5) Haneul's PoV

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Ero seduta sullo sgabello del pianoforte, senza suonare, fissando i tasti.

«Domani ti posso trovare di nuovo qui?»
Quel ragazzo, Min Yoongi, mi aveva chiesto un altro incontro.

Nessuno mi aveva mai fatto questo tipo di richieste, oltre alla mia amica Jiwoo. Era una sensazione stupenda, il sentire che a qualcuno importasse di te.

Sento nuovamente bussare alla porta. Mi blocco. E se fosse di nuovo quel ragazzo?
Mi guardo intorno, ma non aveva lasciato nulla qui. I regali se li era portati via, cappello e occhiali se li era rimessi appena finita la chiamata.

Vado ad aprire, un po' timorosa per chi ci avrei trovato.
«Ciao, Haneul! Allora? Ti piace il nuovo spartito?» Jiwoo.
Tiro un sospiro di sollievo, non avrei saputo come comportarmi se fosse tornata quella persona.

«Ciao Jiwoo, tutto bene, ma non l'ho ancora provato lo spartito» sorrido forzatamente.
«Che strano, non è da te» a quel punto entra, chiudendosi la porta dietro di sé.
«Hai avuto qualche contrattempo?» mi chiede ignara di tutto ciò che mi è successo.

«No, no. Com'è andato l'appuntamento? È quello giusto?» cerco di cambiare discorso.
Tecnica che funziona alla perfezione.
«È troppo vecchio. Ha quasi trentacinque anni ed è un po' precipitoso» abbassa lo sguardo. «Troppo precipitoso».

Subito mi preoccupo. «Ti ha fatto qualcosa?» le chiedo, avvicinandomi per vedere qualche tipo di graffio, livido o un non so neanch'io cosa.
«Sono scappata in tempo» io subito la interrompo.
«Non c'è bisogno che me lo dici, se non vuoi».
«no, non ce n'è bisogno, tranquilla. Lui era già troppo avanti per i miei gusti, ecco tutto» appare sul suo volto un sorriso tirato.
Non le credo, ovviamente. «Va bene, ma per favore stai attenta che non ti capiti qualcosa di male».

Inizialmente la nostra amicizia era squilibrata, dove era lei a cercare me per parlare o per mangiare insieme.
Io le ero completamente indifferente, anzi, all'inizio cercavo persino di evitarla. Non mi piaceva come persona, aperta, socievole, sempre col sorriso stampato in faccia.

Io non ero così. Io non sono così.
Lei non è come me, io non sono come lei. Per questo all'inizio non riuscivo a sopportarla. Non si può sapere quando ha avuto giornate no, perché le nasconde sempre dietro ad un sorriso.
Ho iniziato ad accettarla quando stava acquisendo popolarità, perché non sopportava l'essere così tanto conosciuta, la metteva sotto pressione, essere al centro dell'attenzione.
Spesso scoppiava in lacrime, ma la prima volta che l'ha fatto di fronte a me io ho capito quanto potessi essere importante per lei. Solo a quel punto l'ho davvero accettata.

Lei mi sorride, con le lacrime agli occhi, e mi abbraccia.
«Grazie Haneul, ti voglio bene»
Ricambio l'abbraccio. «Anche io Jiwoo».

Restiamo abbracciate per diversi minuti, lì, immobili.
In quel lasso di tempo il sole tramonta.
Le giornate d'inverno sono davvero corte. Troppo corte.

Mi stacco, a malincuore. «Scusami Jiwoo, devo tornare a casa, il sole sta è già tramontato e ho un po' paura a tornare a casa»
Lei mi guarda, sorridendo, con gli occhi gonfi e lievemente rossi. «Nessun problema, è giusto così. Grazie Haneul».
«Grazie a te Jiwoo» dico mentre mi metto la giacca e mi avvicino alla porta.

«A domani» sento dire da dietro le mie spalle.
«Ciao, buona serata Jiwoo» dico io senza girarmi.
Apro la porta, esco, mi giro guardandola e sorridendo, per poi richiuderla.

Che giornata...

Insieme || Min YoongiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora