XXXVII - Mi dispiace Hermione.

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"20 Giugno 1997."

"Poppy ci sono novità?" Chiese la strega avvicinandosi frettolosamente.

"No, Minerva. Stà ancora dormendo. Credo che abbia perso troppa forza durante il viaggio." Disse l'infermiera mentre le cambiava la fasciatura sulla coscia.

"Un lungo viaggio." Concluse la strega sospirando al capezzale della sua alunna migliore.

Ormai erano due giorni interi che Hermione era distesa su quel letto incosciente, fisicamente era tutto apposto non contando il profondo taglio, sembrava che lo stato comatoso fosse legato più alla sua psiche. Come se lei rigettasse la propria esistenza e non volesse aprire gli occhi. A volte i suoi tentativi erano stati più forti e pesanti, spingendosi anche a tentare uno stato di apnea, ma Madama Pomfrey era sempre stata presente e grazie ad alcuni incantesimi aveva evitato il peggio.

Era stato Silente, nelle fredde giornate di Novembre, ad intuire che forse l'unico modo ormai per tentare un salvataggio di fortuna era mandare l'unica che potesse viaggiare nel tempo senza problemi, o meglio qualcuno, la sua piccola Fanny. L'animale leggendario si era messo subito alla ricerca proprio come gli era stato richiesto, aveva viaggiato per miglia in quei fasci arricciati e paralleli che costituivano il tempo. In quei tunnel a volte luminosi e variopinti ed altre volte bui e neri.

E dopo tutta quella strada, fidandosi solo del suo istinto, l'aveva trovata lì a galleggiare in sospeso tra chissà quali delle tante epoche o delle tante dimensioni. L'aveva chiamata avvertendola del suo arrivo ma la ragazza la aveva ignorata di sana pianta. La creatura allora era stata costretta ad afferrarla con la forza e con la tenacia che solo una animale del suo calibro poteva detenere e nonostante le inutili proteste l'aveva salvata dal baratro.

Era stata una tortura aspettare tutti quei mesi per i suoi insegnati, nella speranza che trovasse la giusta via, e quando quel 18 Giugno lei e Fanny avevano fatto rientro era sembrato come uno dei più bei doni ma l'entusiasmo venne subito sostituito dall'orrore per il modo in cui venne rinvenuta. Per pura fortuna erano riusciti ad evitare il panico, tenendo all'oscuro gli studenti e soprattutto due precisi Grifondoro che ormai da più di 10 mesi non facevano altro che chiedere di lei e della sua partenza improvvisa. Tenere a bada Weasley era stato il compito più semplice ma Potter conosceva fin troppo bene Hermione e sapeva, era convito, che lei non sarebbe sparita in quel modo, non in un periodo così delicato. Nonostante avrebbero voluto informare i suoi più cari amici, alla fine decisero di attendere il risveglio della ragazza che però attardava ad arrivare.

Per Minerva non era difficile comprendere le sofferenze che aveva potuto affrontare, le bastava fare affidamento su quei ricordi della sua giovinezza. Ricordava che quando Hermione arrivò venne subito notata da tutti. Era estremamente brillante e intelligente, per una ragazza come lei era una degna rivale nell'eccellenza dei propri risultati accademici. Avevano parlato pochissime volte forse durante la lezione di difesa contro le arti oscure o forse a trasfigurazione. Ricordava perfettamente quando circolò lo scoop generale sul suo impegno con Tom Riddle. Già dai tempi della scuola quel ragazzo non le era mai andato a genio, era troppo furba lei per farsi ingannare dalla sua facciata da studente modello e con gli anni le sue sensazioni avevano preso forma. Eppure c'era stato un momento un cui quel ragazzo le era parso normale e spensierato, un momento di privacy che Minerva aveva violato involontariamente. Era un giorno di pioggia, lo ricordava bene, aveva sempre odiato la pioggia e l'umidità tanto che quel giorno dopo l'ultima lezione stava cercando di rientrare velocemente nella torre ma per via delle sue mansioni di Prefetto si era dovuta intrattenere all'ingresso, stava per filare via dietro l'angolo quando sentì due risate cristalline echeggiare nell'aria. Poco dopo i proprietari delle due voci correndo fecero il loro ingresso nell'atrio nascosti sotto un mantello che avevano utilizzato per sfuggire allo scrosciare dell'acqua divenuto più intenso mentre continuavano a ridere divertiti. Solo poco dopo quando si tolsero il mantello potè vedere i loro volti; I due Prefetti di Serpeverde. Erano completamente inzuppati ma non se ne curavano affatto, continuavano a guardarsi negl'occhi ridendo tra loro con una serenità disarmante. Quando vide i loro visi avvicinarsi voltò il viso imbarazzata e corse via il più silenziosamente possibile ma con un sorriso stampato sulle labbra dalla scena più dolce che avesse mai visto, si sentiva perfino in colpa di essere stata presente. Quel momento era loro e lei si era sentita come se lo avesse oltraggiato, ma doveva ammettere che non aveva mai visto nulla del genere e ne era segretamente felice.

Deal With God. {Tom Riddle+Hermione Granger} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora