6) Yoongi's PoV

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Jimin non poteva trovare momento peggiore per chiamarmi. Quel ragazzo è davvero incredibile.

Cammino a passo svelto verso il dormitorio, intanto vedo il sole sparire dietro l'orizzonte.

Che persona che ho trovato. Non so se mai domani si ripresenterà, non so quanta fiducia possa io avergli mai dato a vedere.
Che stupido. Un perfetto sconosciuto piomba tutt'un tratto nel "covo segreto" di una ragazza, usa il suo oggetto di sfogo e si permette pure di chiedere di rivederla.
Chissà cosa mi è passato per la testa in quel momento.

Tornato a casa Jimin, Tae e Kook sono nella camera tripla. Nam e Hoseok mi accolgono in casa e Jin è ancora fuori chissà dove con la mia auto.

Appena entrato, saluto i due ragazzi e vado in camera a posare i due sacchetti. Penso che andrò tra un paio di giorni dai miei.

Passando per il corridoio, sento per puro caso Jimin parlare. Stavano probabilmente chiarendo un passo della canzone a cui stiamo lavorando da ormai quasi un mese.
È complesso, ma nonostante ciò ce la stiamo mettendo tutta per farla al meglio.

Mi dirigo a passo svelto verso il mio studio. Dopo aver messo la password ci entro e mi siedo sulla mia cara sedia girevole. Penso che ormai quella sedia abbia la forma del mio didietro, sono ormai quattro anni che uso la stessa sedia ed ancora non mi ha abbandonata, al contrario di Nam che ne ha rotte due o tre.

Ridacchio. "God of Destruction", il nomignolo dato dai nostri carissimi ARMY. Oltre a "Dance Monster" o altri nomi simpatici.

Prendo un foglio dalla scrivania. Sempre lo stesso, "The Last". Sono un po' di giorni che sto pensando di mostrarlo a Bang PDnim e ai membri, ma a dirla tutta, ho un po' paura.
Quel testo è pesante, potrebbero persino non capirlo a pieno.

Suona il campanello del mio studio, facendomi sobbalzare. Ero talmente immerso nei miei pensieri che non me l'aspettavo.

Appoggio il foglio a faccia in giù sulla tastiera del computer, per poi andare ad aprire.

«Ciao Yoongi, grazie per oggi. Tieni, le tue chiavi. L'auto è intatta e non ci ho fatto nemmeno un graffio. Mi sento proprio un bravo ragazzo» è arrivato Jin.
«Grazie hyung» è l'unica mia risposta. Mi basta guardarlo, con il mio solito viso spento per fargli capire che si doveva levare di mezzo.

Appena se ne va, torno sulla sedia e senza nemmeno accorgermene comincio a suonare.

Rifletto sulla mia pazzia di oggi, su quella ragazza e su come sto vivendo attualmente. Rifletto su cosa dovrei fare domani, se lei si presenterà, se i ragazzi scopriranno qualcosa, e su molto altro.

Quando i miei pensieri si fermano, mi accorgo che sto suonando qualcosa che non conosco. Sono poche note con tre accordi messi insieme, ripetute in loop.

Subito li memorizzo, per poi afferrare in fretta e furia un foglio pentagrammato e metterlo di fianco al piano.
Ritorno a suonare, e ogni nota la scrivo su quel foglio.

Può definirsi un ritornello orecchiabile, già mi piace.

Insieme || Min YoongiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora