Era Veleno e Antidoto [h.s.]

Chapter thirty-one

Chapter thirty-one

 "Stop it"

 ALICE'S POV

 Un'ora dopo mi ero preparata uno spuntino a base di formaggio cremoso e cracker dolci, avevo rimesso in ordine la cucina e guardavo un po' di TV. In un angolo recondino della mente, però, era ancora annidata la vicenda di poche ore prima. Era stato facile definirlo uno scherzo quando ero con Hope, ma poi, una volta sola, non mi sentivo per niente tranquilla. Pensai di rimettere su "Love Actually", il mio film preferito, per rompere il silenzio, ma non volevo rischiare di non sentire i rumori. L'ultima cosa di cui avevo bisogno era che qualcuno mi arrivasse di soppiatto alle spalle.

 "Nessuno ti sorprenderà alle spalle" dissi a me stessa.

 Dopo un po', quando non ci fu più niente di decente da guardare in TV, me ne andai di sopra. La mia camera era pulita, così mi misi a riorganizzare il guardaroba per colore per cercare di tenermi occupata e non avere la tentazione di addormentarmi. Se mi fossi appisolata sarei stata vulnerabile, e volevo ritardare quel momento il più possibile.

 Spolverai il piano dello scrittoio, quindi sistemai i libri in ordine alfabetico. Cercai di tranquillizzarmi pensando che non sarebbe successo niente di brutto. Probabilmente l'indomani mattina, al mio risveglio, mi sarei resa conto di quanto fosse stata ridicola la mia paranoia.

 Più tardi, mi svegliai nel buoi. Le tende dall'altra parte della stanza ondeggiavano al soffio del ventilatore elettrico. La temperatura era eccessivamente alta e avevo la canottiera e le mutande appiccicati addosso, ma ero così presa a immaginare i peggiori scenari che l'idea di aprire un po' la finestra non mi sfiorò nemmeno. Gettai lo sguardo di lato e misi a fuoco le cifre sull'orologio: mancavano

 una manciata di minuti alle tre.

 La tempia destra mi martellava furiosamente e avevo l'occhio gonfio e chiuso. Accesi tutte le luci della casa. Con i piedi scalzi, mi mossi cauta fino al congelatore e mi preparai una borsa di ghiaccio riempiendo di cubetti uno di quei sacchetti per surgelare gli alimenti.

 Affrontai lo specchio del bagno e gemetti: un livido viola e rosso mi attraversava il viso ed era coperto da un ciocca di capelli.

 Il ghiaccio mi bruciava la pelle intorno all'occhio e allo stesso tempo mi faceva rabbrividire.