15 - flebo

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《Mi accompagneresti da Samuel?》faccio gli occhi dolci a Lyla che sbuffa.
Si alza dalla sedia facendomi segno di seguirla. Credo di poterlo considerare come un sì.

Usciamo dal dormitorio femminile ed i raggi caldi del sole ci colpiscono in pieno. Uno degli ultimi giorni caldi e soleggiati, poi arriveranno le giornate brevi e buie. Apro la zip della giacca verde petrolio e mi riparo gli occhi dal sole con una mano.

Lyla invece non ama troppo il caldo, ma l'inverno, infatti il suo passo aumenta ed estrae prontamente gli occhiali scuri. La seguo per non rimanere indietro e sono costretta quasi a correre.

Non appena arriviamo nello stabile maschile la mia amica alza gli occhiali da sole e li posiziona fra i capelli corvini. Ci dirigiamo verso l'ascensore vuoto, mentre lei saluta alcuni ragazzi.

《Sei famosa eh》le do un leggera gomitata mentre sorride.

《Ma va, sono tutti nelle nostre classi, solo che tu non ti guardi abbastanza intorno》sbuffo ridacchiando. Il problema non è che non mi guardo intorno, ma che non ho voglia di conoscere nessuno, so benissimo chi sono quei ragazzi.

Sento un bip e le porte si aprono. Usciamo, ma dopo appena pochi passi il mio sguardo viene catturato da un ragazzo che mi è fin troppo familiare. Il soggetto in questione svolta l'angolo e posso vedere la sua maglia bianca dileguarsi fra gli altri ragazzi.

Le gambe mi si bloccano impedendomi di procedere e sento una brutta sensazione farsi largo nello stomaco. Sbatto più volte le palpebre quando inizio a vedere puntinato e sentire la testa girare. Mi porto una mano alla fronte e scorgo Lyla voltarsi.

《Chloe stai male? Sei pallida》la mora mi viene incontro e la vista mi si annebbia completamente.

Pov Samuel

Apro la porta dell'appartamento affacciandomi per controllare cosa succede. Ci sono più schiamazzi e confusione del solito e di sicuro non sono quelli del club di scacchi, che hanno vinto un torneo, a fare così. Sono troppo rammolliti per festeggiare in qualsiasi modo.

Decido di uscire per accertarmi di persona per la troppa affluenza di gente. Le voci provengono dalla parte opposta del corridoio e i ragazzi che sono radunati vicino l'ascensore sono molti. Possibile che si sia bloccato? Non è mai successo prima d'ora, forse qualcuno ha fatto uno scherzo, come ad Halloween l'anno scorso: alcuni ragazzi si sono travestiti con dei costumi ed aspettavano le ragazze negli ascensori per spaventarle, alcune scappavano a gambe levate, altre invece estraevano spray al peperoncino o davano un bel ceffone ai ragazzi.

Scorgo Ethan fra i ragazzi e cerco di farmi notare da lui.
《Cos'è successo?》il mio amico mi guarda preoccupato, mentre comincio a sentire un brutto presentimento.

《È svenuta Chloe》rimango immobile a fissarlo ripetendomi più volte quelle tre parole in testa. Se è svenuta qui significa che stava venendo da me, le avevo chiesto di studiare nel mio appartamento.

Mi faccio largo fra la folla di pettegoli e scendo le scale in velocità.

《Amico dove vai?》mi volto verso Ethan che mi sta seguendo.

《In ospedale》rispondo in fretta cercando le chiavi della mia auto in tasca. Raggiungo il parcheggio correndo e quando salgo nella mia macchina Ethan fa lo stesso accomodandosi alla mia destra.

Lui è un ragazzo che non ha bisogno di troppe parole per capire gli altri, è sempre stato così e lo ammiro. Accellero forse troppo, ma se prenderò una multa sarà pur sempre per una buona causa.

Al solo pensiero che Chloe sia svenuta per colpa mia mi si blocca il respiro. Stava venendo da me, ne sono certo. Le ho chiesto io ieri di farlo, era una provocazione per il suo comportamento troppo spento, ma invece che rispondermi a tono si è limitata ad annuire. Poi se n'è andata non prestandomi la minima attenzione, ed ora è in ospedale per colpa mia.

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