuntamento con Charlus, distrattamente. Guardava, o meglio fissava, quel posto ormai sempre vuoto. Da quella sera lui aveva ripreso ad ignorarla e lei, aveva deciso di lasciarlo fare. Non lo avrebbe obbligato di certo, anche se quella lontananza ora la sentiva più intensamente, con leggera umiliazione e forse altro. Anche durante le ronde, avevano deciso di dividersi per fare più in fretta, e non parlavano se non per parole di cortesia necessarie. Sentiva di aver rovinato tutto. "Stupida." si era detta tante volte mentre sentiva quel dolore al petto.

Finita la cena Hermione si alzò per tornare al dormitorio con movimenti efferati.

"Hermione." Venne chiamata per i corridoi.

"Ciao Mauriel." Salutò lei il Corvonero.

"Io, mi chiedevo se domani avessi da fare." Le chiese imbarazzato.

"Io, no, non credo." Rispose indecisa.

"Vorresti venire ad Hogsmeade con me? Ci prendiamo una burro-birra." Le chiese mostrando la sua dentatura brillante, incorniciata da un sorriso smagliante.

"Cero, perché no." Rispose lei ricambiando il sorriso.

"Bene, allora ci vediamo domani." Rispose lui felice, ma il suo sguardo mutò in un batter di ciglia, quando guardò alle sue spalle.

"Certo." Rispose lei confusa e accigliata.

"Riddle." Disse il ragazzo, in un saluto scortese prima, di allontanarsi.

"Prewett." Sentì dire alle sue spalle da una voce roca, che lei, conosceva fin troppo bene.

Senza voltarsi continuò verso il dormitorio. E per un attimo pensò di avercela fatta, quando intravede il passaggio, ma la sua marcia fu interrotta; si sentì afferrare e spingere verso una classe.

Con sguardo di fuoco si voltò verso il suo rapitore, trovandolo ad un palmo dal viso. Indietreggiò imbarazzata, prima di cercare di riacquistare un minimo di freddezza.

"Granger." La richiamò lui. Lei lo ignorandolo, cercò di superarlo per uscire dalla stanza, ma lui le sbarrò il passaggio.

"Granger, non evitarmi." Sentì dirgli. E quello mandò al diavolo i buoni propositi di Hermione. Come una furia si voltò, con uno sguardo estremamente raro, per la dolce Grifondoro.

"Io-, io ti sto evitando?" Chiese sarcasticamente avvampando di rabbia.

Lui non rispose, si avvicinò a lei, le prese il viso facendo scontrare le loro bocche.

Hermione rimase gelata sul posto, sentiva lui cercarla, spingerla a partecipare a quel bacio. Ma lei, subito si staccò, spingendolo con forza mentre recuperava fiato. Alzò una mano automaticamente, e senza riuscire a fermarsi, colpì il suo viso violentemente.

Deal With God. {Tom Riddle+Hermione Granger} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora