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Haneul annuisce, allora mi alzo e le porgo la mano per aiutarla.
Per un attimo ci guardiamo entrambe negli occhi. Ha davvero un'aspetto stanco, ha due grandi occhiaie che rovinano la candida carnagione della ragazza.
«Dove abiti?»

Non risponde, solamente si incammina. Visti da fuori, potrebbe sembrare che Haneul sia sonnambula e che io la stia seguendo per le strade di Seoul senza svegliarla, ma sono certo che Han sia completamente sveglia.

Dopo una decina di minuti di camminata, si blocca di colpo. Si gira verso di me, ed indica un edificio malandato, puntando il dito verso l'alto.
«Siamo arrivati»

«Ok, allora io ti lascio»
Dopo averla salutata, mi giro, incamminandosi verso il dormitorio con mille pensieri per la testa, quando sento due esili braccia afferrarmi il busto con sicurezza, circondandolo.
Inizialmente ero sorpreso, poi però riconosco quelle mani, le stesse che hanno sfiorato con delicatezza i tasti di un vecchio pianoforte, un pianoforte speciale che appartiene ad una ragazza speciale che mi ha segnato l'anima.

«Grazie»
Una voce fragile che comincia poco dopo a singhiozzare.
Quell'abbandono da parte della sua famiglia deve averla segnata come null'altro al mondo.
Metto le mie grandi mani su quelle di Haneul, cercando di confortarla il più possibile. Non ero più imbarazzato, la stanchezza stava prendendo il sopravvento su di me e non c'era spazio ad emozioni inutili come quella.

Delicatamente la stacco dal mio busto, girandomi e abbracciandola completamente.
Rimaniamo lì dei minuti, forse persino mezz'ora. Quando noto che mi sto addormentando sulla sua spalla, mi stacco, salutandola, e me ne vado, stavolta sul serio.

Quando sono finalmente al dormitorio, mi butto nel letto subito dopo aver messo il pigiama, ma ora che ho il silenzio adeguato per riflettere, il sonno è nuovamente sparito.

Insieme || Min YoongiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora