Chapter five

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Chapter five



"Everything can change"



HARRY'S POV



Stupidi compiti. Io non capisco perchè devono essere così complicati... Forse perchè anche gli umani sono complicati... Specialmente Alice... NO! Devo smetterla! Devo smettere di pensare solo ed esclusivamente a lei. Deve uscire dalla mia mente. Ci ho provato mille volte, ma resta sempre li. Perchè sta succedendo questo? Anche se devo salvarla dalla sua orribile vita non vuol dire che devo pensare a lei 24 ore su 24. Ma lo sto facendo... E questo mi preocupa davvero...

*Driiin Driiin*

Per fortuna c'è il campanello. Non ne posso più del latino. Il mio cervello sta impazzendo... Beh, più del solito.

Scendo le scale con molta rapidità visto che la persona al di là della porta non smette di suonare il campanello.

"Ciao... Che ci fai tu qui?" dissi sorpreso aprendo la porta.

"Buongiorno anche a te. Vedo che ti sei svegliato di buon umore oggi"

"Molto simpatica. Comunque mi potresti dire il perchè sei qui? Non mi avevi detto che dovevo lasciarti vivere la tua vita?". Adoro stuzzicare le persone.

"Sono qui per chiederti scusa. Non dovevo trattarti così. Cosa posso fare per farmi perdonare?"

"Mmmm... Non saprei... Ah! Ci sono!" dissi dopo aver avuto un idea.

"Cosa?"

"Mi potresti aiutare con i compiti di latino? So che tu sei molto brava"

"Certo. Sarò molto felice di aiutarti"

"Perfetto! Entra pure".

****

*Dopo due ore*

"E questo è un aggettivo perchè finisce con "us". Adesso hai capito?" disse guardandomi finalmente negli occhi.

"Si, ho capito ogni singola parola. Grazie mille, Alice. Mi sei stata davvero d'aiuto"

"Figurati, Harry"

Non avevo mai notato il suo sorriso prima d'ora e sinceramente posso dire che è uno dei più belli che io abbia mai visto... NO HARRY! Non devo pensare a lei, non devo pensare a lei, NON.. DEVO.. PENSARE.. A LEI...

Però c'era un altra cosa che mi perseguitava, che non voleva abbandonare i miei pensieri: cosa era successo il giorno prima? Chi gli aveva fatto del male? Gli avevo già fatto queste domande, ma era un momento critico. Era molto scossa e non ha voluto rispondermi, ma adesso devo soddisfare i miei bisogni, devo sapere. Ormai non pensavo ad altro.

Mi avvicinai di più a lei e gli sorrisi con dolcezza.

"Alice, posso farti una domanda?"

"Certo, è su il latino?"

"No, non centrano le materie scolastiche. Riguarda un argomento molto più delicato"

A quelle mie parole vedo il suo viso si corrugò. Era confusa, non aveva capito di cosa stessi parlando. Presi un grande respiro e cominciai a parlare.

"... Perchè ieri, quando ti ho incontrato, eri piena di lividi? Mi puoi spiegare cosa è successo?"

E lì capì di aver fatto l'errore più grosso della mia vita. Non aveva più quell'espressione sereno, non aveva più quel viso angelico. Ormai quella parte di lei l'aveva abbandonata. Il suo viso cominciò ad irrigidirsi, i suoi occhi erano pieni di rabbia. Continuava a fulminarmi con lo sguardo. Stavo per dire qualcosa, ma mi fermai per paura di peggiorare la situazione che si era creata tra di noi.

"Ti ho detto che non voglio dirtelo! È un argomento doloroso per me, non riesco perfino a sfogarmi con me stessa quando sono sola, figuriamoci con te! Cerco, anche se è molto difficile, di non pensarci per non farmi ancora più del male di quanto non me lo fanno gli altri. Se sono venuta qui per chiederti scusa non vuol dire che ho deciso di dirti tutto. Ti prego, non obbligarmi"

Dopo il suo lunghissimo e dettagliato discorso, il suo viso cominciò a bagnarsi a causa delle lacrime. Volevo solo saperlo, non che la situazione degenerasse in questo modo. La presi per un braccio avvicinandola di più a me e accogliendola con un enorme abbraccio. Con il passare dei minuti si rilassò al mio contatto. Il suo respiro ritornò regolare e le lacrime smisero di bagnarle il viso.

"Senti... Ti andrebbe di andare in un posto? Mi hanno detto che qui vicino c'è una cascata bellissima" dissi sciogliendo l'abbraccio e abbassando lo sguardo per l'imbarazzo.

"Mi stai invitando ad uscire?"

"Si... Cioè no... Solo come amici"

"Allora accetto... Ma sai la strada?"

"Certo che so dov'è la strada. Se no non ti avrei invitato"

"Ok, allora andiamo?" disse prendendo le sue cose.

"Certo! Andiamo".

****

Siamo in viaggio da un ora e non riesco ancora a capire dov'è questa dannata cascata. In più si sta facendo anche buio. Ormai neanche i fanali riescono più ha fare luce.

"Harry, forse è meglio tornare indietro o fermarci ha dormire da qualche parte"

"Stai tranquilla, Alice. Tra pochissimo saremo arrivati"

"Il problema è che è da un ora che stai ripetendo questa frase! Ti prego Harry, torniamo indietro" disse cominciando a stancarmi.

"No, Alice! Vedrai che riuscirò a trovarlo... Guarda! C'è un cartello che dice: "Per la cascata girare a destra". Visto che bisognava solo aspettare?" dissi con superiorità tanto che Alice cominciò a ridermi in faccia.

"Mi inchino a te, o Signore delle cascate ahahahahaha"

"Ah si? Hai osato sfidarmi? Adesso la pagherai per questo!" dissi cominciando a fargli il solletico.

"Ahahah no ti prego ahahah... Oddio! Harry! disse allarmata.

"Cosa?!" chiesi confuso.

A quel punto mi rigirai guardando cosa c'era di fronte a noi. Scorsi, anche con la fitta nebbia, un ombra scura che attraversava la strada.

Per evitare di investirla, feci inversione con l'auto. Purtroppo nella nostra direzione c'era un albero con cui ci scontrammo.

Non ricordo niente... So solo che dopo un rumore assordante e un dolore atroce, non vidi più nulla... Solo l'oscurità.

Continua...

Era Veleno e Antidoto [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora