63 - ci siamo già conosciute

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Apro gli occhi lentamente e noto di fronte a me una parete azzurra e un comodino in legno chiaro con un abajourt mai visto. C'è però qualcos'altro che attira la mia attenzione. Sposto lo sguardo in basso e noto che il tessuto della maglia è sollevato e ci sono due mani grandi a ad avvolgermi sotto il seno.

Involontariamente sorrido. Lo faccio perché per la prima volta mi ricordo che cosa ci faccio qui e non è un mistero causato dal post-sbronza. Vorrei tanto girarmi per avere Samuel di fronte a me e poter studiare il suo viso come ho già fatto in precedenza, ma non voglio sciogliere il suo abbraccio che mi scalda la pelle fin dentro alle membra.

Mi limito a richiudere gli occhi per godermi il momento di tranquillità concentrandomi sul suo respiro lento ma regolare. Poso una mano sopra la sua e accarezzo lentamente le nocche passando i polpastrelli sulle vene in risalto.

Qualcosa mi stuzzica la punta del naso e apro gli occhi stranita. Noto una sagoma scura spostarsi da di fronte a me per finire poi sotto al letto. Che cavolo era quello? Mi ritraggo improvvisamente andando a colpire il corpo del ragazzo vicino a me. A causa della luce fioca che entra nella stanza non sono riuscita a capire che cosa sia. Mannaggia alle serrande chiuse.

Sento Samuel boccheggiare e iniziare a tossire violentemente. La presa sul mio ventre si allenta lasciandomi lo spazio di voltarmi nella sua direnzione. Termina di tossire ma continua a tenersi la mano di fronte al viso.

《Volevi uccidermi per caso?》lo fisso storto non capendo a che cosa si riferisca. 《Mi ha buttato i capelli in faccia e in bocca》lo fisso ancora sconvolta e mi scuso sottovoce. Il mio pensiero però, torna subito alla strana cosa che è appena scesa dal letto.

《Mi hai dato il tuo sedere sul pacco》
continua portando le mani sotto le coperte. Ecco dove sono andata a sbattere poco fa. Gli dò una leggera pacca sulla spalla che lo fa ridere e ritrarre un pò facendo il finto offeso.
Avevo sentito qualcosa, ma credevo fosse la sua coscia.

Torno alla ragione principale per cui l'ho svegliato《Ho visto una cosa scendere dal letto》indico la direzione che ha seguito mentre si sporge oltre a me per vedere.

Si allunga per accendere gradualmente la luce della stanza per poi scavalcarmi e avvicinarsi al bordo del materasso.

《Oddio!》urla improvvisamente ritraendosi verso di me. Mi nascondo fra le sue braccia che mi stringono possenti e chiudo gli occhi. Ho tutti i peli dritti, e anche i capelli ormai.

Si sposta da me lentamente, ma continuo a tenere gli occhi chiusi, finché non picchietta sulla mia spalla e apro appena le palpebre. Senza rendermene conto Samuel mi avvicina troppo velocemente al viso un oggetto peloso. Urlo spaventata mentre sento una forte risata provenire dal ragazzo al mio fianco.

《Stupido! Che hai da ridere?》Mi sposto più in là 《Mi hai fatto prendere un infarto》lo ammonisco aprendo gli occhi e vedendo un gattino fra le sue braccia... che ci fa quell'animale qui?

《Stai tranquilla, mi hai fatto morire dal ridere》Lo avvicina a me ma mi ritraggo portando le mani in avanti

《Tranquilla, è vaccinato non ha malattie》avvicina le dita al collo del gatto e discosta dal pelo una targhetta con qualcosa di inciso.

《È il gatto della mia vicina. Mi sorprendo che sia ancora così agile dopo tutti questi anni. E che sia riuscito ad entrare》si ferma a pensare e ringrazio Dio di non aver avuto a che fare con una qualche bestia selvaggia.

《Non puoi stare qua dentro sai?》la sua voce diventa acuta e sembra stia parlando con un bambino, il che mi fa sorridere stupidamente per la tenerezza.

Si alza dal letto lasciandomi sola e se ne esce con la gatto fra le braccia, accarezzandolo di tanto di tanto. Vorrei esserci io al posto di quel gatto.
Che cosa arrivo a pensare? Sono proprio da ricovero.

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