Chapter ninety-nine
"Save me again"
ALICE'S POV
Sabato 14 novembre.
New York era diventata tutta un’altra città. Una bufera di neve spaventosa l’aveva colpita rendendo ogni centimetro di essa bianco. Il gelo era talmente pungente da farti rizzare ogni pezzo di pelle lasciato libero dalla giacca di lana. L’acre odore di smog che ho cominciato a sentire da quando ho messo per la prima volta piede qui non era svanito, ma il fatto la soffice neve lo attenuava.
In dovrei restare seduta sulla seggiolina dell’attico, dopotutto sono incinta da cinque mesi. Il bambino o la bambina dentro di me stava crescendo. Mi ricordo ancora quando era solo un girino. Quando ancora il suo peso e la sua massa non influivano sulla mia stabilità. Dovetti perfino imparare a stare perfettamente dritta, all’inizio cadevo su qualsiasi cosa intorno a me, senza avere la possibilità di aggrapparmi per non farlo succedere. Ricordo ancora quando stavo aspettando i risultati del test di gravidanza. Che giorno strano che fu. Provai ogni singola emozione che si può provare. Ansia, paura, preoccupazione, nervosismo e anche un po’ di felicità. All’inizio non volevo un figlio. Sono giovane e inesperta. Quale bambino al mondo vorrebbe essere figlio di una madre come me? Ho paura di fallire e il fatto che questa cosa è troppo grande per una ragazzina come me, mi fa sentire peggio. Chissà se riuscirò a dare a questo bambino l’affetto e l’amore giusti per farlo sentire bene e per farmi volere bene. Non ho alcuna intenzione di far vivere al bambino la mia stessa vita. Il dolore e la sofferenza che provai ogni singolo giorno era massacrante. Lo avrebbe sicuramente distrutto. È già un miracolo se sono sopravvissuta io, anche se il mio corpo non è del tutto inerme.
Da quel giorno, però, cambiai la mia opinione su come sarei stata un’ottima madre. Visto che mia madre mi aveva fatto sospendere l’università e non mi lasciò uscire spesso, lessi una miriade di libri su come educare perfettamente un bambino. Chiamai addirittura Hope per farmi dire qualcosa. Lei stava frequentando l’università di psicologia infantile più affluente di tutta Londra. Era una delle migliori alunne. Brillante, determinata e competente.
A volte la invidiavo proprio. Lei non ha passato una vita di inferno. I suoi genitori sono sposati da trent’anni. Sono due avvocati. Per la precisione, sono i migliori dell’intera Gran Bretagna. Proprio per questo, da quando Hope compì quattordici anni, cominciarono a viaggiare per tutto il mondo facendo rimanere Hope a casa da sola con la domestica Teresa per mesi e mesi. Non assistirono praticamente a nessuna esibizione di Hope all’interno della Royal Ballet School. Forse assistirono solo a uno o a due spettacoli. Si, ok. Questa cosa non è molto da invidiare. Ma voi preferite avere un padre e una madre che non ci sono mai oppure un padre e una madre che vi massacrano, frustandoti a morte. Il mio se provavo a fare una cosa di troppo e che a lui non stava bene, mi portava dentro ad uno scantinato e cominciava a farmi sanguinare ogni singolo centimetro del mio corpo. Credetemi, sono molto meglio i genitori di Hope. Fu Miss London per cinque anni consecutivi. Era nel corpo studentesco al liceo e non faceva altro di organizzare feste mozzafiato per raccogliere fondi per i bambini bisognosi. Ogni ragazzo che la guardava negli occhi, rimaneva sempre scioccato e ipnotizzato dalla sua bellezza. Hope è sempre stata bella. Come può non essere bella una ragazza bionda, con gli occhi azzurri, corpo invidiato da chiunque, divertente, sincera, leale e vera? Non avevo mai sentito un lamento uscire dalla sua bocca. Non era di certo una di quelle adolescenti che si lamenta perché è brutta e perché dice di non avere nulla nella vita. Hope non è mai stata una ragazza stupida. Ha sempre saputo di essere bella e di aver fin troppo nella sua vita. Rispetto a me di sicuro. Un’altra cosa bella di lei era che odiava vantarsi. La lusingava ritrovarsi al centro dell’attenzione, ma non per un lungo periodo. Questa era la cosa che la rendeva vera. Questa fu la prima cosa che mi piacque di lei.
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Era Veleno e Antidoto [h.s.]
Ficção AdolescenteAmore impossibile. Tormentato da complicazioni, sfide e il passato che ritorna a galla. Segreti, indecisioni, ma soprattutto AMORE. Questa è la storia di Harry e Alice: un angelo e la sua forza. Cover by sofy_styles18