20 - la finestra

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Apro un occhio alla volta sbadigliando, mentre la luce fioca si fa largo sotto le mie palpebre. Percepisco qualcosa che mi stringe intorno alla vita così sposto le lenzuola, ma la presa non diminuisce. Talvolta mi capita di arrotolarmi le coperte addosso e di rimanere incastrata, questa volta però non è così.

Ciò che mi stringe è un braccio, più precisamente quello di Ethan. Cerco di allontanarmi ma non molla la presa. Anche le nostre gambe sono intrecciate e mi arrendo all'idea di potermene andare. Afferro le coperte che ho appena spostato e mi ricopro.

Il contatto con il suo corpo, diversamente da ieri sera, non è freddo. Mi abbandono alla pace del momento prima di farmi prendere da mille paranoie. Faccio aderire la mia schiena al suo petto e un'ondata di calore si irradia su tutta la mia pelle. Sento le farfalle nello stomaco, o forse sono conigli saltellanti, non saprei. È una sensazione davvero spettacolare che è fantastico provare di prima mattina. Di solito ce l'ho col mondo, ma ora sono davvero tranquilla.

Non ricordo che cosa sia successo, era andato a cambiarsi con i vestiti di Nicholas e io mi sono stesa a letto e addormentata. Non gli ho dato il permesso di dormire qui, con me, nel mio letto, poteva solo rimanere.

Poggio la mano sopra la sua accarezzandogli le dita affusolate, dalla presa decisa sul mio corpo. Traccio delle linee lungo il dorso della mano osservando le vene risaltare sull'avanbraccio. Rimango completamente in silenzio e sento il suo respiro leggero ad intermittenza, sono quasi sicura che abbia i miei capelli in faccia, strano che non si sia soffocato. Essendo dalla parte opposta del letto, rispetto a quella in cui dormo di solito, non ho accesso al cellulare né posso girarmi per controllare l'ora nella sveglia.

《Nicholas!》sento un urlo di mia madre risuonare nel piano. Poco dopo i passi si fanno più pesanti e capisco che sta salendo le scale, chissà cos'avrà combinato mio fratello.

Mi rendo conto in pochi secondi di non aver chiuso la porta a chiave.

Gli muovo la mano e poi faccio lo stesso con le gambe, ma non fa altro che mugugnare piano e muoversi di poco. Mi svincolo leggermente dalla stretta e mi volto faccia a faccia con lui. Non posso schiaffeggiarlo, non è educato. Gli porto le mani al viso e muovo le guance creando espressioni buffe che mi fanno ridacchiare. Ha il sonno davvero pesante.

Mi stringe di più avvicinandomi a sè e mi ritrovo a pochi centimetri da lui, tanto da poter sentire il respiro scontrarsi sul mio viso. Abbasso leggermente la testa fino a ritrovarmi fra il suo collo e la mascella, non è una posizione troppo comoda.

《Ethan, Ethan》lo chiamo piano picchiettando sul suo petto con insistenza.

《Cosa c'è?》bisbiglia altrettanto piano tenendo gli occhi chiusi.

《Stai dormendo con me, e mia madre sta per arrivare》apre un occhio guardandomi e poi spalanca anche l'altro. Sorrido come un ebete e lui si allontana leggermente, accorgendosi di trattenermi con molta forza.

《Ho chiuso la porta a chiave》sposta un braccio sotto il capo espirando e mi sento immediatamente sollevata, ma anche vuota.

《Cos'è successo?》chiedo guardandolo, e che dire, è bello pure di mattina. La mascella ben definita, i suoi occhi azzurri spiccano sull'incarnato chiaro ed i capelli ricadono spettinati sulla fronte. Io sembrerò di sicuro uno zombie.

《Stavi dormendo, e non appena mi sono seduto vicino a te mi hai stretto la mano, e poi ero stanco anche io》ridacchia e ripenso a come sia strano che io abbia cercato un contatto. Cerco la sua mano, forse per vedere com'è o perchè lo desidero davvero, e la stringo e lui fa lo stesso muovendo il pollice sul dorso della mia.

Ieri non avrei mai pensato che avrei potuto finire così, non lo odiavo, ma lo vedevo molto lontano da me. Ora invece mi sento bene qui con lui, anche se siamo così vicini e normalmente mi farei prendere dal panico scappando via.

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