58 - non voglio perderlo

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Avete presente quella sensazione che avete non appena vi svegliate? Quando la pace del mondo sembra avervi inebriato e altro che giardino zen, sembra di essere in paradiso dopo una bella nottata di sano e meritato riposo.
Ok, per me non è così.

Vengo svegliata da un forte profumo di muschio bianco e menta. Normalmente mi lavo con il bagnoschiuma che trovo in doccia, che può essere anche di mio fratello, ma qui al college non essendoci uomini che usano il mio bagno non c'è alcun sapone con quel profumo. Quindi non è il profumo della mia pelle.

Il mistero è svelato in pochi secondi quando apro gli occhi e mi ritrovo una montagna di fronte.

Siamo vicini, troppo, ed ogni mio tentativo di allontanarmi, risulta vano. Il mio caro compagno, infatti, blocca le coperte con il suo peso.
In qualche strano modo è avvolto come un salame. Un salame su una montagna, o una montagna a forma di salame...ok sto delirando di già.

Picchietto sulla sua spalla e in cambio ricevo un mugolio. Insisto e inizia a balbettare.

《Nick non vengo a lezione》peccato che io non sia Nicholas. Ci assomigliamo si, ma non proprio così tanto.

Dopo ciò si gira stendendosi a pancia in giù e portando il viso nella mia direzione. Osservo i suoi lineamenti ben definiti e le labbra piene socchiuse mentre esalano un lieve respiro. Come sempre mi soffermo sui suoi capelli, ribelli e scomposti, scuri come la pece. Gli danno un'aria da duro, ma per me rimane un angelo. Mi trattengo dall'impeto di passare le mani fra di essi e lo sveglio.

《Samuel》lo chiamo per nome, ma rimane in silenzio anche se sono sicura di aver visto i suoi occhi muoversi. Non mi inganni.

《Samuel?》gli poso una mano sulla guancia e spalanca gli occhi. Mi fissa per alcuni secondi interminabili, ancora con il viso schiacciato al cuscino. Batte le palpebre più volte rimanendo immobile.
Chissà a che cosa sta pensando.

《Che ci fai tu sul mio letto?》esclama cercando di allontanarsi da me, ma non fa altro che tirarmi con sè. Porto le mani in avanti respingendolo per evitare di essere schiacciata. Altro che l'abbraccio panino, qui si direbbe che sto per sperimentare la frittata, perché sarò schiacciata sotto il suo peso mastodontico.

《Stai fermo》ridacchio mentre continua a dimenarsi come se avesse appena visto un fantasma. Mi ritrovo sopra di lui con le mani appoggiate al suo petto e le sue attorno ai miei fianchi. Mi fermo a fissare i suoi occhi scuri ancora socchiusi.

《Che ci fai tu qui?》chiede con gli occhi ora spalancati. Scendo dalle nuvole dei miei pensieri e pensandoci bene sono sorpresa quanto lui.

《Non so, non me lo ricordo》chiudo gli occhi cercando di pensare e ricordo di essermi svegliata stanotte per andare in bagno, ma non mi spiego il perché sono qui, non me lo ricordo.

《Quando hai finito di riflettere ti potresti togliere?》che modi scortesi, sono così brutta? Mi sollevo da lui ed alzo le coperte liberandomi del groviglio in cui ero intrappolata. Gli lancio un'occhiataccia e mi siedo a bordo del letto.

《Scusa sai》controbatto infastidita senza capire il motivo del suo comportamento rude.

《Saresti dovuta rimanere su quel letto》seguendo il suo indice
sposto lo sguardo verso il letto disfatto di mio fratello. Non so spiegarmi perché non sono lì, ma qui.

《Non ricordo perché sono qui, forse ero ubriaca》più che un'affermazione suona come una domanda. Mi ricordo della festa e che io e Jasmine siamo andate a salutare le ragazze e sì, devo aver bevuto un tantino di troppo.

《Non ti ricordi ciò che è successo?》si solleva a mezzo busto facendo leva sulle braccia. Scuoto la testa e ricordo come se fosse ieri un momento analogo a questo: la notte passata a casa sua di cui non ho il minimo ricordo.

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