14 - tulipani

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《Ti ripeto che era qui》indico il divano e prendo dell'altra pasta.

《È strano. Non riesco a inquadrarlo》
tamburello le dita sul tavolo. Nemmeno io capisco Samuel.

《Io e te abbiamo ancora un discorsetto in sospeso signorina》ridacchio sapendo benissimo a che cosa si sta riferendo Lyla. Il suo tono è identico a quello che usa mia madre quando mi rimprovera.

《Sono tutta orecchi》mi porto le mani proprio all'altezza delle orecchie e le sposto in avanti sembrando Dumbo.

《Devi controllarti di più, lo dico per il tuo bene. Questa volta c'era Samuel, ma se la prossima volta non ci fosse nessuno? Non voglio che tu stia male, ciò che hai subito è già troppo》poggia la mano sopra la mia e la stringe. Ripenso ai primi giorni di lutto, Lyla è l'unica ad essermi stata vicina sul serio, ha passato le notti a casa mia guardandomi piangere tutte le lacrime che avevo. Non mi ha mai lasciato sola. Se non ci fosse stata lei probabilmente non sarei qui ora. Mi ha dato la forza di rialzarmi.

Mi alzo in velocità e mi getto fra le sue braccia, che mi accolgono calorose e familiari.

《Lo sai, avrò sempre due fratelli e una sorella》mi passa su e giù la mano sulla schiena e riesco solo a pensare a quanto io sia fortunata a conoscere una ragazza così, avrebbe potuto benissimo lasciarmi nel dolore senza intervenire, invece c'è sempre stata. Ora mi sento quasi in colpa a non condividere tutto con lei: non sa nulla dei messaggi anonimi, né di ciò che mi è successo con Ethan, ma forse è meglio così. Non voglio farla stare male o in ansia per me, non avremmo diciotto anni per sempre, non posso permettermi di assoggettarla a me, deve vivere la sua vita, come io la mia.

《A che ora hai detto che arriva?》sollevo la mano mostrando tre dita e sbuffo. Prima un insegnante mi ha fermato e mi ha detto che secondo lui ho fatto progressi, lo vede dal mio sguardo. Contento lui, non sapevo che nel nostro college ci fossero professori che leggono la mente.

《Meglio che vada allora, vuoi uscire a cena con me stasera?》rifletto un momento ma rifiuto.

《Volevo andare a trovare Matthew》Lyla annuisce sorridendomi. Ha già capito tutto.

《Se poi avessi bisogno, chiamami. Sai che ci sono》la ringrazio e se ne va dopo avermi aiutato a sprepare. Sento di dover andare da Matthew anche se lui è sempre con me.

Qualcuno bussa alla porta e l'orologio segna le tre.

《Entra》urlo e Samuel è nella stanza dietro di me in un lampo. La sensazione di calore che emana il suo corpo è paragonabile ad una stufetta. Ma non ho intenzione di dargli alcuna soddisfazione. Non mi volto nemmeno e torno a sedermi sul tavolo aspettando che lui faccia lo stesso. Non dimentico così facilmente, ed il suo carattere lunatico e bipolare non è certo un punto a suo favore.

Voglio fare il lavoro con lui velocemente. Parto in quarta dimostrando che so le cose. Magari potremmo terminare a breve questa sorta di ripetizioni.

Samuel mi lancia occhiate continuamente ma faccio finta di non vederle.
《Domani vieni da me》spalanco gli occhi. Non sono mai stata da lui a studiare. Mi mordo il labbro inferiore indecisa sul da farsi. Magari avrei l'opportunità di conoscere il suo misterioso compagno di stanza. Forse potrebbe spiegarmi che problemi ha il qui presente ragazzo.

《Va bene, ora però avrei una commissione da fare》non voglio mandarlo via ma è questo l'obbiettivo. È pur sempre gentile con me oggi.

《Io rimango ad aspettare Patty, arriva fra cinque minuti》annuisco, non ho tempo di rimanere a controllarlo. Si alza andando sul divano e accende la televisione. L'avrà fatto centinaia di volte, stanno insieme dalle superiori o almeno così dice Patty.

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